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-é successo qualcosa?-mi chiese Ashton.
-no no,tranquillo. Ora però devo andare,spero di rivederti qui-
-fidati,mi rivedrai presto. Non ti libererai così facilmente di me-
-lo spero-dissi con un sorriso. Gli feci un cenno di saluto con la mano e lui di rimando mi fece un occhiolino. Fu allora che sentii di nuovo quella sensazione,come una morsa allo stomaco. Ero contenta di averlo conosciuto,ma presto i bei pensieri furono interrotti da Duncan. Senza accorgermene ero arrivata davanti al portone di casa mia,e lui era lì,appoggiato all'ingresso. Esitante,mi avvicinai. Rimaneva impassibile,con due occhi persi chissà dove.
-Igrid mi spieghi che cazzo stavi facendo?-
-Duncan niente,ero a box!-gli urlai contro esasperata.
-con chi eri?-
-con nessuno,con chi sarei dovuta essere?!-
-Igrid se scopro che mi stai prendendo per il culo ti consiglio di sparire da questa città se vuoi rimanere viva.-disse avvicinandosi.
-ma ti stai ascoltando? Stai dicendo che avresti il coraggio di uccidermi?-chiesi sgomenta.
-certo Igrid,potrei fare questo e  molto altro-disse e andò via. Prima di salire in auto,senza voltarsi,aggiunse
-stasera fatti bella,andiamo in discoteca,ci saranno anche Trevor e i suoi compagni. Passo alle 20:30. Fatti trovare pronta.-
-non voglio venire-
-non m-'importa,tu ci vieni e basta!-e se ne andò.

Entrai in casa,con la rabbia che ancora mi ribolliva in corpo. Sono stufa di Duncan,sono stufa della sua arroganza,della sua prepotenza,della sua gelosia,della sua violenza,non lo voglio più.

Ero appena tornata da lavoro. Avevo una scarsa mezz'ora per prepararmi,prima che arrivasse Duncan. Dovevo darmi una mossa altrimenti me l'avrebbe fatta pagare cara.
Dopo una doccia veloce,Mi misi una vestito nero con il busto in pizzo, che scendeva con una gonna morbida che arrivava a metà coscia,dei trampoli neri e mi sistemai i capelli,lasciandoli sciolti. Non mi piaceva affatto vestirmi così,mi sentivo davvero una puttana ma Duncan non accetta repliche,anche perché...io per lui sono proprio questo,una troia,una da sesso sfrenato e nient'altro. La nostra non era neanche una vera e propria relazione ma....dovevo obbedirgli. Ho rovinato la mia vita con le mie stesse mani,senza che me ne fossi accorta. É successo tutto talmente in fretta che quasi non capisco come sia accaduto. Tutto in un attimo,una lacrima,un respiro,un battito di palpebre e nient'altro..la prigionia più assoluta. Se solo potessi tornare indietro. Come vorrei poter evitare di aver fatto cosi tante cose,di aver commesso così tanti sbagli.
Sbagli che all'apparenza potrebbero sembrare superficiali e insulsi ma che,intanto,mi hanno fatto schiava di un ragazzo,schiava della sua violenza.

Sentii il cellulare squillare. Duncan mi aveva inviato un messaggio.
"Muoviti stronzetta,scendi ti sto aspettando"
Sempre molto dolce eh? Presi la borsa,le chiavi e scesi. Aprii la porta e lo vidi lì. Una maglietta nera aderente e dei pantaloni più stracciati che altro. Stava bene,davvero.
-cazzo,finalmente ce l'hai fatta!-disse infastidito. Entrammo in auto e partimmo. Dopo un quarto d'ora,giungemmo al Justin's M., il pub-discoteca più famoso di tutta la città. Il ritrovo perfetto per drogarsi,sniffarsi qualche canna e passare una "bella serata" in compagnia di qualche puttanella.

Scendemmo dalla macchina e entrammo. Varcata la soglia,fui investita da un' intensa e fastidiosa puzza di alcool. Whiskye e vodka erano all'ordine del giorno. Come sempre!
-siete venuti allora!-disse Trevor avvicinandosi. Era affiancato da Jessica,una delle sue tante fidanzate da "una scopata e via".
Insieme a lui vi era una comitiva di ragazzi.
-Cia bro'-li salutò Duncan.
-Ehilà Duncan,da quanto tempo.
Avanti fra,presentaci 'sta gnocca. Chi é? Una delle tue troiette?-disse uno riferendosi inevitabilmente a me.
Nel sentire quella domanda,Duncan fece un sorriso soddisfatto,come se fossi il suo trofeo personale,qualcosa di cui vantarsi.
-ovvio,una delle tante cadute ai miei piedi.-disse mettendomi un braccio attorno alla vita.
Gli occhi di quei quattro ragazzi erano puntati su di me,eppure Non mi sembrava di essere la Venere in persona,ma...erano ammaliati dalla mia figura.
-ciao bellezza. Come ti chiami?-mi chiese uno.
-Igrid.-risposi secca.
-Ma ciao Igrid,io sono Joshua,lui è Gordon, Deal, e Luke.-
-piacere di conoscerti bocconcino.-mi dissero in coro. Vidi Deal iniziare ad avanzare verso di me con uno strano sorriso,arrogante e sfacciato.
-Deal frena i tuoi istinti. Lei é la mia puttanella,tu trovatene un'altra.-disse Duncan. Quella frase mi ferì nel profondo. Sapevo bene che lui mi considerava solo una ragazza da "sesso" ma me l'aveva proprio sbattuto in faccia e...sentirlo dire dalla sua bocca faceva molto più male.
-Avanti Igrid,prendimi una vodka e fai in fretta.-mi ordinó lui. Annuii e scocciata mi avvicinai al bancone.
-che ti servo?-mi chiese il bar-man.
-una vodka.-
-mh,roba pesante per una ragazzina.-
-non é per me infatti-risposi distrattamente.
-ecco a te-disse il ragazzo,dandomi il bicchiere. E ritornai dagli altri. Porsi il bicchiere a Duncan,ma in quel momento sentii due mani posarsi sui miei fianchi.
-togli immediatamente le tue manacce da me stronzo!- dissi scostandomi.
-oh avanti Igrid,fai la brava-
-Deal lasciami stare-
-Duncan posso rubartela per qualche minuto-chiese lui al mio ragazzo.
-scordatelo bro'-
-e dai,ballo un pó con lei e te la restituisco- ha appena detto "restituisco"? Cazzo sono una ragazza non sono un oggetto,ma perché tutti mi trattano come se fossi niente!
-Deal due minuti e poi la riporti qua!-disse Duncan indifferente. Ma é un imbecille o cosa?! Mi sta facendo andare a ballare in una discoteca con un ragazzo che non ho mai visto prima e che é ubriaco marcio,la serata va di bene in meglio.

Deal mi prese la mano e mi portó in mezzo alla folla che si scatenava a ritmo della musica. Iniziammo a ballare anche noi,io controvoglia,con il desiderio di tornarmene a casa da sola per stare tranquilla e Deal con il desiderio di tornarsene a casa per portarmi a letto con lui.

Dopo una decina di minuti,vidi che iniziava ad avvicinarsi sempre di più,tentando una presa sui miei fianchi. Ovviamente era ubriaco e quindi non mi risultó difficile scrollarmelo di dosso.

La serata terminó verso le 2:30 di notte,circa. Duncan era brillo ma non sbronzo totalmente. Per fortuna lo avevo fermato sfilandogli la birra da mano. In compenso,si era fatto un paio di canne e anche qualche altra cosa che ora non sto a dirvi perché mi verrebbe da vomitare.

Salì in casa con me. Entrammo e andò dritto in camera da letto. Mi afferrò per i fianchi e mi schiacció contro il muro. Sentivo la sua mano che mi palpava la gamba,saliva da sotto il vestito e percorreva tutto il profilo anteriore della coscia,fino ad arrivare al bordo degli slip. Entró con due dita e prese a toccare l'interno della mia intimità,facendomi gemere. Non era mai stato delicato,mai! E non lo era neanche in quel momento.

Papercut:Amore Dietro I Guantoni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora