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-tendi il braccio sempre verso sinistra,è la parte meno prevedibile.. -
Ashton mi stava dando dei consigli per muovermi con più facilità e per sferrare i pugni con una maggiore precisione. Più andavamo avanti e...più mi accorgevo che era davvero un ragazzo ingamba.

Mentre parlava e mi spiegava alcune cose,accompagnavo il tempo dando a pugni il sacco.
-Ingrid-Mi voltai e vidi Cameron che mi veniva incontro,con.. il mio cellulare in mano. Lo guardai stranita,ma prima che potessi aprire bocca,disse:
-un certo "Kenstet" ti ha inviato un messaggio.-
-davvero? Dammi.-dissi calma e mi passò il mio LG f60.
Appena vidi la notifica di un sms di Duncan,mi irriggidii. Ero indecisa se leggerlo o no,non volevo che con le sue minacce e brutte parole mi rovinasse la mattinata. Così decisi di lasciarlo perdere.
-non lo leggi?-mi chiese Ashton.
-cosa? Ehm...no,lo leggo dopo.-dissi e ridiedi il telefono in mano a Cameron. Sapevo che non mi avrebbe combinato guai,avrebbe al massimo curiosato le mie conversazioni su whatsapp,niente di più,mi fidavo.

Rimasi con lo sguardo perso nel vuoto,mordicchiandomi il labbro inferiore,fin quando una mano non si posò sulla mia spalla. Di scatto mi ritirai,ma quando vidi che si trattava di Ashton mi tranquillizzai.
-scusami...ehm,non volevo,pensavo che...-dissi,imbarazzata.
-tranquilla,non fa nulla. Va tutto bene?-
-si-dissi,con un sorriso.
Scossi la testa,tentando di far andar via i miei pensieri, e ripresi a colpire il sacco,questa volta con più intensità.
Quel messaggio:chissà cosa c'era scritto. Avevo paura che appena tornata a casa avrei trovato Duncan,pronto a picchiarmi per non avergli risposto,ero sicura che sarebbe stato così. D'altronde,non sarebbe la prima volta che mi mette la mani addosso,lo ha già fatto in precedenza. É stata l'esperienza più traumatizzante della mia vita:fu da allora che iniziai a temere quel ragazzo,che agli occhi estranei potrebbe sembrare tutto tranne quello che è veramente. Ha dei tratti somatici molto dolci,per non parlare degli occhi color nocciola che gli danno un'aria da "ragazzo tranquillo e introverso",il classico dongiovanni, ovvero l'esatto opposto di quello che é in realtà Duncan Kenstet:ossessivo, maniacale, lunatico,bipolare oserei dire,e.. Davvero violento. Mi picchia con una frequenza assurda,posso quindi dire di averci fatto l'abitudine? Beh,no. Mi picchia spesso,questo è vero,ma non riuscirò mai,mai e poi mai a dire di "essermici abituata",perché è impossibile. Non ci si abitua mai abbastanza a soffrire, impari solo a sopporte il dolore un po meglio,ma non ti abitui:sarebbe assolutamente contronatura.

Quando le mani iniziarono a farmi male,mi fermai,tolsi i guantoni e mi andai a sedere sulla panchina dove era seduto anche Cameron,e Ashton mi seguii.
Presi la bottiglia d'acqua e iniziai a fare piccoli sorsi.
-sei bravissima,dico davvero. Sei sicura di essere una femmina?-mi chiese ironico Ash.
-si purtroppo.-risposi.
Già,purtroppo.
-perché dici così?-
-niente,lascia perdere-risposi secca.
Sentivo due occhi puntati fissi su di me,non erano quelli di Ashton. Era uno sguardo duro e pesante,uno sguardo che...si poneva mille domande,uno sguardo che non capiva. Notai che Cameron mi stava fissando,in modo strano. Non capivo per quale motivo,ma ritenei più opportuno non chiedergli niente. Credetti che fosse meglio tenere la bocca chiusa e lasciar perdere,e così feci.

Una volta terminato,tornai a casa. Non vedevo l'ora di farmi una bella doccia,ma i miei piedi sembravano muoversi a rallentatore,come se qualcosa impedisse loro di camminare più veloce per arrivare a destinzione. Qualcosa,o meglio...qualcuno. La paura divenne panico quando lo vidi,lì,con la sua moto,e una faccia nera dalla rabbia,all'ingresso del palazzo. Titubante,mi avvicinai.
-Perché non hai risposto al messaggio?-mi chiese senza neanche degnarmi di uno sguardo. Aveva un tono stranamente calmo,com'é che si dice? La quiete dopo la tempesta,e invece no,lui non era così,lui era la calma prima dell'uragano. Era una bomba pronta ad esplodere,che con finta tranquillità eseguiva il conto alla rovescia,mente febbrile attendeva con ansia lo zero,per poi distruggere tutto è tutti,in quel caso però non tutti,solo una persona... Me.
-ero impegnata-risposi,con la voca che mi tremava.
-eri impegnata,certo. Beh,penso che non  abbia bisogno di dirti niente,sai gia bene la procedura,e quello che succederà adesso,vero?-mi chiese,la sua voce sembrava ironica ma sapevo che non lo era. Annuii,mentre psicologicamente mi preparavo a quello che si sarebbe svolto tra qualche minuto,ma Non ero pronta,non lo ero mai stata,o almeno per queste cose.

Mi trascinó in casa con violenza e abbassó tutte le persiane,in modo da non far vedere ai vicini quello che mi avrebbe fatto. Mi tolse la maglietta e mi buttò sul letto,a pancia in giù. Si slacció la cintura e iniziò a batterla contro la mia schiena. Mi sentivo bruciare in un modo inverosimile,avevo del fuoco puro sulla pelle. Trattenevo le urla,mentre le lacrime presero a scendere ininterrottamente lungo le guance. Il rumore che la cintura provocava,sbattendo contro il mio corpo era.. inquietante,e mi terrorizzava,quasi quanto il dolore che provavo in quell'atroce momento. Non avrei potuto descriverlo a parole,perché è una sofferenza che.. Non ha eguali. Ormai il tuo corpo diventa un tutt'uno col dolore,un ammasso di pelle corrosa e ossa ammaccate.

Quanto finì,si rimise la cintura. Mi tirò su e mi alzó la testa,facendo incontrare i nostri occhi.
-che ti serva da lezione mia dolce Igridien Shunk. Per questa volta abbiamo finito,ma sappi che non sarò sempre così generoso. Avrei potuto fare molto di peggio.-
-lo so.-dissi con voce strozzata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2016 ⏰

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Papercut:Amore Dietro I Guantoni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora