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La mattina seguente,appena sveglia,sentii subito l'odore forte e pungente del Jack Daniel che si era bevuto Duncan la sera precedente. Chissà quante bottiglie si era scolato insieme ai suoi "amici". Io ne avevo viste due vuote,poi ho perso il conto.

Aprii gli occhi e lo ritrovai affianco a me che dormiva. Era talmente brillo che non potevo lasciarlo andare a casa da solo, sarebbe stato sicuramente arrestato per guida in stato di ebrezza,così è rimasto da me. È stata una nottataccia,con l'odore dell'alcool che vagava liberamente per la camera. Mio Dio che schifo.

Mi alzai,piano,mi stiracchiai e Mi diressi spedita verso il bagno. Mi fiondai sotto la doccia e,dopo aver consumato due interi  bagnoschiuma alla lavanda,mi asciugai e mi vestii con la mia solita divisa nera da box,shorts neri e fascia (che lasciava scoperto il basso ventre,)nera. Cazzo che allegria,spero di non accecare qualcuno con tutti questi colori sgargianti.
Mi preparai un caffè e ne lasciai una tazza da parte per Duncan,presi il mio borsone e uscii di casa. E da lì,partii la mia solita routine quotidiana. La mia vita non é mai stata così monotona come in questo periodo:la mattina box,il pomeriggio lavoro al bar fino a sera,per poi concludere la giornata con qualche strana festa tutta alcool e cocaina e Duncan che mezzo ubriaco mi scopa a letto.

Arrivata in palestra,erano le 8:00. La sala era silenziosa,non c'erano molti ragazzi,al massimo quattro,mentre altri si preparavano le fascette per i polsi. Servono per evitare lussazioni e slogature,io però non le ho mai usate.

Presi posto alla mia panchina. Prima di cominciare,mandai un messaggio al bell'addormentato ubriaco che era in casa mia, scrivendogli che ero andata a box. Dopodiché,mi ricoprii i palmi delle mani con la polvere di gesso,indossai i guantoni e mi avvicinai al mio sacco. Neanche il tempo di scagliare il primo pugno,che vidi entrare nella sala una chioma biondo-ramato,seguita da una seconda,castana con delle sfumature more. Molto familiare. Quando si voltó,potei riconoscere quella figura:Cameron. Supposi che quel ragazzo più alto al suo fianco era Ashton. Appena mi vide, Cam aprii la bocca in un sorriso e si avvicinó,tirando per il polso il fratello. Quella scena mi trascinó in una risata divertita.
-Igrid -mi salutò il ragazzino.
-ciao Cameron.-
-ehi Igridien-continuó Ashton,con un sorriso contenuto.
-Ash.- Ricambiai -
-Hai già voglia di prendere a paliate quel sacco eh?-
-si,beh,anche voi a quanto vedo,altrimenti non sareste qui-
-veramente noi veniamo così presto perché,tra nostra madre e nostra sorella,impazziamo. Aspettiamo le 9 per iniziare-
-ah si? Quindi per un'intera ora ve ne starete seduti a braccia conserte?-chiesi stranita.
-non é completa la frase,io dire che ce ne staremo per un ora seduti,a braccia conserte a guardare una ragazza che si distrugge le nocche prendendo un sacco da box a pugni.-disse avvicinandosi,con un sorrisetto malizioso.
-Ma io non mi distruggo le nocche,io distruggo il sacco,é ben diverso.-dissi,allungando la bocca in un sorriso arrogante.
-Mh,tosta la "ragazzina"-
-se non la smetti di chiamarmi ancora "ragazzina" distruggo te al posto del sacco-dissi sarcastica,sempre con quell'espressione maliziosa.
-ti piacerebbe eh?-
-cosa?-chiesi senza capire.
-mettere le tue manine su questo corpo palestrato e maledettamente figo-disse,vantandosi, indicando con le mani il suo fisico. Non aveva tutti i torti però:indossava una maglietta nera molto aderente che laciavo poco spazio alla fantasia. Si intravedevano i solchi e il profilo degli addominali,non dovevano essere proprio niente male,tutt'altro. Secondo me erano davvero molto sexy.
-la smetti di sbavarmi addosso?-disse umoristico.
-ma smettila.-ribattei divertita,dandogli una finto pugno sulla spalla.
Cameron intanto se ne stava seduto sulla panchina,accanto al mio borsone,con gli occhi fissi sul  cellulare.
Mi voltai verso il sacco e ignorando la presenza di Ashton iniziai a colpirlo. Alternavo pugni a calci,senza uno schema preciso. Andavo per istinto,secondo quello che mi diceva la parte spericolata e irrazionale della mia mente. Con la coda dell'occhio però riuscivo a vedere lo sguardo del ragazzo fisso su di me. Mi osservava con circospezione,tracciava con gli occhi tutto il perimetro del mio corpo. Era come se stesse analizzando ogni mio piccolo movimento,ogni centimetro di me. Mi sentivo particolarmente a disagio ma...era cosi? No,non era disagio,era imbarazzo. Ma perché?
Fermai il sacco con un mano, e ricambiai lo sguardo,inarcando un sopracciglio.
-che c'é?-mi chiese.
-potrei farti la stessa domanda-
-che intendi? Non ti seguo-disse,senza capire.
-mi stai guardando da mezz'ora come se fossi qualcosa da studiare e mi stai mettendo in imbarazzo-
-ah si? Quindi ti metto in imbarazzo?-chiese malizioso.
-no,cioè si,ehm....no,non in quel senso,intendo... Ah,ma quanto sei fastidioso.-
-E quanto sono figo.-
-ma la smetti di vantarti?!-
-questo non é vantarsi,questo é "essere realisti". É ben diverso.-
-no,questo é "essere stronzi"- dissi,mettendo il broncio. Ma non riuscii a trattenere la risata che stava per uscire. Era simpatico. Davvero.
-tranquilla Igridien,so bene di avere un certo "effetto" sulle belle ragazze,posso capirti-
-idiota-dissi ironica. Fece spallucce. Per qualche strana ragione,sentii le guance avvamparmi leggermente:forse perché mi stavo aprendo così tanto con una persona,o forse perché aveva appena detto che ero una bella ragazza. Mistero.

Papercut:Amore Dietro I Guantoni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora