Oggi Jake indossa una maglietta bianca che mette in risalto il suo fisico e un paio di jeans scuri, è davvero bello e i suoi occhi azzurri mi paralizzano. Il colore dei suoi occhi al sole cambia sono molto più chiari e brillano.
Non capisco di cosa voglia parlarmi specialmente quando mi ha detto che è una cosa di vitale importanza, cosa sarà di così importante? Non doveva concludere con quella rossa ossigenata? Io non valgo per lui ero solo una fra le tante come lui per me.Certo, come no
Zitta tu!
Cerchiamo di concludere il prima possibile questa conversazione:" Che vuoi Jake? Dove hai lasciato la tua rossa ossigenata? O adesso passi alla prossima?! Che cosa pensi di fare, per quale motivo ieri mi hai baciata e siamo rimasti lì con le mani incrociate tu ed io. Soli. Ma no, dovevo immaginarmelo da Jake Morgan! "Gli sbraito contro e durante tutto il tempo i suoi occhi rimangono sbarrati:"Karin, senti riguardo a ieri ne parleremo più tardi ora ti devo comunicare un'altra cosa, beh ecco... " parla Jake, parla o hai paura, odio le persone che fanno il giro attorno alle cose, arrivate al punto e basta! Ma poi di cosa sta parlando?
-"Arriva al punto" fa un sospiro:"Beh ecco tua madre e la mia stamattina stavano andando insieme a portare Jeremy all'asilo per poi andare al centro commerciale a fare delle spese" "E con questo?" rispondo io acida :" Hanno fatto un incidente stradale e ora sono entrambe all'ospedale ma non hanno gravi ferite, mentre Jeremy è in gravi condizioni ed è a rischio di vita" dice tutto d'un fiato.
Cazzo.
Questa no, no, no non può essere, ho già perso mio fratello e non posso perdere anche Jeremy:"Noo no no. Io n non posso e non voglio perdere Jeremy. Ho già perso Jace e ne sto rimpiangendo tutta la vita. Ho promesso che avrei protetto io Emily e Jeremy come ha fatto Jace con me. Lui è morto per me. Sì lo ho detto va bene? È morto per me." ribadisco vedendo la faccia di Jake incredula con gli occhi ancora più sbarrati da prima, ormai sto urlando e tutti ci guardano ma non importa:"Andiamo subito all'ospedale prendo la macchina tu aspettami qua al cancello" annuisco perchè non ho le forze di fare altro. Ma prima di andare a prendere la macchina mi abbraccia, quasi come se fosse un gesto disperato, io ricambio e lui mi stringe forte. Sento una sensazione di protezione e le sue braccia che mi stringono sembrano dire che lui mi vuole solo per se. Non so il perchè di questo gesto ma mi fa sentire benissimo.ALL'OSPEDALE
Io e Jake stiamo aspettando i risultati dal dottore;le nostre madri stanno abbastanza bene e apparte lo shock hanno qualche ferita qua e là ma ora stanno riposando e non le possiamo vederle.
Siamo seduti in sala d'attesa ormai da un'ora, Jake mi sta tenendo in braccio e le nostre mani sono incrociate.
Non mi importa niente. Non è il momento di discutere o di fare l'arrabbiata con lui.
-"Karin, andrà tutto bene non è colpa tua"dice e io continuo a guardare verso il basso:"Karin"mi prende il viso e lo gira verso il suo, la mia faccia è a un centimetro dalla sua:"Tu non potevi fare niente. Jeremy starà meglio. Ora vieni con me prendiamo un pò d'aria e torniamo qua fra un'ora quando potremo vedere le nostre madri. "
-"C cosa, dove vuoi andare? "
-" Ti fidi di me? "
-"Sì"rispondo decisa
-"Bene allora seguimi"
usciamo dall'ospedale e raggiungiamo un parco qui vicino, ci sediamo su una panchina e io sento di dovergli raccontare di Jace:"Beh avevo dodici anni e stavo giocando a nascondino con mio fratello nel cortile di casa, lo so eravamo grandi ma bastava passare il tempo insieme" faccio un sospiro e Jake mi dice che se non voglio non c'è bisogno che lo racconti:"Puoi dirmelo quando sarai pronta" io penso sia il momento:"Sono pronta, non ti conosco benissimo ma so come sei fatto. Lo ho capito. Quindi mi sento in grado di raccontartelo" poi continuo:"Il gioco si era spinto troppo in là ed è stato proprio quando mi nascosi in un vicolo vicino a casa che Jace mi trovò ma a trovarci erano stati anche degli uomini. Non so quale era il loro motivo. Loro volevano solo farci del male. Che schifo di uomini" il ricordo mi fa stare molto male. Lo rivivo tutti i giorni quel momento ed è ora di aprirsi e raccontarlo, Jake mi da una carezza sulla guancia e poi mi lascia un bacio sulla fronte, un segno di affetto. Lo faceva sempre anche Jace:"Per fermare me bastava un solo uomo, mentre a tenere Jace erano in quattro. Poi ci legarono le mani e le gambe e ci volevano costringere a dire dove tenavamo i soldi e i gioielli, tutti i beni preziosi in casa. Noi stavamo zitti. Poi un uomo disse che eravamo inutili così io presi coraggio e dissi che mi facevano schifo, erano uomini schifosi e che non avevano altro da fare, urlavo e mi dimenavo, Jace faceva lo stesso poi quello che sembrava il capo disse:"fatene fuori uno così l'altro soffrirà e starà male" che cosa spregevole, cattiva, noi non avevamo fatto nulla volevamo solo un pomeriggio fra fratelli per divertirci. Poi un uomo mi puntò la pistola contro urlavo moltissimo, gli pregavo di non fare nulla e mio fratello stava zitto, non interveniva, era strano. Poi finalmente aprì bocca e disse che se qualcuno doveva morire fra i due quel qualcuno era lui. Ricordo ancora l'amara risata di quell'uomo quando Jace decise di essere lui a essere ucciso" faccio un lungo respiro e continuo.
Non posso piangere.
Non qui.
Non ora.
Non davanti a Jake.
"Me ne pento, mi sento malissimo, è solo colpa mia. Io non ero riuscita ad oppormi. L'uomo diede a Jace la possibilità di 'salutarmi' Jace disse che mi amava più di qualsiasi cosa, poi mi stava per raccomandare qualcosa disse ricordat... E fu sparato" Jake mi stringe forte a se. Da lì segue un lungo silenzio ma non un silenzio imbarazzante, un silenzio piacevole, mi sento davvero vicina a lui ora che mi sono aperta: non capita spesso che io lo racconti, anzi tutti nella vecchia scuola sapevano che era morto ma nessuno conosceva la storia.
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Stay.
RomanceKarin ha diciotto anni, si sta per trasferire a New York per questioni di lavoro di suo padre; ha un passato difficile: all'età di 12 anni è stata rapita insieme al fratello che è morto, ma lei è riuscita ad uscirne viva, qualche livido ma quei liv...