Capitolo III

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Non sapevo se essere più esasperata per il fatto di essere chiusa in un ascensore con una sconosciuta, per il fatto che era l'una del mattino o perché Sascha mi aspettava per fare sesso. Premei mille volte il pulsante dell'allarme mentre Chiara cercava di telefonare alla reception, che però era sempre occupata. Dopo qualche minuto ci rinunciammo e ci sedemmo per terra, con la schiena appoggiata ad una parete.

Mi girai verso di lei; almeno avremmo avuto tempo per parlare.
-Allora... Ehm... Cosa mi stavi dicendo sui tuoi genitori? Cosa hanno fatto di così orribile per... Beh, per farti scappare di casa?- le chiesi imbarazzata.
Tutto d'un tratto lei si rabbuiò e si strinse le gambe al petto.
-beh... È una storia lunga...- sussurrò.
- suppongo che il tempo non ci manchi, dato che siamo bloccate in ascensore- ci pensai un attimo - comunque se non vuoi raccontare nulla... Cioè ti capisco, sono fatti tuoi-
Lei sorrise. - No, no. Mi farà bene parlarne con un estraneo... Tanto probabilmente, uscite da questo ascensore, non ci vedremo mai più.-
-mai dire mai- sussurrai, senza che lei mi sentisse.
-Allora... Ho ventidue anni, sono fidanzata da quando ne avevo diciassette con un ragazzo di due anni più grande. All'inizio era solo un gioco, ma col passare del tempo ci siamo veramente innamorati... Almeno io lo ero. L'anno scorso sono andata in vacanza con una mia amica e... Beh, ci siamo baciate. All'inizio pensavo fosse stato solo un momento, pensavo che avrei dimenticato tutto appena tornata a casa.
Arrivata a Roma andai subito da Luca, il mio ragazzo, e lui mi propose di andare a vivere da lui. Dopo un mese mi trasferii e per un po' pensai di aver dimenticato quel bacio, ma a marzo ho rincontrato la mia amica e...- si fermò e arrossì, girando la testa.
-Hey, non ti preoccupare. Anche io sono bisessuale, non è di certo un crimine! Potrei parlare per ore di come la penso, ma ti assicuro che non ti devi vergognare di cosa provi...- la rassicurai, e lei si girò e mi sorrise; un sorriso davvero stupendo.
-Grazie- mi disse abbassando gli occhi.
-Allora? Cosa è successo poi con il tuo ragazzo?-
-All'inizio non gli ho detto nulla, ma due settimane fa siamo andati ad una festa e io... ho alzato un po' troppo il gomito. La notte gli ho confessato tutto e il mattino dopo lui non c'era più-
-Oh... Mi dispiace molto... Ma perché i tuoi genitori ti hanno cacciata?-le chiesi curiosa.
-Non ho ancora finito di raccontarti. Io l'altro ieri ho fatto il test e...- abbassò lo sguardo.
-...Sono incinta di Luca-

In quel momento le luci dell'ascensore si riaccesero ed esso si rimise in motore.
Rimasi a bocca aperta ma non feci commenti, la aiutai ad alzarsi e uscimmo. Andammo silenziosamente verso il bar.
-Vuoi tenerlo?- dissi all'improvviso, senza pensare.
Lei sussultò ma annuì subito.
-tua sorella è sveglia?- cambiai discorso. Lei annuì di nuovo senza capire.
-Se vuoi vado a svegliare Sascha e le facciamo una sorpresa- sorrisi.
-Ne sarebbe entusiasta, ma non voglio disturbare. Se vuoi facciamo domattina...-
-Va bene, allora a domani.- la salutai.
Lei mi abbracciò, e questo mi sorprese, ma ricambiai contenta.
Presi le scale per non avere altri inconvenienti, entrai in camera ma Sacha dormiva. Perfetto, anche la nostra notte focosa era sfumata. Mi misi il pigiama e entrai nel letto. Sognai    Chiara, Sascha e un unicorno... Che cazzo di sogni facevo?

Una storia imperfetta//lasabrigamerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora