3. Lui

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"Triiiiiiin"
"Triiiiiiin"
Il trillo di Msn. Il primo accessario fondamentale per lo stalker del ventesimo secolo.
Nell'era degli sms a pagamento, dei nokia senza internet, msn era la vera salvezza.
Unico strumento in grado di trattenermi dentro le mura domestiche per più di due ore consecutive.
Il suono inconfondibile del trillo riecheggia nella stanza.
"Fla ho parlato con Arianna. La moretta. Quella che l'anno scorso è stata bocciata ed è rimasta in quinto B", il criptico messaggio di Massi.
"E quindi? Te la da stasera o domani mattina? Che novità", rispondo scocciato.
"No, stavamo parlando e mi ha accennato di quella biondina che era uscita prima l'altro giorno e ho indagato un po'".
Risposi immediatamente come solo si rispondeva ad una donna in fase di approccio, e mai solitamente ad un amico.
"E quindi? Mica le avrai detto che te l'ho chiesto io!"
"No no, è stata lei a dirmi che c'è una nuova, viene dal Visconti, e che in seconda ora ha detto di star male e si è fatta venire a prendere dal padre".
Ero sicuro che non fosse una casualità, ne ero convinto che non fosse stato un errore.
Fingeva troppo bene e per non destare sospetti si è fatta a casa anche il giorno dopo.
Chiusa la conversazione con un laconico "grazie", mi butto sul letto a pensare.
Non deve essersi trovata troppo bene al primo giorno se dopo un ora di lezione già è voluta scappare, pensai.
Non ne conoscevo il nome ma non sarebbe stato un problema.
Apro lo zaino nel momento in cui mia madre entra in camera.
È commossa di tanta intraprendenza.
Secondo giorno di scuola e la visione di suo figlio che comincia a studiare. Una visione celestiale.
Arrestata subito nel notare che quel libro da sottolineare non era altro che l'annuario dell'anno scolastico appena trascorso.
Un sogno interrotto.
Un po' come quando ti appresti a spogliare una ragazza e in un secondo ti avverte di avere le sue cose.
Ecco, questa è stata la faccia di mia mamma.
"Correva l'anno scolastico 2005/2006.....".
"Cazzo", pensai.
Avrei dovuto restituirlo a quel ragazzino a ricreazione!
Pazienza, glielo avrei portato il giorno seguente e mi sarei accertato che non si fosse fatto troppe domande in merito.
Scorro le pagine fino ad arrivare al quartoB.
"Antonelli, bernadei, calamatta ecc."
Segno tutti i nomi su un foglietto che trovo nella tasca dei jeans.
Ventuno nomi, in ordine alfabetico e mi prendo cura di segnare anche il nome di quella che più di una volta fece divertire il mio compagno di banco.
Di sicuro il registro avrebbe riportato un nome non presente su quella lista.
Il mio nome.
Il nome di quei capelli biondi.
Le labbra si inarcano leggermente verso il naso sul versante sinistro, un sorrisetto esce prepotente.
Avrei avuto la mia prima risposta.
Piegando il foglietto noto un appunto di Alice a cui non avevo fatto caso.
Quando me lo diede, all'uscita, ero troppo impegnato a guardare i rami che cadevano giù dall'albero.
"Alle 5 a Santa. Bella. Tvb".
Mi sento obbligato a dover spiegarne il significato.
Insomma Santa altro non era che il diminutivo di Piazza S.Emerenziana, dove trascorrevo gran parte del tempo quando non ero con i miei amici.
Si, perchè a Santa si rimorchiava sempre, non era mica il luogo dove inscenavamo improbabili tressette sul muretto della nostra piazza.
A Santa ci si andava con unico e solo obiettivo. Nella peggiore delle ipotesi qualche contatto si rimediava sempre.
Luogo di ritrovo di tutte le scuole circostanti, e la sera l'indianino accanto vendeva birre a pochi euro per la felicità degli avventori.
Per chi, invece aveva conquistato, ci si poteva spingere più in là da Romoli, per il classico maritozzo con la panna o il profitterol in monoporzione.
Arrivai verso le 17:15 e vidi Alice che mi aspettava con il suo chinotto in mano sulla panchina al centro della piazza.
Mi sedetti vicino a lei e mi offrì la sua Lucky Strike.
"Pariolina finta ribelle, compagna e lucky strike. Se mi canti albachiara dimmelo subito che vado al Pool".
Adoravo prenderla in giro.
Ma non era di buon umore.
E non lo capii mai se non molti mesi più tardi.
"Chicca si è innamorata di quel coglione di Massi".
Chicca, all'anagrafe Francesca, era la sua amica, compagna di banco dalle elementari.
Un litigio al giorno ma in fondo non si lasciarono mai.
Deglutii e le chiesi perchè lo avesse detto proprio a me, anche se un'idea me l'ero già fatta.
Non rispose, alzó le spalle.
"Alì lo sai com'è Massi. Lo sai vero che sono il suo migliore amico? Lo sai che si lasceranno, lei avrà le corna, io resteró con lui, lei mi odierà e ti dirà le peggio cose su di me e su di lui, di quanto siamo stronzi e sul fatto che tu debba smetterla di frequentarmi?", dissi tutto d'un fiato con aria preoccupata.
Capii che già aveva affrontato il discorso con la diretta interessata.
Insomma, Alice seppur compagna, era una tosta che sapeva il fatto suo.
"Ci parleró chiaramente ma già sai che finirà così. Dai accompagnami ad un bar carino, che sono stufo di star sempre qui a vedere sempre le stesse facce, andiamo al bar del Visconti, magari trovo qualcuna carina e meno mora della tua tinta corvina", le dissi ridendo.
Salimmo sul mio motorino e appena partii si avvicinó strillandomi nell'orecchio qualcosa che non capii o feci finta di non capire.
Sentii solo qualcosa riferito a quella ragazza bionda, ma non volevo dire nulla a nessuno.
Per ora avevo solo un foglio e una speranza.

In motorino sempre in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora