"ESISTERE PER DISTRUGGERE"

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Quando finii il mio film mentale, mi feci una doccia e mi vestii. Scesi per fare colazione e una cosa mi saltò all'occhio. Una sedia a rotelle. Su cui era seduta mia madre.
Immediatamente salii le scale e chiusi la porta a chiave.
Non volevo vedere mamma.
Ero io la causa dei suoi malesseri.
Però, sotto sotto, ero felice che stesse in quella condizione.
Insomma a me resta poco da vivere, perché dovrei fare pensieri altruisti sugli altri?
Perciò continuo a vivere gli anni, o l'anno, che mi restano in modo più tranquillo possibile.
Mi viene in mente lui.
Carter.
Vorrei, prima di morire, fare un bel viaggio. Lontano. Magari in Australia.
A Sidney. O in Norvegia.

Dopo mezz'ora mi decido a scendere le scale e andare in cucina.
Mentre mi avvicinavo "alla meta" potevo scrutare lo sguardo di mia madre trucidarmi.
Che sensazione orribile.
La cosa peggiore è che lei si ricordava tutto e sapeva che era colpa mia.
Chissà se lo sapeva mio padre.
Tanto a lui non frega niente di me.

Dopo una misera colazione, uscii di fretta da casa e mi fermai da Carter.
Suonai il campanello.
E mi aprì lui, Carter.
Appena mi vede sorride e mi dice: "Amore mio, scusa se ultimamente non sono venuto, ma ho un dolore all'anca un po' fastidioso e non riesco a muovermi tanto. Fatti dare un bacio Anne!"
Mi bacia, lo bacio, mi bacia.
Continua a parlare: "Dai entra! Ti senti bene vita mia? Sei triste? Che hai combinato Anne?!"
Lui non sapeva ancora niente di mia madre.
Scoppiai a piangere e non so il motivo.
Rabbia+tristezza amplificata.
Dio bono no.
Con furia colpisco Carter allo stomaco facendolo barcollare e infine gli do uno schiaffo in faccia facendolo sbattere contro la porta e cadere a terra.
Gli sanguina il naso.
Se lo pulirà.
Nel frattempo corro alle Due Croci.
Mi stendo sull'erba e mi addormento.

19.00
Mi sveglio.
Sono tranquilla.
Guardo il cielo e mi viene in mente Bree.
Mi manca.
E mentre la penso, appare accanto a me.
Con il tono di sempre mi dice: "Mary prova a ricordare cosa hai fatto dopo la colazione... Sforzati... Hai fatto qualcosa di molto grave... Pondera per un po'..."
E scompare.
Faccio quello che mi ha detto la mia migliore amica immaginaria.
Provo ripensare a tutta la mia giornata dopo quella misera colazione e ricordo di essere andata da Carter.
Fino a qui tutto bene.
Continuo a sforzarmi e ricordo che lui parlava veramente tanto e che io stavo per impazzire.
Lui però sembrava non accorgersene.
Ricordo di avere la rabbia e la tristezza amplificata e...
Sangue.
Ricordo che gli sanguinava il naso. Dio bono!!!
Come ho potuto!!!
Ho fatto male a mia madre e adesso al mio amore?!
Che sto diventando?
Corro da Carter e improvvisamente noto che la porta è sfasciata e la macchina dei genitori del mio amore non c'è.
Provo a chiamarlo al cellulare.
Ha la segreteria.
Panico.
Cosa posso fare?
Come posso sapere cosa hofatto Carter?
Perché esisto? Per distruggere?

Tramontare per rinascere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora