"CAMBIAMENTI DRASTICI E INASPETTATI"

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Stavo dormendo, quando sentii dei passanti gridarmi: "Tu, ragazza addormentata, rispondi al cellulare!!! Disturbi la nostra quiete!!!"
Si dà il caso che anche io ero immersa nella mia quiete, prima che quei ciccioni amanti dello yoga mi svegliassero.
Comunque avevano ragione: avevo qualcosa come 13 chiamate di Carter.
E 4 di mio padre.
Cacchio ha saputo di mamma.
Oh dio bono, perché tutte a me?!?!
Prendo la borsa e corro a casa.
Ansia amplificata.
Ho un attacco di panico, sto per vomitare; il mio corpo è diventato bianco cadaverico, cosa mi succede?!
Non sento le gambe.
Svengo.

Sogno Bree.
E mi sento felice.
Poi mi viene in mente la mia vita.
Carter.
Ma dov'è finito?
Da quando non ho accettato l'anello, non si è fatto più vedere.

Mi sveglio.
Mi sento bene.
Wow.
Corro a casa, con la speranza che mia madre non sia morta e che mio padre non abbia scoperto nulla.
Prendo le chiavi di casa e del garage.

Il corpo di mia madre non c'è.
Oh Gesù.
Sto per svenire. Di nuovo.
Ansia amplificata. Di nuovo.
Cerco di camminare velocemente ed entrare in casa sperando di non trovare mio padre in lacrime per mamma, e invece...
È a casa.
Spaparanzato sul divano, gustando una birra al limone e chinotto (la mia preferita) mentre guarda la TV.

Non ci posso credere.
Con aria tranquilla mi dice: "Anne, tesoro, come ti senti?"
È tutta finzione questa, vero?
Gli rispondo cercando di mascherare la mia ansia: "Bbbbbbbbene. Insomma, sì... Bene..."
Stavo per chiedergli di mamma, quando, fece un cenno con la testa e se ne andò in bagno.
Era il momento giusto.
Posai la borsa e le chiavi, mi tolsi la giacca ed entrai nella camera dei miei.
Mia madre era lì.
Sul letto.
Viva.
Con voce stanca e straziata, mamma mi disse: "Oh, Mary... Guarda come mi hai ridotta."
Ricordava tutto.
Cristo.
Uscii e corsi in camera mia.
Mi cambiai.
Mi vestii in tenuta sportiva.
Avevo bisogno di andare a correre.
Presi il cellulare e in fretta me ne andai.
Corsi, corsi, corsi...
Mi fermai alla porta di Carter e senza esitazioni suonai il campanello.
Mi aprì il mio amore.
Mi disse: "Come sei bel..."
Non gli feci finire la frase che lo baciai.
Lo bacio. Mi bacia. Lo bacio. Mi bacia.
E così via, senza fine.
Quando fummo stanchi, ci sedemmo sul divano.
Immediatamente dissi: "Amore, ma dove eri finito? Da quando ho detto che non volevo impegnarmi seriamente con te, non mi hai cercata o chiamata... Perché fai così Carter? Perché? Ogni volta che una cosa non ti sta bene, non mi rivolgi la parola per settimane. È un comportamento da bambini, sappilo."
Mi alzai e me ne andai.
Chiusi con forza la porta e continuai a correre.

Ma che avevo fatto?!?!

Fu questa la prima domanda che mi venne in mente al mattino.
Come avevo potuto trattare Carter in quel modo?
Mi lavai e vestii in fretta e corsi subito da lui.

La mia vita stava cambiando drasticamente.

Ed io ancora non lo sapevo.

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