Epilogo

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9 mesi dopo:

Mi svegliai, accorgendomi immediatamente di non essere a casa.
"Amore mio! Finalmente!" Sentì la voce di mia madre risuonare nelle mie orecchie, poi, mi avvolse in un abbraccio affettuoso senza dire niente.
Ero stordita. Non ricordavo nulla di quello che era successo.
"M-mamma, p-perché s-sono i-in o-ospedale?" Balbettai dalla confusione. Niente, stavo provando a sforzarmi, ma non ricordavo.
"Nove mesi fa hai avuto un incidente, c'era tuo padre a bordo della macchina" disse piangendo. Un incidente?! Mio padre?!
Non ci stavo capendo niente.
"L-lui dov'è?" Chiesi preoccupata. Aiuto, cosa stava succedendo?!
Mia madre non rispose, continuò a fissare invano, con una lacrima che le stava scendendo dal viso.
"M-mamma?" La chiamai un'altra volta.
"Charlotte, t-tuo padre è morto" disse continuando a piangere. C-cosa?!
"È-è v-vero?!" Infinite lacrime, cominciarono a bagnare le mie guance pallide. No. Non volevo crederci.
Annuì. Scoppiai in un pianto isterico, così corse subito ad abbracciarmi.
All'improvviso entrò il dottore: "Sc- Ho interrotto qualcosa?" Disse guardandoci confuso. Mi staccai un minuto dall'abbraccio per rivolgere lo sguardo all'uomo.
"N-no, s-si i-immagini" dissi cercando di non farmi vedere debole. Odiavo mostrarmi senza forze davanti alle persone.
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Disse una serie di cose che io manco ricordavo, (per fortuna mia madre era riuscita a stargli dietro), e poi lasciò la stanza.
"M-mamma, ma cosa è successo?" Chiesi terrorizzata. C'era qualcosa che mi bloccava dal dispiacermi per mio padre, ma non capivo cosa.
Non disse niente; in questa frazione di secondi, ci fu un silenzio tombale.
"È difficile da spiegare, ma in poche parole, lui ti ha rapita, ed ha tentato di ucciderti facendo un incidente stradale" cosa?! Veramente mio padre era un mostro del genere?!
E fu in quel secondo, che come un fulmine, mi ricordai ogni minima cosa.
Mi ricordai il preciso istante in cui me lo trovai dietro lo specchio del bagno, il giorno precedente.
Mi ricordai che mi aveva drogata, e che mi risvegliai in macchina.
Mi ricordai il momento in cui andò a tutta velocità, andando a schiantare contro una macchina.
"Ora mi è tutto chiaro!" Strillai compiaciuta. Che tu possa bruciare all'inferno, papà.
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Harry's pov

Nove mesi. Erano passati nove fottuti mesi da quando l'avevo vista l'ultima volta. Forse sarei dovuto rimanere lì, quella notte. Pensai.
Ormai, non avevo più ricevuto notizie di dove fosse, o che fine avesse fatto.
Mi ero sentito solo in questi mesi. Sentivo che mancava una parte di me. Le ero pure rimasto fedele; niente più feste, scopate.
Non me ne fregava più un cazzo di questo genere di cose, ora nella mia testa c'era solo lei.
Continuai a cercarla fino a solo due settimane fa, ma poi persi la speranza; ogni volta che chiedevo di lei in giro, la risposta era sempre "no".
Quindi ho lasciato perdere tutto, e mi sono arreso.
In quel preciso istante, sentì squillare il telefono.
Adesso chi cazzo è?
Lo presi bruscamente, e risposi.
"Chi è?!" Strillai per l'urto.
"S-sono la madre di Charlotte" sentì una voce strozzata. Aspetta!!! CHARLOTTE.
"SI! CHE È SUCCESSO?! STA BENE?!" chiesi preoccupato. Ogni secondo che passava senza ricevere risposta, era come un taglio profondo sulla mia pelle.
"ALLORA?!" Strillai dall'ansia. Cazzo, rispondi.
"V-vieni in ospedale" non fece in tempo a parlare, che chiusi la chiamata, e scattai alzandomi dal divano.
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Anche se erano solo dieci minuti, le ore passate a guidare in macchina, sembravano interminabili. Merda.
Avevo paura di qualunque cosa le fosse successa.
Appena arrivai davanti al grande edificio, uscì di fretta dalla macchina, sbattendo lo sportello.
Entrai correndo nei corridoi, ed appena vidi una signora sulla sessantina, cominciai a parlare: "Dov'è Charlotte?!" Dissi con il fiatone. Avevo corso tanto, cazzo.
"Uhm, qua c'è una sola Charlotte. Stanza numero 101, corridoio a destra" disse guardandomi infastidita. Fanculo.
"Grazie!" Dissi, e corsi più veloce che potevo per arrivare alla sua stanza.
Stanza numero 101, 101.
Mentre correvo ed ero perso tra i miei pensieri, andai a sbattere contro un'infermiera, un po' troia.
"Ehi tesoro, cosa ci fai qua tutto solo soletto?" Ma stiamo scherzando?! Aveva una gonna che a malapena le copriva il culo, poi non parliamo della maglia, tra un po' le scappavano letteralmente fuori le tette.
"Levati dal cazzo e non rompere i coglioni!" la scansai violentemente da me, e poi se ne andò, guardandomi stranita.
Qualche mese fa, l'avrei scopata così forte, che le avrei fatto dimenticare il suo nome.
Ma fanculo a questi pensieri di merda!
Continuai a correre, fino a quando vidi una targa con il numero '101'.
Bussai violentemente alla porta, e venne ad aprire una donna sulla cinquantina: la mamma di Charlotte credo?
"Oh, eccoti qu-" la scansai non appena incontrai i suoi occhi.
Un sorriso a trenta denti, spuntò sul mio viso, e corsi immediatamente fra le sue braccia.
"H-harry" disse debolmente piangendo.
La strinsi più forte che potevo e dissi "Amore mio" vidi una lacrima scendere sul mio viso.
Mi aveva preso troppo quest'amore, forse più di quello di Marie.
"Dov'eri finita? Cos'è successo?" Dissi senza interruzione, continuando ad accarezzarla.
Lei rise dolcemente.
"Ti racconterò tutto dopo" a mia insaputa, prese il mio viso tra le mani, e fece unire le nostre labbra in un bacio dolce, voluto.
"Quanto mi sei mancata" dissi sorridendo nel bacio.
Resi il bacio più intenso, chiedendole accesso alla bocca; dopo neanche un minuto, le nostre lingue si premevano dolcemente una contro l'altra.
"Ehm ehm" il dottore attirò la nostra attenzione. Fanculo. Dopo nove mesi che non la rivedo, vieni anche a rompere le palle?
Mi trattenei seriamente a non dire quello che pensavo.
"Se non vi disturbo, volevo solo dirvi che fra una settimana, la paziente potrà tornare a casa" disse guardandomi male. Cazzo guardi?
"Una settimana?" Quasi si strozzò con il suo stesso respiro.
"Si, signorina Charlotte. Dopo il grave coma che ha avuto, dobbiamo accertarci che sia tutto apposto" disse seriamente.
Lei sbuffò fortemente.
"Resterò tutti i giorni qui, per te, amore mio" sorrisi, baciandola di nuovo.
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1 mese dopo:

Ora ci trovavamo a casa nostra, felici ogni giorno di più di aver fatto questa cosa.
Io ed Harry, decidemmo di andare a vivere insieme solo una settimana dopo che ero tornata dall'ospedale.
"Amore, potresti passarmi quella busta lì?" Mi chiese, mentre era indaffarato a sistemare le varie cose sui mobili.
"Certo, vita mia" sorrisi passandogli la busta, poi gli lasciai un bacio a stampo.
Era da già passato un mese, ma la sistemazione della casa, ha richiesto più tempo del solito.
"Ecco fatto" sorrise soddisfatto, stringendomi la vita.
"Ti amo, Harry" incrociai i miei occhi con i suoi.
"Ti amo anch'io Charlotte, tanto" disse sorridendo, per poi baciarmi la testa.
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A volte la vita ci impone degli ostacoli, che a volte sono anche difficili da superare;
Ma il punto che tutto questo succede perché ognuno cerca la sua felicità, ed è impossibile trovare la propria felicità, senza soffrire almeno un po'.
È il nostro destino, che decide quale sarà il nostro futuro, quando arriverà la nostra fine, se ci pensate bene.
Visto che nessuno può sfuggire al proprio destino, secondo me la cosa migliore da fare, è vivere la vita, perché ne abbiamo tutti una sola; quindi dobbiamo godercela fino in fondo.
Le persone che più odiate, quelle che vi rovinano la vita, quelle che vi fanno sentire un essere inutile, a volte sono le persone che più vi salvano la vita, quelle che vi danno un senso per andare avanti.
Io non mi pentirò mai della mia scelta, del mio destino; perché da tutto questo, ho imparato una cosa;
Tutti possono cambiare.

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Eccomi con l'epilogo!♥
Voglio seriamente ringraziare tutti quelli che hanno votato, commentato la mia storia, non vi ringrazieromai abbastanza per questo.
Mi scuso vivamente se ci sono degli errori, ma da come potete vedere, il capitolo è lunghissimo, e non ho tempo per starlo a ricontrollare.
(P.s. se non vedete nessun errore, è perché sono pignola, ihihihi, in pratica mi contraddico da sola, lol)
Vi amo!!♥
Tanti bacini.
By Myloves9498

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