CAPITOLO 15

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Riley
Era passata una settimana ormai da quando Allison era venuta a trovarmi per dirmi di tornare dal Branco.
E io in sostanza le avevo riso in faccia, mandata a quel paese e chiuso la porta addosso.
Da quel momento non ero quasi mai uscita da casa però oggi dovevo andare in paese, mio cugino era arrivato da poco e da quanto avevo capito aveva bisogno di parlarmi.
Quindi oggi mi ero preparata per andare, mi ero lavata e vestita con una canottiera, era fine ottobre in montagna, blu scuro e dei jeans a sigaretta lunghi e bianchi, avevo fatto colazione poi mi ero incamminata, visto che la mia moto era andata a farsi fottere, verso la piccola città dove teoricamente andavo a scuola, ormai avevo disdetto la mia iscrizione.
Ora era l'una di pomeriggio e io vagavo per la città senza una meta avevo appena finito di mangiare al MC.
Stavo sorseggiando una coca con una cannuccia colorata.
Due giorni fa  avevo chiamato mio cugino se voleva stare qui per aiutarmi con la questione vampiri, lui era un cacciatore, ma non il solito cacciatore lui cacciava principalmente vampiri ma volendo poteva benissimo uccidere anche un licantropo adulto a mani nude.
Il suo nome era Jace.
Avevo appena messo il telefono in tasca quando questo inizia a vibrare, sullo schermo compare il nome Jace, rispondo senza esitare.

Ciao ragazzina dove sei

Aveva una voce bassa e roca, diversa da quella che aveva a 14 anni.
Io avevo sempre odiato chi mi chiamava in quel modo.

Sono in un piccolo parco, seduta sull'altalena, abbastanza distante dal centro.

Dissi io, ignorandolo.

Ok arrivo subito, sono a due isolati da qui, aspettami.

Stavo per rispondere quando mise giù la telefonata.
Jace non me lo ricordo molto bene, si ci vedevamo a Natale o Pasqua per stare tutti insieme, ma questo era finito tanto tempo fa, io avevo circa 10 anni.
Lui me lo ricordavo fino hai suoi 13 anni, poi era sempre un cacciatore quindi, tratti del carattere duri, e poi con quei capelli metteva una certa soggezzione, per non parlare degli occhi.
Mio fratello ne aveva sempre avuto paura, sia del carattere sia l'aspetto, andava in giro vestito di nero o con giubbotti di pelle, con sempre qualche pugnale in tasca.
Eccolo lì in fondo alla via.
Con un passo rilassato, un giubbotto di pelle, appunto, la magli nere delle gomitiere, e una tuta sempre nera.
Quando mi vide mi fece un cenno con il capo.
Quando fu più vicino potei notare che aveva un tatuaggio, rappresentava una fiamma, penso.
Appena fu di fronte a me mi abbracciò di slancio.
E mi sussurrò all'orecchio.

J:"Mi sei mancata tanto, ragazzina. "
Ricambiai titubante l'abbraccio, non pensavo fosse anche così emotivo.
R:" Anche tu Jace, anche tu "
J:" Allora spero che tu sia di buon umore, perché ho una persona da presentarti."
R:" Mi devo spaventare? "
J:" No "

Da dietro di lui, esattamente da dove era arrivato, apparve una figura snella che veniva verso di noi.
Appena fu più vicino riconobbi che era una ragazza sui 18 anni.
era vestita con una felpa grigia con sopra una giacca di pelle marrone, aveva dei Jens neri, hai piedi aveva degli stivali marroni.
Il suo viso era grazioso, in questo momento non era truccata, probabilmente era anche lei una cacciatrice, lo deducevo da
fatto che fino a qui sentivo il tintinnio del metallo provenienti dai coltelli nascosti negli stivali e nei vestiti.
J:" Ry, lei è Sophi. È francese ma se la cava con l'inglese. È una cacciatrice, ed è la mia compagna. "

(Sophi)

L'ultima frase la disse tutta d'un fiato

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L'ultima frase la disse tutta d'un fiato.

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