Il mio risveglio era sempre stato un trauma: fa freddo, mi stringo nelle coperte,la sveglia suonava, zia mi privava della coperta e io mi costringevo ad alzarmi.
Zia Kelly, una cinquantenne iperattiva e con la passione per i romanzi rosa e i thriller, faceva scaricare il cesso del piano di sopra, risvegliandomi per bene.

Indossai uno dei miei tanti maglioncini colorati sopra una canotta qualsiasi, oggi bianco panna, e dei jeans aderenti, le scarpe che indosso sono le prime che avevo sott'occhio.
Mandi giù un waffle confezionato e, con il mio parka verde e il mio zaino dai colori scuri, saltai sullo scuolabus che arriva di fronte casa mia.

Infilai il parka e mi ci strinsi dentro per il freddo.
Scesi dal bus e la mia solita routine scolastica incominciò: prese in giro e chiusure nell'armadietto durante la pausa.La bidella aprì l'armadietto e io la ringraziai appena in tempao per entrare nella classe di matematica.

Il professor Franklin ,un uomo di circa quarant'anni che indossa sempre una cravatta ogni giorno diversa. Oggi ne indossa una verde pistacchio con dei fiorellini blu elettrico.
In questo periodo stiamo affrontando le equazioni. Di nuovo.
Vorrei dirvi che sono un genio in matematica ma, purtroppo, non lo sono.
Almeno, non quanto Logan Jackson.

Logan Jackson è un ragazzo molto bello, almeno per me. Capelli e occhi castani, alto e con massa grassa pari a zero. Parla solo con i suoi amici,tutti - ovviamente- in classe con lui, e proviene dal Canada.
Non fa sport di alcun genere però, la sera, torna a casa tutto sudato e con i bicipiti leggermente più gonfi.
Come lo so? Abita due vialetti più giù del mio.

Appena finisce l'equazione il professore lo guarda soddisfatto , lo manda a posto e io non posso fare a meno di guardarlo. «Ciao, Knight» mi salutò facendomi un sorrisino compiaciuto e io feci qualcosa di cui mi pentii dopo qualche secondo.
«Ciao a te, Jackson!» il mio tono zelante e la mia mano alzata fecero sorridere i professore che, evidentemente, aveva chiesto chi voleva venire come prossimo.
«Signorina Knight, ma che piacere! Venga,su!» disse tutto contento il professore.

Restai qualche secondo pietrificata per poi scrollarmi di dosso quella sensazione di inquietudine e paura.
Mi avvicinai contro voglia alla lavagna e poi mi resi conto che l'equazione precedente era stata scritta all'altezza di Logan, ovvero a un metro e ottanta d'altezza.
Mi misi in punta di piedi per cancellare la tavola nera mentre nella classe si espandevano le risatine delle oche di turno, e il professore fece vibrare la cattedra con una manata.
Per fortuna l'operazione matematica la svolsi velocemente grazie a un ragazzo che mi disse passo passo il procedimento e il risultato.

La campanella suonò con mio sommo piacere due minuti più tardi, uscii dalla classe e mi diressi verso il mio armadietto.
Sulla porta di ferro color verdone trovai un post-it : questo è l'armadietto di Blaire la sfigata.
Testuali parole erano scritte sul bigliettino.
«Perché hanno scritto quello? » mi chiede la voce di Logan. «É dal primo anno che fanno così. Non ho mai capito il perché, ne loro me lo vogliono dire.» dissi accartocciando il foglietto e facendo canestro nel cestino là vicino.
La serratura fece uno schiocco sonoro prima di aprirsi. Sento lui sospirare- oppure prendere un bel respiro- prima di chiedermi una cosa che non avrei pensato accadesse. «Bene ci vediamo a casa tua sta sera?» mi chiese con un sorriso. «S-si, va bene» dissi e lui se ne andò fischiettando, forse a casa tua.

Cosa aveva organizzato mia zia?

Spazio autrice
Ciao a tutti. Spero che la mia storia vi piaccia, anche perché è la prima storia che scrivo. Stellinate mi raccomando!

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