Chapter Five.

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Mi svegliai abbracciata ancora ad Aiden, e mi stiracchiai leggermente evitando di svegliarlo. Guardai fuori dalla finestra che si affacciava sugli altri condominii e vidi che il sole si stava alzando nel cielo.
Mi girai a guardarlo mentre dormiva. Era così bello, assolutamente perfetto. I suoi capelli biondi scuro, i suoi lineamenti, l'accenno di barba, la sua bocca, e anche i suoi occhi che erano chiusi, sapevo che erano assolutamente stupendi, con quel verde sfumato al marrone chiaro.
Abbassai lo sguardo e vidi che era senza maglietta. Mi sentii imbarazzata dal momento che la sera prima non lo avessi notato. Non riuscii a evitare di pensare quanto fosse bello con quegli addominali scolpiti, le braccia possenti che in questo momento mi stringevano.
Improvvisamente lui aprì gli occhi, e notò che io lo stavo fissando.
"Buongiorno." Mi sorrise, con gli occhi ancora assonnati.
"Buongiorno." Risposi sussurrando.
Mi liberò da quella sorta di abbraccio, e questo mi permise di alzarmi.
"Aiden, tu resta qui, arrivo tra poco." Gli dissi, e lui annuii.
Uscì, e mi avviai verso la cucina. Volevo fargli una sorpresa. Misi su il caffè, presi dei biscotti, e una tazza di latte. Presi il vassoio e posi alcuni biscotti in una ciotolina. Quando finalmente il caffè fu pronto, ne versai un pochino nella tazza del latte, in modo da ottenere un tiepido caffèlatte. Corsi in bagno a lavarmi i denti, volevo evitare di avere un alito pesante mentre gli stavo vicino, e cercai di sistemarmi un pochino i capelli in modo da redermi perlomeno presentabile.
Tornai in cucina a prendere il vassoio, e rientrai in camera di Aiden. Lui mi guardò sorpreso, e si tirò seduto sul letto. Gli appoggiai il vassoio vicino, e gli rubai un biscotto al cioccolato. Mi sedetti difianco a lui, e lui iniziò a sorseggiare il suo caffèlatte.
"Grazie mille, ma non dovevi farlo." Disse dolcemente.
"Voi mi offrite protezione, e io vi offro un caffè, è quel che si dice un compromesso, no?" Scherzai. Lui si mise a ridere.
"Sai, sono felice di aver preso una settimana libera. In effetti ultimamente stavo lavorando davvero troppo, e una pausa ci sta." Ammisi.
Lui annuii, "Sono d'accordo con te." Sorseggiò ancora una volta e poi riprese a parlare. "Come farai quando inizierà l'università? Cioè non credo riuscirai a lavorare e a studiare contemporaneamente." Disse dubbioso.
"In realtà credevo di chiedere aiuto a i miei, altrimenti non riesco ad andare avanti. Oppure sono costretta a fare un anno sabbatico." Risposi dispiaciuta.
Credevo seriamente di avercela fatta, ma i soldi che guadagnavo con la ferramenta non erano dicerto abbastanza. Ancora una volta avevo bisogno dei soldi dei miei genitori, che strazio.
"Potrei aiutarti io." Disse guardandomi negli occhi.
"Stai scherzando? No, Aiden, non ti chiederei mai una cosa simile." Ero incredula, lo stava dicendo davvero?
"Infatti non me lo stai chiedendo, mi sto offrendo io. E poi i soldi non ci mancano, diciamo che abbiamo ereditato parecchi soldi." Ammise.
Non risposi, gli lanciai un'occhiata. Non volevo che mi desse dei soldi, perciò mi alzai dal letto e uscii dalla stanza senza dire nulla. Volevo evitarlo questo discorso, mi faceva sentire dipendente ed era una cosa che odiavo. Andai nella mia camera e decisi di cambiarmi, non potevo stare in pigiama per sempre, sopratutto avendo Aiden in giro per casa, che mi guardava. Mi misi dei jeans lunghi a vita alta, una canotta bianca, e un cardigan verde. Sentii bussare alla porta.
"Posso entrare?" Era Aiden.
"Si, certo." Dissi.
"Sei uscita dalla stanza così turbata e ho creduto che quel che ti avevo proposto ti avesse dato fastidio. Mi dispiace." Si scusò.
"Non fa nulla, non preoccuparti. È solo che è un argomento difficile per me." Dissi.
Lui annuii.
Mi girai a guardarlo meglio, e mi sentii una stupida. Era ancora a petto nudo, con solo dei pantaloni del pigiama grigio scuro.
Arrossii quando feci cadere il mio sguardo sui suoi addominali, e lui, notandolo si mise a ridere.
"Oggi ti porto in un posto." Mi disse sorridendomi con il suo solito sorriso malizioso.
"Uhm, va bene." Accettai, consapevole che mi avrebbe potuto portare ovunque, ed io di certo non glielo avrei impedito.
Ero molto incuriosita, ma anche intimorita. Dove mi avrebbe portata? Saremmo stati soli? Cosa avremmo fatto? Mille domande si fecero spazio nella mia mente.
"Io vado a fare una doccia." Annunciò riportandomi alla realtà e io mi limitai ad annuire.

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