Chapter Four.

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Aiden mi portò nel mio appartamento per prendere i miei vestiti, mi sarei dovuta trasferire da loro temporaneamente. Avevo troppa paura di stare a casa da sola, con una donna pazza omicida ancora in circolazione, davvero, non ne valeva la pena. Aprii la porta di ingresso, e Aiden ed io entrammo. Feci per andare verso la camera da letto, ma Aiden mi prese il braccio bloccandomi.
"Aspetta, c'è qualcuno qui." Disse a bassa voce.
"Cosa significa che c'è qualcuno qui? Come fai ad esserne certo?" Domandai senza prenderlo sul serio.
"Lo sento." Rispose.
Io mi misi a ridere, "Seriamente? Lo senti?" Era un sensitivo? Al solo pensiero mi venivano le lacrime agli occhi dalle risate.
"Dovresti dargli ascolto, Alexis." Una voce gelida fece eco nell'appartamento. La stessa donna del vicolo sbucò dalla porta della mia camera da letto.
Io indietreggiai fino ad arrivare al petto di Aiden. Lui mi prese e mi spostò dietro di lui. Stavo per mettermi ad urlare.
Sentii Aiden espirare ed inspirare forte. Si stava trattenendo, ma per che cosa?
"Oh, Aiden, ma quale sorpresa." Disse sorridente con un forte accento francese. "Sai bene che se ti trasformerai la spaventerai solamente, e poi non c'è Ethan, saresti forte solo la metà, mon chérie." Disse guardandosi le unghie.
Cosa significava "trasformarsi"? Dall'espressione di Aiden sembrava che volesse prenderla seriamente a pugni in faccia, e questo mi spaventava.
Lei girò il viso e puntò gli occhi su di me.
"Ti ha salvato una volta, mon amour, non lo farà una seconda. Devo finire ciò che ho iniziato." Esclamò la donna. Quest'ultima saltò 2 metri in aria e si fiondò su Aiden. Lui si sbilanciò in dietro, e questo mi portò a schiacciarmi contro la parete. Aiden era piegato su se stesso. Urlai più forte che potei, e dalla mia bocca uscii un urlo disumano. Aiden cadde a terra, e la donna balzò indietro contro la parete opposta, come se l'avessi spinta con tutta la forza che avevo in corpo.
Si rialzò dopo poco e mi guardò con uno sguardo gelido, pieno di odio. Guardai Aiden che era ormai in piedi e il suo viso era rivolto su di me. Il suo volto era cambiato radicalmente. Per iniziare, i suoi dolci occhi castani furono sostituiti da dei famelici occhi rosso sangue; al posto dei denti aveva delle grandi zanne; e per finire, aveva il pelo su tutte le guance. Spostai gli occhi sulle sue mani, e notai che aveva dei grossi artigli.
Indietreggiai e fui di nuovo attaccata alla parete. Sentii i miei occhi bagnarsi, e per la seconda volta, cercai di urlare ma dalla mia bocca uscii solo aria.
Mi accasciai a terra, e sussurrai il nome di Aiden.
La donna era ferma immobile a fissarmi, quando finalmente aprì bocca.
"Mi avevano riferito che tu avessi dei poteri, ma non avrei mai pensato che tu fossi una banshee." Era seria. Aiden era come immobilizzato, e continuava a fissarmi. La donna chiuse gli occhi e sussurrò delle parole che non capii, sembrava latino. Dopo pochi secondi scomparì e lasciò dietro di sè una nebbiolina nerastra, tipo fuliggine.
Aiden era ritornato quasi del tutto normale, se non fosse per gli occhi scintillanti.
"A-Alexis, ascolta." Sussurrò.
"Stammi lontano, ti prego Aiden." Dissi spingendomi sul muro più che potei.
Lui fece dei passi indietro, e si lasciò cadere sulla parete opposta.
"Fammi spiegare." Disse mantenendo lo sguardo fisso sui miei occhi. Continuò a parlare. "So che avrei dovuto parlartene prima, ma stavi male, avresti chiaramente dato di matto e io ed Ethan non potevamo permettercelo." Sospirò. "Siamo lupi mannari, Alexis. E siamo venuti per proteggerti. Là fuori ci sono tante, troppe creature che vorrebbero assorbire il tuo potere, e in realtà non avevamo idea di cosa tu fossi, ma ora lo sappiamo. Sei una banshee." Aggiunse tutto d'un fiato.
I suoi occhi erano finalmente tornati castani.
"I-io sono cosa?" Chiesi con un filo di voce.
"Sei una banshee. Vieni a casa con me, e te lo spiegheremo. Tranquilla, staremo a distanza da te di tre metri." Disse dispiaciuto.
"D-devo prima prendere le mie cose." Lo oltrepassai e andai nella mia camera da letto. Guardai sotto quest'ultimo, e tirai fuori la mia valigia. La posi sul letto e la aprii. Aiden era appena entrato in camera e si appoggiò al muro mentre mi fissava.
"Cos'è? Hai paura che io possa scappare? Credi davvero che ora so che sono una bansii, e ho degli strani poteri mi butto giù dalla finestra del quarto piano?" Dissi inacidita.
Lui abbassò lo sguardo per nascondere il sorriso.
"Si dice banshee, e no, essere tale non eviterà che ti spappoli sul marciapiede della strada." Continuava a ridere.
"Stai ridendo di me?" Dissi ancora piu infastidita.
Il sorriso si allargò ancora di più sul suo volto.
"No, dico davvero, non sto ridendo di te. È solo che per me è strano che tu non sappia cosa tu sia veramente."
"Stai ridendo di me." Affermai incrociado le braccia sul petto. Dopo dì che mi voltai e andai verso il comò. Presi alcuni vestiti e li riposi ordinatamente nella valigia. Feci questo via vai continuo tra armadio-valigia per minimo 4 volte, e tutto questo sotto lo sguardo di Aiden.
Quando finii ricapitolai.
"Quindi, tu sei un licantropo. Ethan è un licantropo. E io sono una banshee, ma allora quella donna cos'era?" Domandai.
"Lei era una strega." Si limitò a dire.
"Esistono le streghe?" Chiesi con una nota di incredulità nella voce.
"Si, e anche i vampiri, fate, oni, kanima, kitsune, nogitsune, druidi, e tante altre creature di cui probabilmente non so nemmeno l'esistenza." Rispose. "Ti spiegherò tutto più tardi." Aggiunse.
"Uhm Aiden? Dovrei prendere la biancheria intima... Potresti voltarti?" Ero imbarazzata a chiedergli una cosa simile, ma dovevo farlo.
"Certo, mademoiselle." Ghignò.
Si girò, e io andai più svelta che potei verso il comodino. Aprii il cassetto e tirai fuori più mutandine, reggiseni e calze che potei. Quando fui soddisfatta li riposi nella valigia, nascondendoli sotto i vestiti.
"Okay, puoi girarti." Dissi.
"Alexis, sai che non ce ne era il bisogno? Ti ricordo che ti ho già visto in biancheria intima." Ricomparì il ghigno di prima, e io arrossii violentemente.
"Uhm, non credo vorrei che la cosa si ripetesse." E invece era una bugia. Avrei voluto davvero che mi rivedesse con addosso solo quegli indumenti, ma sicuramente in un altro contesto, ad esempio con me cosciente. Avrei voluto... Okay, basta con questi pensieri. Magari i licantropi sanno leggere nel pensiero...Oh. Pregai tutti i Santi di no, sarebbe stato ancora più imbarazzante.
Nel frattempo Aiden aveva preso la mia valigia, e stavamo uscendo dal mio appartamento.
"Che ore sono?" Gli chiesi.
Controllò sul telefono, "Sono le 19:06." Mi rispose.
Eravamo finalmente arrivati al suo appartamento, che si trovava a due piani sopra il mio, e mi condusse nella camera degli ospiti: la mia nuova camera.
Era una camera molto semplice, ma comunque accogliente. Sulla parete di destra c'era un grosso letto matrimoniale con un copriletto di fantasie geometriche bianche e nere. Il letto era ricoperto di cuscini di varie forme. Sopra di esso, al muro, c'era un grosso quadro con scritta una frase in latino. "Mors omnia solvit."
La stanza era di un grigio chiaro, contornata da dei bordi bianchi. Sulla parete di sinistra, c'era una grossa finestra che dava sulla strada principale della cittadina. Sotto la finestra c'era un comò bianco, e affianco ad esso, c'era uno specchio alto.
Aiden poggiò la valigia sul letto.
"Fai come se fossi a casa tua. Questa è la tua nuova casa, per ora." Mi sorrise.
"Grazie per l'ospitalità." Ricambiai il sorriso.
"Allora, vuoi andare fuori a cena? O vuoi ordinare qualcosa d'asporto? Se vuoi possiamo anche guardare un film, sempre se ti va." Si grattò la nuca. Notai che era imbarazzato, e la cosa mi faceva solamente sorridere.
"Preferirei prendere qualcosa d'asporto, se per te va bene. E si, vada anche per il film!" Dissi entusiasta.

Ordinammo il cinese, che ci arrivò ben presto a casa. Ci sedemmo a tavola, e la regola dei tre metri era certamente andata a farsi benedire. Io lo volevo vicino, nonostante potesse essere pericoloso.
Presi la scatolina contenente gli spaghettini di soia, e le bacchette.
Provai a prenderli e arrotolarli, ma con scarsi risultati.
Vidi Aiden che mi guardava divertito. Sbuffai.
"Che cavolo hai da ridere tu?!" Sembravo una bambina, ma non mi importava.
Esasperata mi alzai, e andai in cucina a prendermi una forchetta.
Mi risedetti a tavola e alzai lo sguardo su di lui. Scoppiò in una fragorosa risata e nonostante stesse ridendo di me, era il suono che più preferivo in assoluto. Mi unii, e mangiammo la cena.
La serata proseguì sul divano, lui che mi teneva stretta a se, con il mio consenso, a guardare un film di Harry Potter. Era nostalgico tornare a guardare quel film. Stavamo guardando Harry Potter e il Calice di Fuoco. Piansi quando Cedric Diggory, morì. E c'era Aiden che mi consolava nonostante avesse un'aria divertita.
Finito il film mi girai seria verso di lui.
"Ascoltami bene. Se non rispondi come vorrei, mi alzo immediatamente ed esco da questa casa." Lui annuì.
"Di che casata sei?" Chiesi.
Lui allargò un sorriso sghembo.
"Serpeverde." Pronunciò lui.
Mi fiondai tra le sue braccia e urlai di gioia.
"Bravissimo! Potremo essere amici, allora! Ma hai visto Draco? È un figone, accidenti!" Blaterai.
Lui rise.
"Ma sono più figo io, non è cosi?" Ghignò per l'ennesima volta.
Io arrossii, e non risposi.

Quando fu l'ora di andare a dormire, ci ritirammo nelle nostre stanze, dandoci la buonanotte. Provai più volte ad addormentarmi, ma non ci riuscii.
Ethan era ritornato a casa alle 22, e parlammo un po' prima di andare nelle nostre camere, ma ormai era arrivata la mezzanotte.
Decisi di fare una cosa azzardata.
Andai nella camera di Aiden, facendo meno rumore possibile. Mi appoggiai sullo stipide della porta.
"Aiden? Sei sveglio?" Sussurrai.
Lui aprì gli occhi, si mise seduto sul letto.
"Non riesci a dormire? Beh, neppure io." Mi chiese dolcemente. Nonostante fosse buio, notai che stava sorridendo.
"Posso venire lì da te?" Continuai a sussurrare. Almeno col buio non riusciva a vedere le mie guance rosse.
"Certo." Si limitò a dire.
Salii a gattoni sul letto, fino a raggiungere il posto opposto al suo.
Ci mettemmo l'uno di fronte all'altro, sdraiati.
"Aiden?" Sussurai.
"Si?" Disse dolcemente.
"Posso rivedere i tuoi occhi? C-cioè.." Fargugliai.
I suoi occhi diventarono di un rosso brillante.
"Sono bellissimi" Mi scappò.
Non credetti di averlo detto davvero. Il mio cuore incominciò a battere piu forte. Mi girai dall'altro lato dandogli la schiena.
Dopo poco sentii circondarmi dalle sue braccia, in modo che la mia schiena era a contatto col suo petto.
"Tu sei bellissima." Sussurrò.
Mi strinsi ancora di più a lui, e sprofondai nel sonno.

***
Spazio Autrice: Ho voluto scrivere un capitolo più lungo del solito, e spero vivamente che vi piaccia. A presto!
-A

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