Crystal si svegliò come al solito nella sua stanza. Al suo fianco, però, c'era Shawn. La sera prima gli aveva chiesto di dormire con lei. Lui in tutta risposta aveva accettato entusiasta. Shawn dormiva ancora. In effetti era piuttosto presto.
Ed era anche sabato, avrebbe potuto dormire quanto voleva. Inoltre i genitori della ragazza sarebbero tornati venerdì per un viaggio di lavoro.
Viaggiavano di continuo, non avevano molto per prendersi cura della loro figlia.
A Crystal dispiaceva, ma semplicemente non lo dimostrava: era molto brava a fingere, per tutto questo tempo le persone non si erano né preoccupate, né immaginavano che Crystal stesse male.
La ragazza fingeva e nessuno se ne accorgeva. “Probabilmente a nessuno importa veramente di me.”, pensava di continuo.
Sentì un movimento di lenzuola al suo fianco, seguito da un tonfo.
Subito dopo si intravidero i piedi di Shawn oltre il letto.
Crystal scoppiò in una fragorosa risata. Era da tanto che non rideva in quel modo. Una risata così sincera.
Shawn si alzò dal pavimento stropicciandosi gli occhi.
“Adorabile.” Pensò la ragazza.
“Oh, grazie. Sapevo di essere altamente adorabile e tremendamente bello, ora hai confermato le mie certezze.” Disse Shawn facendo finta di spostarsi da un lato i capelli.
Le guance di Crystal si tinsero di rosso dalla vergogna: evidentemente aveva pensato ad alta voce.
“Tu? Bello? Pff.” Disse Crystal fingendosi indifferente.
“Se la pensi così...”
Il ragazzo si avvicinò pericolosamente al viso di Crystal. Quest'ultima trattenne il respiro involontariamente.
Restò vicino al suo viso qualche secondo poi iniziò a fare il solletico alla ragazza. Ne soffriva terribilmente, sin da piccola.
“Mi chiederai scusa per avermi ferito nell'orgoglio.”
“No, mai.” Rispose Crystal ridendo.
“Non era una richiesta, era un'affermazione. ” Ammiccò Shawn.
In fondo non era così timido. Dipendeva dalle situazioni in cui si trovava. Ovviamente se avesse dovuto parlare in privato, e seriamente con Crystal si sarebbe imbarazzato moltissimo.
Dopo varie suppliche da parte di Crystal, smise di farle il solletico.
Si guardarono negli occhi. Il loro sguardo passava dagli occhi alle labbra. Bruciava il desiderio di far combaciare le loro labbra.
Shawn decise di accorciare le distanze facendo scontrare le loro labbra.
Era un bacio bisognoso e passionale.
Entrambi avevano capito cosa volevano, e nessuno si sarebbe potuto mettere tra loro.
Nessuno dei due per il momento voleva parlare della situazione quindi si limitarono a staccarsi e guardarsi di sfuggita visibilmente imbarazzati.
“A-allora, vado a preparare la colazione. Tu fa come se fossi a casa tua.” Affermò all'improvviso Crystal per spezzare la tensione.
Scese al piano di sotto per preparare dei pancakes. Erano la sua specialità. Li cucinava spesso e non si stancava mai.
Questa era la prima volta che cucinava, o comunque mangiava, dei pancakes da quando si era fidanzata con Jack. Non mangiando più, di conseguenza, non ne cucinò più.
Shawn era la sua medicina. La stava trasformando nella splendida ragazza che era qualche mese fa. In soli due giorni l'aveva fatta sorridere di nuovo, dopo mesi e mesi di buio.
Shawn era arrivato come il sole in una giornata di pioggia. Poco dopo scese Shawn già preparato. Crystal aveva ben pensato di dargli dei vestiti di suo fratello, per potersi cambiare. Josh, aveva iniziato il college a settembre. La ragazza non lo sentiva molto, tornava a casa raramente: solo per qualche festività. Le mancava tremendamente, le mancavano i loro litigi mattutini per i cereali, il suo disordine.
Le mancava suo fratello, ma cosa poteva fare.
“Questi pancakes, sono davvero buonissimi, Crystal.” Quando sentiva Shawn pronunciare il suo nome rabbrividiva. Sembrava così perfetto detto da lui.
“Umh, grazie.” Rispose giocherellando con i suoi lunghi capelli corvini.
Era evidentemente imbarazzata. A differenza sua, Shawn era agitato ma non lo dimostrava. Era molto bravo a tenere sotto controllo le situazioni.
“Ti ringrazio, Shawn.” Disse Crystal guardandolo negli occhi.
“Perché mai?” Chiese Shawn, era piuttosto confuso.
“Per tutto, grazie di esserci sempre.” Aveva già gli occhi lucidi. Era l'unico che si preoccupava realmente per lei e lo apprezzava molto.
Ma lei si sentiva in colpa: solo adesso aveva capito quali sentimenti nutriva nei suoi confronti; solo adesso aveva capito che persona meravigliosa era. Solo adesso lo aveva notato dopo anni che lui ne era innamorato. Probabilmente non capiva come Shawn avesse potuto aspettare tutto questo tempo.
“Io ci sono e ci sarò sempre per te, Crystal, ricordalo.” Le disse dolcemente Shawn, e lei gli credeva, davvero. Sapeva che non stava mentendo dal suo sguardo serio e per i suoi dolci occhi marroni puntati nei suoi cristallini. Aveva visto Shawn serio solamente due volte da quando lo conosceva: il giorni in cui scoprì tutto e in quell'esatto momento.
“Anche io ci sono per te.” Disse Crystal accarezzando la guancia di Shawn. Era rimasta per qualche minuto assorta a contemplarlo. Era di una bellezza incredibile. Si domandò come avesse potuto non notarlo per tutto questo tempo. Lui la faceva sentire speciale, amata.
“Crystal, vorrei sapere se ti andrebbe di venire a cena con me.” Disse Shawn tutto d'un fiato. Era agitato, non sapeva se avrebbe accettato o magari se ne sarebbe scappata a gambe levate.
“Non devi veramente. Non dovresti fare tutto questo per me. Ma accetto con piacere.” Disse la ragazza sorridendo.
“Io farei di tutto per te, è un mio dovere prendermi cura di te.” Disse Shawn sorridendole.
“Comunque ti voglio pronta per le 8:30 p.m., ci vediamo più tardi Crystal. ” Continuò il ragazzo.
Prima che la ragazza potesse dire qualcosa le diede un piccolo bacio a stampo e uscì di casa.
Crystal rimase per un momento inebetita, poi si riprese.
Aveva meno di 12h per preparasi ed era nel panico totale. Ovviamente la prima domanda che si pose fu: “Cosa diavolo mi metto?”
Subito corse al piano superiore e si precipitò verso l'armadio. Rovistò tra i vestiti finché non ne trovò uno perfetto.
Era lungo fino alla caviglia con un lungo spacco sulla gamba destra. Era blu con delle gemme ad ornare lo scollo a "v"
Trovò da abbinarci delle décolleté, del medesimo colore, opache. Ovviamente aveva ancora molto tempo per prepararsi quindi decise di lasciare il vestito e le scarpe in camera e scese nuovamente al piano inferiore.
Dire che era agitata, era poco.
Non sapeva né dove l'avrebbe portata, né cosa sarebbe successo. I piedi battevano freneticamente sul parquet in legno. Aveva una tremenda paura di sbagliare qualcosa o di dire qualcosa di troppo.
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Block Notes -s.m.
FanfictionDove un ragazzo scrive ogni giorno una frase, sul block notes della ragazza che ama. [in revisione]