Capitolo 3

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Alzò la testa e guardò nella direzione da cui proveniva la voce.
Una donna sulla cinquantina dai capelli biondi raccolti in uno chignon disordinato si stava avvicinando a lui.

La squadrò meglio. Sapeva di averla già vista da qualche parte.
Quegli occhi celesti, quei capelli biondi...
Ma certo. Era la donna che il giorno prima gli aveva detto dove si trovava Jade.

《Allora?》rincalzò lei vedendo che il ragazzo continuava a guardarla senza che una risposta uscisse dalla sua bocca. Lo osservò meglio e si ricordò di lui. Come poteva scordarsene?
《Non le hanno detto che può entrare a vederla?》gli disse con tono più dolce ricordandosi di quel ragazzo che la mattina prima stava piangendo per la ragazza che aveva sconbussolato mezzo reparto.
《Sì, mi hanno detto che posso entrare.》
《Allora perchè non entra? Sentire la voce di una persona che ama potrebbe aiutarla a ...》
《Lo so.》disse lui interrompendola mentre guardava fisso il muro davanti a sè, come incantato
《Ma credo potrebbe aiutarla di più la voce di "qualcun'altro".》

L'infermiera inarcò le sopracciglia e chiese confusa《Come qualcun'altro? E poi ieri era così preoccupato...》

《Lo ero. Prima di capire tutto.》guardava ancora il muro bianco sporco, come se fosse la cosa più interessante di questo mondo.
La donna lo osservava, e più lo faceva, più gli ricordava un ragazzo.
Il suo ragazzo.
《Andiamo a prendere qualcosa? Le va un cappuccino?》

Beck alzò lo sguardo su di lei per la prima volta da quando avevano iniziato quella specie di conversazione.
Inclinò leggermente la testa e disse
《Preferirei un caffè.》
《Vada per il caffè.》disse accennando un sorriso mentre gli tendeva una mano per aiutarlo ad alzarsi.

~○~○~○~○~○~○~○~○~

Il bar dell'ospedale era messo un pochino meglio rispetto al corridoio in cui si trovava prima.
C'era un enorme bancone, alto e bianco dove dietro si trovava un ragazzo sulla trentina seduto su una sedia che scorreva annoiato il dito sul suo telefono.
Beck osservò meglio in giro e notò dei tavolini e delle sedie che sembravano fatte di stagnola. A suo parere non avrebbero retto ancora per molto.

L'infermiera si avvicinò al bancone e appoggiandosi ad esso
《Luke, potresti prepararci due caffè o sei troppo occupato ora?》
Il ragazzo alzò di scatto la testa dal telefono e guardò la donna con un aria spaesata, poi si ricompose, saltò giù dallo sgabello su cui si trovava e fece 《Certo, subitissimo》
E si mise ad armeggiare con la macchina dall'espresso con dei movimenti quasi automatici.

Beck si avvicinò timidamente alla donna mantenendo un passo di distanza da lei con le mani in tasca.
Si sentiva come riportato indietro nel tempo, quando la mamma pagava la spesa alla cassa oppure ordinava qualcosa al bar e lui se ne stava lì dietro di lei, piccolo e in imbarazzo.

《Ecco a voi》disse il ragazzo poggiando i caffè sul bancone.
Stava per risedersi sullo sbsbello quando l'infermiera lo fermò
《E il conto?》
Luke le sorrise amichevolmente 《Non preoccuparti, offro io》disse rivolgendole un occhiolino.

La donna scosse la testa ridendo e prese i caffè diretta verso uno dei tavolini.
《Non lo vuole più?》gli disse aspettandolo.
Non si era accorto di essere rimasto davanti al bancone.
《Ehm... no io...》cercò di dire, ma poi rinunciò nell'impresa di formulare una frase di senso compiuto e semplicemente andò verso la donna, indugiando un attimo prima di sedersi su quelle sedie di stagnola.

Aprì una bustina di zucchero e ne svuotò solo metà nel caffè.
Lei invece ce ne metteva sempre almeno due.

"Non so come fai a prenderlo così amaro"

I've died everyday waiting for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora