Ordinai per me una pizzetta rotonda bianca, che finì prima di arrivare alla palmetta, e dell'acqua, oltre alla Coca Cola per Greta.
«Quanto ti devo, Ceci?» domandò Greta in procinto di alzarsi.
Corrugai le sopracciglia. «Stai scherzando? E' solo una Coca Cola!»
Lei mi guardò arrossendo leggermente, era così adorabile. «Oh, grazie allora.»
Mi rivolsi a Cristina. «Hai visto Juan?»
«Sì, è andato a fare il bagno insieme a Edoardo e Luca. Guarda sono lì», mi indicò un punto e, anche se non li vidi, annuii.
Mi sedetti sulla sedia all'ombra ad osservare il mare. All'orizzonte il cielo si riversava nel mare senza stacco di colore, sembrava una linea continua. Come se volesse dimostrarci che la terra è rotonda.
Un pallone sbatté ai miei piedi, lo presi guardandomi attorno per capire a chi rimandarlo. Un bambino con lunghi boccoli scuri mi venne incontro. «Questo pallone è tuo, piccolo?» Il bambino annuì e fui confortata da quei occhi nocciola chiaro.
«Come ti chiami? Io sono Cecilia.»
«Mi chiamo Kevin. Puoi ridarmi il pallone?» domandò timido, arrossendo.
Glielo porsi e, inaspettatamente, mi diede un bacio sulla guancia per poi scappare via dai suoi amichetti. Ricominciò a giocare come se nulla fosse mentre io avevo un sorriso enorme sul volto, adoravo i bambini. Lo osservai giocare per un po', non capivo perché ma quel bambino aveva un'aria vagamente familiare.
«Cri, ti va di andare a fare una passeggiata? Farà bene alla tua abbronzatura!» scherzai alzandomi. Era inutile, non riuscivo a stare ferma un attimo.
A noi si unì anche Greta e quando raggiungemmo la riva, Juan stava uscendo dal mare. Sembrava uno di quei dèi che escono dalle acque nelle pubblicità: i capelli ricci scompigliati gli davano un'aria selvaggia e le gocce che gli ricadevano sul petto scolpito, lo rendevano sexy. Un paio di ragazze si fermarono per ammirarlo.
«Juan, vieni con noi?» Cristina gli si avvicinò e gli circondò la vita. La gelosia che provavano l'uno per l'altra era storica quanto inspiegabile. Juan annuì.
La passeggiata fu lunga e piacevole, scoprii che Greta era la compagna di banco di Cristina quando frequentavano ancora il liceo e, nonostante avessero preso strade diverse, erano rimaste molto amiche.
Scoprii come si fossero conosciuti lei e Luca: al negozio di abbigliamento dove era impiegata Greta; Luca ci andava sempre a comprare roba, «o per lo meno girava per il negozio senza né comprare né provare nulla, solo per guardare me» aveva sospirato Greta in modo sognante. Erano così dolci da far venire il diabete. Il modo in cui si erano conosciuti e il corteggiamento di Luca non rispecchiava il genere che avrebbe coinvolto anche me, ero più per le cose complesse e i rompi capo.
«...Luca alla fine mi aveva baciato davanti a tutti e da lì ci siamo messi assieme. Il 22 giugno facciamo un anno insieme.»
Sorrisi. «E' una bellissima storia la vostra, diciamo principesca! A proposito, stasera dobbiamo vestirci eleganti?»
Greta alzò le spalle. «L'Aurora è un ristorante dove ci si siete e si mangia. Sì, so che si fa dappertutto, ma volevo intendere che non è un pub in cui si balla. Io metterò un vestitino. Anche perché se c'è il padre di Luca devo fare bella figura.» Rise nervosamente prima di ficcare il telo nella borsa, una volta raggiunta la palmetta.
«Va bene, quindi a questa sera!» la salutai prima di incamminarmi verso il bar. Incredibile a dirsi, ma nonostante fossero le sette passate, c'era ancora fila! In quel momento Kevin mi si fiondò addosso, girandomi attorno e nascondendosi dietro le mie gambe. «Ehi, piccolo.»
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Nobody but us.
RomanceCecilia Nieto è una bellissima ragazza argentina, neolaureata in Psicologia e, insieme a suo fratello Juan, vogliosa di scoprire le bellezze dell'Italia. Tra queste c'è un raggio di sole più luminoso degli altri, Edoardo Santi, uno studente delle Be...