Non ci feci molto caso e chiesi:"Vieni con me a provare con le basi nuove?"
"Si" rispose con un filo di voce...
Si vedeva che era pensierosa...
Era seduta a terra guardando le sue scarpe...
Gli alzai la faccia con due dita per farla guardare verso di me...
"Cosa c'hai?"chiesi.
"Niente" rispose acida scansando la faccia e tornando a guardare le sue scarpe.
"Non è vero... Che c'hai?" dissi serio.
"Te..." si fermò subito.
"Io cosa?"chiesi.
"Te vuoi scappare all'infinito? Non pensi agli altri. A tua mamma... Ai tuoi fratelli... A m..." si fermò di colpo.
Abbassò lo sguardo...
"No non ci penso." dissi acido.
Silenzio...
Lei seduta a terra, io in piedi.
"Sono un mostro e tu una bambina."dissi"ti posso fare solo male..."
Silenzio.
Si mise a piangere.
La guardai.
Mi abbassai per vederla in faccia.
"Scusa..."dissi.
Mi avviai verso casa di Sanel.
Non mi girai.
Non volevo farla soffrire.
Una lacrima viaggiò sul mio volto.
No.
Non potevo.
Provare compassione non era nei miei schemi.
Provammo fino a sera tardi.
Le basi spaccano.
I testi fanno delirio.
Eravamo ad un passo dal successo.
Decisi di tornare all'accampamento.
Credevo che Letizia fosse tornata a casa.
Era là a fissare il fuoco.
"Prendi una coperta" dissi acido.
Appena si accorse di me andò nel capanno.
Cosa gli accadeva?
La lasciai stare.
Iniziò a piovere.
Rimasi fuori.
Ormai ero totalmente bagnato.
Restai seduto vicino al fuoco che si spegneva.
Si sentì un tonfo.
Qualcosa era caduto nel gazebo.
Corsi dentro.
Letizia era stesa a terra.
Del sangue usciva dal suo braccio.
Era svenuta.
La presi in braccio a mo' di sposa e uscitti dal gazebo.
Corsi con lei in braccio sotto la pioggia vicino a casa sua e chiamai il pronto soccorso.
L'ambulanza arrivò in fretta.
Io dovetti stare fuori.
Era sera.
Le sirene risuonavano per tutto il paese.
Guardai l'ora.
Feci una scappatella a casa a prendermi la bici e iniziai ad andare all'ospedale della città più vicina.
Pedalavo sotto quella pioggia costante...
Perché lo facevo...
In fondo era solo una ragazza con uno o più tagli sul braccio.
Continuavo a pedalare e a pensare.
Arrivato là ero fradicio e le infermiere mi diedero coperte e asciugamani per scaldarmi e mi fecero andare nella stanza di Letizia.
Mi dissero che era svenuta perché avevo perso troppo sangue.Aspettai che si svegliasse.
Passai ore a guardarla.
"Oddio..."una voce femminile occupò la stanza.
Mi girai.
Era una donna molto simile a Letizia.
La madre ipotizzai.
"Cosa hai fatto a mia figlia?" urlò.
"Niente. Non urli potrebbe svegliare l'intero ospedale visto che sono le 3 di notte".
La signora si sedette a fianco a me e si addormentò.
Io decisi di non dormire.
Volevo restare a guardare Letizia.Spazio autore
Grazie di tutto blablabla la ciao🌸💛🌸
STAI LEGGENDO
•Benvenuta nel mio mondo cane•
Teen FictionMattia, 16 anni, odia la sua vita e vorrebbe farla finita ma c'è qualcosa che lo blocca... O qualcuno????