Nico

3.6K 229 41
                                    

Ti prego, lasciami in pace.

Eppure ho notato che hai fissato i suoi occhi.

Non provo nulla per Jackson, non più, lo sai!

Oh, tu credi di non provare più nulla, ma il primo amore non si scorda mai, non lo sai?!

Smettila...

Quel Solace teneva a te. E ora lui non c'è più!

No...

Oh, si! Lui non è più qui!

Smettila ho detto!

Ora non hai più l'imbarazzo della scelta. Ora c'è solo lui!

Basta...

Ah già, dimenticavo! Lui è etero, vero?!

Basta!

Oh oh, Di Angelo arrabbiato!

Ho detto di smetterla!

Stai piangendo? Stai singhiozzando? Stai... Sognando?!

Cosa?

Idiota!

Ma... Cosa...?

Svegliati idiota!

Io... Will!

Svegliati!

Will! Ti prego, torna da me!

Svegliati!!

WILL, TI PREGO!

SVEGLIATI!

Alzati, Nico! Svegliati, ti prego!— era una voce... Una voce rilassata, profonda e da una parte scherzosa
Io stavo urlando. Il cuore mi batteva nel petto, come se stesse per schizzarmi fuori. Due mani calde mi stavano strattonando, ma erano come lontane.
Non volevo saperne di aprire gli occhi, nonostante mi girasse la testa e la nausea era così terribile da farmi contorcere le budella. L'oscurità mi stava mangiando da dentro e il caldo mi mozzava il fiato.
—Nico, apri gli occhi!— la voce lontana divenne sempre più vicina.
Un flashback orribile mi balenò di nuovo nella testa. Una figura indistinta. Era lontana. Orribile. Cupido! Di nuovo! Poi mutò, sembrava Percy... Poi Will!
—Nico!—
A quel punto, sgranai gli occhi e inspirai a pieni polmoni tutta l'aria che potevo, il viso bagnato di lacrime e sudore. Mi si mozzò il fiato appena vidi il suo volto...
—Solace...?— biascicai.
Il biondino dinanzi a me lancio un sospiro di sollievo e fece un enorme sorriso. —E chi altri sennò?—
Mi drizzai a sedere, avvertendo una lieve fitta al petto. —Cosa...?—
Mi guardai attorno. Il silenzio nella stanza mi tappò le orecchie. Da fuori arrivavano urla, risate e colpi di spade. Sembrava una normalissima giornata d'estate.
—Stavi facendo un incubo. Sono ore che cerco di svegliarti, ma tu continuavi ad opporti e a gridare. Ho pensato di chiamare altri figli di Apollo, ma poi mi sono detto: "Cavolo, devi aiutarlo io! Ci sono io ora qui con lui!"—
La testa mi girava. Non ci capivo più nulla. Tutto quello che era successo, Clarisse, la sua ferita... Era un sogno?
Will notò la mia frustrazione. —Era un sogno così brutto?— domandò con voce rassicurante.
Annuii. —Sembrava così vero...—
Si sedette accanto a me, ma intuii che c'era qualcosa sotto, perché il suo sguardo era come se mi dicesse "so già di che si tratta". Questo mi rese ancora più confuso.
—Mi dispiace tanto, Nick.— mi accarezzò la schiena.
Lo guardai negli occhi, ricordando improvvisamente che l'ultima volta che lo avevo guardato così, studiando ogni sfumatura dei suoi occhi azzurri, era stata in riva al lago. Ogni secondo di quel momento mi balenò in testa. Perfino l'odore dell'acqua dolce mi venne alle narici. Non ci pensai un istante di più e lo abbracciai, soffocando un pianto incontrollato.
L'avevo perso in quel sogno, ed era come se una parte di me fosse smarrita. Non so cosa avrei fatto senza di lui. Cupido voleva mettermi alla prova, era evidente. Quel sogno era opera sua, nonostante non capissi come aveva fatto a creare un incubo del genere nella mia testa. Lui non poteva. Solo mio padre poteva. Che si fossero messi d'accordo?
Piansi. Così, di punto in bianco. Rivederlo su quel letto d'ospedale. Una vita senza di lui non sarebbe stata vita. Come potevo sognare una cosa del genere?
—Ehi, ehi...— sussurrò Will. —Tranquillo. Era un incubo. Gli incubi vanno affrontati e ignorati. Non possono farti del male.—
"Sbagliato!" Pensai. "Questo mi ha quasi ucciso dentro."
—Lo sai, quando io ho gli incubi e mi sveglio di soprassalto mi concentro su cosa voglio fare durante la giornata, e con chi. L'unico modo per scacciare gli incubi è pensare positivo e fare ciò che più ci piace.—
Lo strinsi più forte, notando di avergli bagnato la maglietta. Lui emise un verso strozzato. —Okay, okay... Ti voglio bene anche io...—
Lo lasciai. —S-scusa...— e mi asciugai le lacrime.
Will ridacchiò. —Non scusarti, piccoletto! Piuttosto, cerca di rilassarti. Fa dei respiri profondi.—
Ubbidii e respirai a pieni polmoni, per poi buttare fuori l'aria. Chiusi gli occhi, cercando di non focalizzarmi più su quel maledetto incubo.
—Va meglio?— domandò.
Annuii.
—Ottimo.— mi diede una pacca sulla schiena. —E ora una buona colazione!—
—N-non ho fame...— balbettai tirando su col naso.
Lui si alzò dal letto. —Ah-ah-ah... Sono ordini del dottore!— e avanzò verso la porta.
Rimasi scioccato nel notare che zoppicava. —Perché zoppichi?—
Si bloccò. —Oh, non ricordi? Sono caduto dal tuo letto mentre facevamo la lotta di cuscini e mi sono storto un poco la gamba.—
"No, non lo ricordo affatto." Stavo per dire, ma mi trattenni e lo seguii.
"Cosa stai cercando di dirmi, Cupido malefico?!"
—A cosa pensi?— chiese Will scostandosi una ciocca di capelli biondi dalla faccia.
Scosso il capo. —Niente. Solo che... Mi dispiace per la tua gamba.—
Mi fece l'occhiolino. —Don't worry, Teschietto!— rise. —Sono forte io! E sono anche il dottore di me stesso.—
—E io il fantasma di me stesso...— borbottai.
—Ti ho sentito, e non è vero!— esclamò da fuori. Poi guardò le scale sotto di lui. Un'espressione cupa e timorosa si manifestò sul suo volto sorridente e solare.
Istinto, dispiacere, o semplice voglio tremenda di stargli accanto, mi fece correre verso di lui, prenderlo sottobraccio e aiutarlo a scendere. —Coraggio... Un piede alla volta.—
Il suo sorriso illuminato da sole tornò sul suo viso. —Sto bene, tranquillo.—
Lo ignorai e gli feci scendere quei quattro gradini di legno. Mi guardò sorridendo. —Grazie, Nico.—
Non era mio solito, ma ricambiai il sorriso. —Ti va di fare colazione insieme?—
Lui annuì. —È la mia battuta, ma okay. Dovrei chiedertelo io. Così rompiamo le nostre usanze. Io dovrei aiutarti, invitarti ad uscire, curarti e...— non terminò la frase che gli stampai un bacio sulle labbra.
In un primo momento, pregai che nessuno ci avesse visto. Ma poi non mi importava più tanto. —Sta zitto e andiamo, Solace.—
Will fece fare un giro alla testa. —Agli ordini! Solo se la smetti di chiamarmi per cognome.—
—Posso chiamarti "rompiscatole di sole"?— dissi.
—No! Magari "super figo di sole".—
—Nah, ti sta meglio Rompiscatole-Solace.—
Avanzammo, lui zoppicante appoggiato a me e io appoggiato a lui.
—Tu sarai sempre un Teschietto per me.— cantilenò.
—E tu rompiscatole.— mugugnai.
—Solo quando serve.— mi fece di nuovo l'occhiolino.
Mi sentii egoista, confuso e terribilmente stupido. Non volevo più chiedermi se quel sogno fosse stato vero o meno. Tutto quello che volevo in quel momento, era stare il più tempo possibile con lui. Si, provavo qualcosa per lui, e no, non la stessa cosa che provavo per Percy, okay?
Avete presente le cotte momentanee che avete per un/a ragazzo/a, magari vostro/a compagno/a di scuola, che appena vedete pensate: "Oddio, sposami! Sei bellissimo!"
Ecco, quello era ciò che provavo tempo fa per Jackson.
Invece ora... Sentivo qualcosa di più per Will. Con lui ero me stesso, mi sentivo al sicuro e, lo ammetto, mi faceva ridere un bel po', il più delle volte. Nonostante le sue battute potessero essere decisamente squallide.
Perciò credo che non avevo davvero mai capito cosa fosse l'amore, prima di allora.
E mentre continuavo a farmi domande su domande, lasciai che le battute di Will mi accompagnassero lungo la strada per la mensa.

FINE 🌚🌝

Ciao a tutti semidei! 🙂
Ehm, sì... La FF finisce qui. Spero non ci siate rimasti troppo male, ma... Non potevo di certo far morire il povero Solace 😱
Comunque, vi ricordo che scriverò pure una Percico ((non uccidetemi, ma ve l'ho detto: io shippo tutti con tutti! 🙄😂)) e forse anche altre Solangelo qua e là.
Con ciò, vi saluto e vi mando tanti abbraccini e bacini! 💙☺️
Spero vi sia piaciuta e grazie per aver letto! 🌚🌞

Come luce nelle tenebre [Solangelo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora