Prologo

167 9 0
                                    

È notte.

E di notte mi sento me stessa più che mai.

Sì, perché di notte i miei pensieri vagano liberi, liberi come vorrei che fosse il mio corpo. Veramente libero di andare dove vuole.

Seduta sul davanzale, la schiena appoggiata a un cuscino, le gambe piegate e raccolte tra le braccia, guardo dalla finestra.

Viaggiare, ecco il mio desiderio. Viaggiare per il mondo e perché no, per i mondi.

Dopo anni passati a guardare il cielo di notte, riesco a intravedere la barriera, noto quando il riflesso di qualche stella la colpisce. Ma esiste qualcosa al di fuori di essa, deve esistere. Qualcosa di così infinitamente bello non può essere finito.

Le mie cicatrici sulla schiena, ogni volta che vedo questo spettacolo, pulsano, mi fanno male come se debba scoppiarmi qualcosa dentro da un momento all'altro. Ma guardare le stelle ne vale la pena. Mi metto a contarle. Parto da quelle più in alto che riesco a vedere, a sinistra. Una luce proveniente dal marciapiede mi fa perdere il conto.

È mamma. Tiene una luce in mano e parla con una donna incappucciata, della quale intravedo solo le punte dei capelli, incredibilmente del mio stesso colore: un biondo scuro con riflessi dorati. La stanchezza mi fa iniziare a battere le palpebre, sempre più pesanti, più frequentemente. Così do un ultimo sguardo al paese nella sua totalità. Dagli alberi più lontani, ai più vicini gazebi della fiera, già pronta per iniziare domani. Chissà se un giorno potrò vederne una diversa, di un altro paese, con altre tradizioni e altri addobbi.

Tra pochi giorni in teoria potrò, perché sarò libera. Libera ma sola.

gWnpt-[-


Believeland - Le gemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora