1. Middle River

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" Let your heart speak to other's hearts "

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Se c'è una cosa che ho sempre odiato quella é il cambiamento. Che sia un cambiamento d'orario o un cambiamento di piani non riesco a sopportarlo.

Ho bisogno che le cose vadano sempre allo stesso modo: che i piatti siano sistemati nello stesso posto e che la corsa dell'autobus per arrivare a scuola sia sempre la stessa. Anche cambiare dentifricio diventa un problema.

Ma il problema più grosso sono le persone.

Nella vita puoi scegliere quasi tutto: dove sistemare il divano, cosa indossare, cosa mangiare e cosa fare nella giornata. Hai il controllo sulle tue azioni e, con un po' di buona volontà, anche sul tuo stato d'animo. Ma non puoi avere il controllo sulle persone. Quelle no, non puoi scegliere come dovrebbero essere.

Non puoi scegliere di chi innamorarti, non puoi scegliere il carattere. Non si può avere alcun controllo sugli esseri umani.

Un giorno sono felici e soddisfatti come se avessero appena vinto alla lotteria o avessero finalmente finito di leggere tutti i sei volumi di " Declino e caduta dell'Impero Romano " ed il giorno dopo sono talmente tristi da restare chiusi in casa con una vasca di gelato, un cucchiaio e qualche film strappalacrime.

Le persone cambiano, velocemente. E non te ne accorgi neppure. Reprimono o lasciano uscire una parte di loro che non conosci, cambiano modo di vedere il mondo, cambiano e basta.

Ma la cosa peggiore é che non puoi fare niente per far sì che ciò non accada. Nessuno può fare niente.

" Vuoi parlarne? " interrompe i miei pensieri mettendo la quarta e premendo l'acceleratore riuscendo ad evitare per un pelo il semaforo rosso, guadagnando così qualche minuto.

Tutte le volte che viene a prendermi restiamo incastrati a quel semaforo per minuti e minuti, dovendoci oltretutto sorbire gli starnazzi di alcuni autisti ed il continuo suonare il clacson di altri. Va sempre così.

" No " la mia voce é fredda ma allo stesso tempo incredibilmente rotta mentre cerco di trattenere le lacrime. " Non ti dispiace se fumo vero? No, non ti dispiace " continuo immediatamente senza dargli neppure il tempo di replicare. " Tu e lei mi fumate addosso da quando ero ancora nella culla " concludo frugando nella borsa in cerca delle sigarette e di un accendino mentre mio padre mi lancia un'occhiata di compassione, ben accompagnata da un sospiro.

" Tu fumi? " mi domanda stupito e sconcertato mio fratello dal sedile posteriore sporgendosi in avanti a guardarmi mentre porto la sigaretta alle labbra e l'accendo.

" Si William, da più di un anno " gli rispondo cercando di addolcire un poco la voce. D'altra parte lui non c'entra niente.

Apre la bocca per dire qualcosa ma ci ripensa lasciandosi cadere sul sedile mentre io abbasso il finestrino e soffio fuori il fumo, lasciandolo dissolversi nell'aria fresca di inizio primavera.

Guardo William dallo specchietto retrovisore e mi libero di un peso vedendolo concentrato a giocare a non so quale gioco con il suo primo telefono.

" Ti accompagno da Rose? " con la coda dell'occhio vedo mio padre girarsi a guardarmi in attesa di una mia risposta.

" Si, dormo lá stanotte " I pochi attimi che si susseguono fino all'arrivo a casa di Rose li passiamo in rigoroso silenzio. L'unica cosa che impedisce al mio cervello di esplodere è il rumore di quel gioco che sento come se fosse lontano, come se fosse un eco dentro la mia testa.

" Fammi uno squillo se dovessi avere bisogno di qualcosa " mio padre ha un'aria preoccupata e dispiaciuta, mi guarda come se potessi sparire o infrangermi in mille pezzi da un momento all'altro.

Each road takes to youWhere stories live. Discover now