4. Sensazioni

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" Abbi cura dei tuoi ricordi, perché non puoi viverli di nuovo ".
- Bob Dylan

Le temperature si stanno finalmente alzando poco a poco.

Nelle giornate migliori riusciamo ad arrivare sui venticinque gradi che è ottimo per il 21 Aprile.

Non sono una ragazza freddolosa ma non sopporto il vento autunnale o il gelo invernale. Non sopporto gli strati di vestiti pesanti, le sciarpe o i cappelli e poter finalmente girare con una maglia e un giubbottino leggero è un'enorme liberazione per me.

L'unico momento in cui posso sopportare il freddo è quando con esso arriva anche la neve.

Cammino per le strade di Middle River cercando di catturare qualche raggio solare e sfoggio fiera i miei occhiali da sole, ripresi dopo circa un anno.

Questi occhiali erano di mia madre, di quando lei aveva circa la mia età. Amo la montatura e il colore tendente al marrone che hanno. Ma soprattutto, amo pensare che avere questi occhiali con me sia un po' come avere lei qui con me.

Come ogni giorno, ho già preso il mio frappé alla gelateria e fatto la mia solita passeggiata accompagnata dalle mie amatissime cuffie senza le quali sarei completamente persa, e adesso mi sto dirigendo ai giardini accanto alla farmacia in attesa della cena da mia nonna.

Per strada c'è un po' più gente del solito, ovviamente tutti stanno cercando di sfruttare questa bellissima giornata stranamente senza pioggia o qualsiasi altro tipo di intemperie.

Mentre cammino per la via principale vedo una macchina rallentare e avvicinarsi a me mantenendo il mio passo.

Riconosco subito il blu spento dell'auto e tolgo le cuffie abbassandomi all'altezza del finestrino.

" A casa per le otto Rienne, ricordatelo " si raccomanda guardandomi attraverso i suoi enormi occhiali.

" Si papà, lo so " lo rassicuro. Lui mi fa un cenno con la mano prima di rialzare il finestrino e ripartire probabilmente verso casa.

Pochi minuti dopo arrivo ai giardini. Sulla sinistra c'è, come al solito, un gruppo di ragazzi intenti a giocare a basket nell'apposito campo e difronte a me ci sono solo degli attrezzi per fare ginnastica inutilizzati.

Proseguo con passo spedito verso la solita altalena vuota.

È quasi un mese che vengo qui e, fortunatamente, ho sempre trovato quell'altalena libera, come se fosse lì per me, in attesa di cullarmi mentre leggo un libro.

Oggi però scopro che il mio posto preferito in assoluto in tutta Middle River è occupato da un gruppo di ragazzi.

Sbuffo automaticamente prima di accorgermi che uno di quei ragazzi è Hunter.

Senza neppure pensarci mi giro velocemente e quasi corro a nascondermi dietro una collinetta nel giardino con l'ardente speranza che nessuno mi abbia vista.

Sono troppo imbarazzata per parlarci, ancora di più per conoscere quelli che presumo siano suoi amici.

Sono sempre stata una ragazza particolarmente timida almeno all'inizio , ho sempre paura di non fare una buona impressione o di poter dire o fare qualcosa di sbagliato.

Non ho voglia di fare il replay della strana conversazione che abbiamo avuto un paio di giorni fa.

Mi sembrava tutto così fuori posto, non avevo mai intrattenuto una conversazione con uno sconosciuto a meno che non fosse per dare qualche informazione a dei turisti o dire l'ora ad un passante alla fermata dell'autobus.

Non sono brava a fare amicizia, in realtà non sono brava con gli esseri umani in generale.

Mi appoggio alla collina e chiudo gli occhi tirando un piccolo sospiro.

Each road takes to youWhere stories live. Discover now