STORIA DI D.M.

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D. nasce, o meglio, subisce l'evento della nascita per mano dei suoi genitori, contro il suo volere.
Accadde a Castellammare di Stabia nel 1957 ma dal modo di vivere la sua vita, nessuno capirà mai se fosse il 1957 avanti o dopo Cristo.
Fin da bambina dimostra un gran talento nel cacciare le chiocciole e nel disinfestare il suo giardino con rimedi naturali.
I suoi prodigi sono narrati in ogni angolo di Castellammare.
La sua vita conobbe una svolta inaspettata quando aveva appena 12 anni.
Un giorno d'estate, tempestoso e brulicante di creature uscenti dalla terra, aveva portato ad un'invasione di chiocciole presso i binari della famosa ferrovia di Castellammare di Stabia.
Il capo stazione non ha dubbi: si rivolge subito alla giovane M.
Lei in men che non si dica risolve l' intoppo, ma questo, questo non ci interessa.
Il capo stazione vuole ricompensarla in qualche modo, ma le idee dei due non vanno esattamente nella stessa direzione.
Alla fine di una trattativa interminabile la spunta la M.
Il prestigio della caccia delle chiocciole era stato di infima qualità di fronte alla notevole trattativa con il capo stazione.
La M., che studiando latino aveva già capito che ci voleva qualcosa in grado di pulire il foglio per far fronte agli innumerevoli errori che si commettevano, investe tutto il denaro ricevuto dall'uomo per fondare una società industriale.
È il 1969.
Nasce la Pritt.
È un successo straordinario.
I prodotti vanno a ruba e la M. giunge al nord dell'Italia, più precisamente a Torino.
La stazione di Castellammare andrà in rovina senza la veglia della M., ma questa, questa è un'altra storia.
D. M. vive nel lusso più sfrenato e nel suo ufficio, divertita e goduta di quello che ha raggiunto, passa il tempo a mangiare la Nutella con le dita.
Non si occupa più del suo lavoro: pensa di non aver bisogno di lavorare ancora e questo suscita la rivolta furiosa dei suoi dipendenti, i quali le avevano mandato settimane addietro le carte con i bilanci dell'azienda.
La M. senza scomporsi davanti a loro, risponde con freddezza: "Ragazzi, io ho anche una vita" ; aggiunge: "Ma vi sembra che invece di dormire mi metto a guardare le carte dei bilanci".
È la fine.
La M. viene spodestata dai suoi dipendenti e la ditta viene comprata da un certo Henkel, ma questo, questo non ci interessa.
La talentuosa donna rimarrà a Torino a insegnare latino, quella materia che le aveva dato lo spunto per la sua grande ascesa verso il successo.
E talvolta, ripensando a ciò che ha perso, ripete quelle frasi ai suoi allievi, con aria superba di chi pensa di farla sempre franca, ma questa, beh, questa è un'altra storia.

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