-Basta! Basta sono stanca di questa vita! Stanca di mangiare aragoste tre volte alla settimana, stanca di bere vino pregiato, stanca di indossare quei odiosi abiti bon ton che non tralasciano un filo di pelle, stanca di dover andare in giro con dei bodyguard, stanca di non poter andare in giro per i negozi come ogni singola ragazza su questo mondo! Sono stanca! Basta! Io me ne vado!- urlo prendendo la valigia con i miei unici abiti casual e comodi che avevo. Gli scatoli con l'altra roba sono già nel camion da traslochi..
Mia madre mi guarda con le lacrime agli occhi. Ma non piange. Sa che piangere per una figlia come me era inutile.
Giuro ho provato a diventare la figlia perfetta che loro volevano. Ma vi sembra facile? A me no di certo. Io amo stare in città, viaggiare tranquillamente, andare in discoteca, innamorarmi, divertirmi. Invece no. Non posso. La mia vita e la mia situazione economica non me lo permettono. Dovevo stare in casa o ad una conferenza per prodotti a fare la burattina con il fiocchetto rosa, le scarpe eleganti e un vestito largo e lungo che non faceva vedere nemmeno un millimetro di pelle.Fino ai 12 anni ero la loro burattina. Poi scoprì un nuovo mondo. I colori scuri, gli abiti maschili, le discoteche, i ragazzi, scarpe da ginnastica, i negozi sportivi, ecc. Come scoprì tutto ciò vi chiederete? Beh. Ogni volta che uscivo da scuola, dopo che pretesi i miei genitori di lasciarmi andare a piedi -visto che era abbastanza imbarazzante arrivare con la limousine con un vecchietto alla guida- passavo per una zona abbastanza "sporca" di Boston.
Lì feci conoscenza con degli artisti di strada e passavo con loro molto tempo. Mi fecero innamorare della street art, degli abiti scuri, comodi e maschili. Mi ero innamorata dei colori come il nero, il grigio o il bianco e delle sfumature che si potevano creare tra di loro. Mi ero innamorata della musica rap e del reggae ton. Ero innamorata di quel nuovo mondo e da lì prese inizio la mia ribellione. Iniziai ad andare nei negozi di quel genere e comprai roba di nascosto.
Questa storia andò avanti fino ad ora. Ma sono stanca. Fine a tutto sto castello di principessine.Come mai ho sputato tutto ora? Mia mamma mi stava dicendo -mentre io stavo appunto, andandomene di casa- che dovevo andare ad una conferenza stampa la sera stessa a mostrare per l'azienda dei nuovi prodotti perché sanno che io sono molto convincente, -ciò vuol dire che mi usavano a scopo commerciale- e che dovevo indossare un abito lungo di seta azzurro con dei fiorellini rosa sulla cintura. Era a maniche lunghe. E ora siamo ad agosto. Potete capire? Spero di sì.
Avevo già in mente di scappare. Ma volevo farlo in modo più silenzioso... Magari non se ne sarebbero accorti. Ma cosa vado a dire...Ho la cameriera che viene a controllare se io abbia fame, sete o sonno ogni 15 minuti. E poi ogni volta che entra in camera mi trova con le scarpe sul letto e con la sua orrida vocina da fatina odiosa mi dice -Sig.ina Petersen. Le sembra modo di poggiare le sue calzature sporche sul suo adorabile letto rosa? Comunque sono venuta da lei per chiederle se aveva bisogno di qualcosa, ha fame?- ed esce dalla porta un carrellino con dolci e torte varie e poi continua dopo che io le abbia risposto un sonoro -No.-, -Ha casualmente sete?- e porta un carrellino con delle bevande (non gassate per carità, solo vini bianchi o acqua assolutamente naturale) dopo che le ho risposto allo stesso modo finisce con -Allora ha sonno?- e arriva il fatidico momento in cui io la caccio via. Succede sempre così. Ogni 15 minuti. E io ne ero stufa già da un po'. Non ne potevo più.
Avevo già tutto pronto per il trasloco. Nessuno sa nulla. A parte le mie coinquiline che appunto sanno solo il mio nome, quando io invece non so niente di loro, nemmeno il nome o l'età. Ma loro sanno che verrò a stare da loro per un tempo indefinito. Quando riuscirò a trovarmi un lavoro part-time magari riuscirò a permettermi un appartamento singolo, solo per me. Tanto non ho mai stretto amicizie. Tutti mi volevano esclusivamente per i miei soldi. Glieli avrei dati anche! Ma l'azienda non me lo permetteva. Perciò non ho mai avuto amicizie al di fuori della servitù di casa mia. Che, per ovvie ragioni, non so se si poteva definire casa. Era una villa enorme con un salone equivalente a due cucine di Jo Bastianich messe insieme. Poi camere altrettanto grandi, in più camere degli ospiti inutilizzate. La potevo chiamare centro commerciale se mai.
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Hi. I'm Nash.||Nash Grier (#Wattys2016)
Fanfiction-Oddio scusa.- dico in preda allo spavento. -E di cosa bellissima?- dice il ragazzo dagli occhi color vetro. -Non attacca con me belloccio.- rispondo ipnotizzata da quegli occhi. Alza le mani in segno di resa. -Comunque. Ciao, io sono Nash.- La stor...