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N/a consiglio di ascoltare Roses- The Chainsmokers
-Bella addormentata, c'è James giù al parcheggio.- dice una voce facendomi svegliare del tutto.
Cacchio. Ho dormito troppo!
Corro all armadio scansando Karole.
Afferro una camicia nera a righe verticali bianche, dei jeans bianchi e le mie Vans nere. Prendo anche un cappello a banda larga nero in camoscio, molto stile Violet di American Horror Story. Telefono nella tasca posteriore dei jeans e zaino sulle spalle.

-Prendi un caffè prima di scendere.- urla Caitlyn che è già pronta.
-Non ho tempo per il caffè. Ma voi non siete in ritardo?- domando.
-No sono solo le 7:30. Noi arriviamo li tra una ventina di minuti.- sono dubbiosa.
-Ma non ci vuole mezz'ora per arrivarci?-
-No. Solo 10 minuti. Il tuo principe azzurro vorrà portarti a fare colazione penso.- mi fa l'occhiolino.
-Torna sull'argomento del bacio. Magari capisci qualcosa.- ripete il gesto della sorella, Karole.

-Vedremo. Ci vediamo a filosofia. Un bacio.- mando un bacio volante a entrambe che fanno finta di prenderlo.
Rido un pochino e mi fiondo sulle scale. Scendo di corsa e all'uscita la macchina rossa fiammeggiante mi aspetta accanto alla mia piccola macchinina bianca.
-Ciao.- mi da un bacio sulla guancia.
-Ei ciao- ricambio il bacio.
-Come stai oggi?- chiede guardandomi.
-Guarda la strada scemo o finiremo in ospedale.- ridacchio.

-Ah si scusa non ce la faccio... Sei irresistibile oggi.-
Arrossisco di colpo e guardo la strada che inizia a diventare stranamente interessante.
-Non hai risposto alla mia domanda comunque.-
-Ah si scusa. Sto bene grazie tu?-
-Bene è una grossa parola per me.-
-Che hai?- chiedo tornando a guardarlo.
-Quando ero piccolo i miei genitori mi avevano comprato un giocattolo. Era davvero bello. Ero innamorato di quel giocattolo, solo che un gior-

-Che stai dicendo?-
-Non interrompermi. Solo che un giorno un bambino cattivo arrivò e lo prese. Disse che quel giocattolo ora era suo e che io potevo solo guardarlo. Lui poteva giocarci e io no. Ero davvero triste. Ora mi è successa la stessa cosa, però con degli esseri viventi... Ed è peggio.-sospira.
-Continuo a non capire.- dico confusa.
-Mi hanno chiesto di lasciarti stare.- stringe il volante facendo diventare  le nocche bianche.

-Cosa? Chi?- domando impaurita.
-Questo non posso dirtelo. Posso solo salutarti. Mi hanno detto che non devo avvicinarmi a te.-
-Mi stai paragonando al giocattolo?- domando ancora più confusa.
-In certi aspetti si...- mormora.
Arriviamo in un café abbastanza famoso, dato che è pieno di turisti che fanno foto e selfie.
All'interno é anche molto pieno.

Tavolini beige rotondi e sgabelli bordeaux invadono la sala. Il logo verde e bianco di una sirena con due code e una corona posto sulla cassa, luccica alla luce leggera del sole.
La vetrina è piena di donuts, muffin di tutti i gusti e tramezzini dall'aria deliziosa.
-Conosci Starbucks vero?- mi chiede James mordendo il suo muffin al cioccolato.

-C'è anche a Boston, ma non sono mai entrata perché facevo colazione a casa...- ammetto masticando la mia donut con glassa alla fragola e codine colorate.
Abbiamo preso anche un caffè ciascuno.
-Non ci credo che non sei mai andata da Starbucks! Tutti ci sono andati almeno una volta.- dice sorseggiando il caffè caldo.
-Beh io no. I miei non volevano che mangiassi robe simili. Infatti avevo la colazione in camera...-

-E i tuoi chi sarebbero per impedirtelo?- ridacchia un po'.
-Clara e John Petersen della Petersen's Make Up Company.- abbasso la testa.
James sputa il caffè e mi guarda sbalordito.
-Sapevo che non dovevo dirtelo.- prendo il caffè e lo zaino ed esco dal locale.
-Aspetta!- urla James dalla porta.
-Perché non volevi dirmelo?- chiede.

-Sapevo come avresti reagito. Ti prego non dirlo a Cait e Karole. Loro non devono saperlo. Crederanno che sono una riccona coi soldi anche nel culo e non mi vorranno mai più come amica. Ho lottato per venire qui. Ho mentito ai miei genitori dicendo che sarei andata in un'altro posto d'altra parte dell'America. In realtà sono nella città più vicina. Sono scappata di casa per venire ad inseguire il mio sogno. È stato tutto così brutto e- singhiozzo.

Hi. I'm Nash.||Nash Grier (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora