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Usciamo dalla palestra. Caitlyn sta parlando con quelle che dovrebbero essere le cheerleader.
-Si vuole iscrivere.- si avvicina Karole.
Ora capisco.
-Ti piace eh?- le chiedo cambiando discorso.
-Chi?- chiede anche se sa benissimo di chi parlo.
-Caniff.-

-Per tua informazione, quel figo che hai appena pronunciato si chiama Taylor. Taylor Caniff. E no, non mi piace. Non mi interessa.- dice girando lo sguardo.
-Mh... Come si chiamano gli altri?- le chiedo.
-Non so. Ho chiesto solo di Taylor.- si tappa subito la bocca.
Sapevo avrebbe confessato.
-Abbiamo una Karole innamorata!!- affermo facendole una faccia pervertita.

-Shh!- mi tappa la bocca.
-Eccomi! Di chi parlavate?- chiede Cait mettendo un braccio attorno alle nostre spalle.
-Nulla.- dice Karole.
-Della cotta di Karole.- affermo facendo ridere la gemella dagli occhi azzurri.
-Uuhhh di chi?- chiedo subito curiosa.
-Taylor Caniff.-

-Ah sì ho capito. Quello con la bandana giusto?-
Annuisco.
La porta della finestra si apre rivelando il biondo ossigenato.
Cait abbassa subito lo sguardo.
-Ah quanto pare entrambe le gemelle sono cotte a puntino.- ridacchio.
-Perché tu no?- mi chiede James spuntando dal nulla.
-Tu devi smetterla di spuntare così dal niente. Capiscilo. Mi spavento.-
-Okay bambolina.- dice prendendomi per mano.

Le ragazze mi guardano come dire "te lo abbiamo detto".
A un certo punto arriva Nash e si affianca a noi.
-Wilson non sapevo avessi la ragazza.- dice furbo.
-Non è la mia ragazza. È mia amica. Stanne fuori Grier.- ringhia James.
-Che hai? Non ci hai fatto conoscere la tua nuova preda.- continua Nash.
-Non è la mia preda. Ora lasciaci andare. Non sono affari che ti riguardano.-

Detto questo torniamo in classe.
Le lezioni pomeridiane passano e raggiungo James fuori dalla porta.
-James io ho la mia macchina. Ti raggiungo con quella.-
-Va bene. Seguimi con la macchina. Sto davanti.- ed entra nella sua macchina sportiva rossa fiammeggiante. Non so che macchina sia. Però posso dedurre che è davvero costosa.
Entro nella mia auto e metto a moto.
Arriviamo alla gelateria. È davanti a un palchetto molto carino. Ci sono svariati alberi e in lontana riesco a vedere uno scoiattolo.

-James! Guarda uno scoiattolo!- urlo.
-Non spaventarlo se no scappa.- ammette.
-Ho fame.- dico toccandomi la pancia.
-Andiamo a prendere il gelato!- fa tipo Superman alzando il braccio a pugno in aria, facendomi ridere.
Entriamo nella gelateria. È allestita molto bene. Ci sono circa venti gusti, e i prezzi sono abbastanza bassi. Il gelato è artigianale. Caspita James. Un punto a te.

-Un punto per cosa?- mi chiede.
Ops. Mi sono accorta adesso di aver pensato ad alta voce.
-Ehm no nulla. Cono comunque. Cremino e panna.- dico guardando i gusti nella vetrina.
-È una bomba quel gelato Margo. Ingrassi poi.-
-E allora?- dico leccando il mio gelato.
-Oddio.- e si gira dall'altra parte.
-Che hai?- gli chiedo continuando a leccare.

-Tu... Oddio mio esplodo. Ti prego mangia il gelato normalmente. Non leccarlo. Ti prego.-
Per farlo arrabbiare continuo a leccarlo e lui mi prende in braccio e mi porta fuori.
Siamo in un vicolo cieco e lui mi appoggia al muro.
-Non... Non lo fare più okay?-
Mi ha fatto paura per un attimo.
-Perché ti dà fastidio?- chiedo iniziando a mangiare il gelato in modo normale.

-Secondo te. Se un ragazzo ha un apparato riproduttore esterno, a forma di cono gelato con le palline, e vede una ragazza che lecca in quel modo le palline del gelato vero e proprio, come può reagire?- mi chiede.
Io scoppio a ridere ed esco dal vicolo.
-Tu stronzetta vieni qui.- ringhia, ma si vede che in fondo è divertito.
Scappo nel parco e mi nascondo dietro un albero.
Lui è davanti a me e mi sta ancora cercando.
Sono così brava a nascondermi?

Dopo un po', dato che ero in equilibrio su un ramo, il ramo si spezza e caso per terra, facendo molto rumore.
James mi vede e si avvicina con un ghigno.
-Eccoti stronzetta.- mi aiuta ad alzarmi.
Ci sediamo su una panchina abbastanza vicina all'uscita del parco.
James prende il telefono. Inizia a digitare qualcosa. Scorge molto velocemente. Lo vedo da come muove i pollici. Vuol dire che è abituato. Io a malapena riesco a inviare un "Ciao come stai?" in due minuti.

Hi. I'm Nash.||Nash Grier (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora