Capitolo 2.

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Canzoni per il capitolo:

Susie Suh x Robot Koch - Here With Me

Sleeping At Last - Saturn

Citazione:

<< In realtà non conosciamo nulla, perché la verità sta nel profondo >> Democrito.

Eppure quello sguardo, dopo tutti quegli anni, non ero ancora riuscita a dimenticarlo. Mi capitava spesso di immaginare come Ethan fosse diventato, e l'immagine che mi ero creata era diversa dalla realtà: quel ragazzino timido, paffutello con spalle ricurve si era evoluto in un ragazzo dalla corporatura abbastanza muscolosa, alto, molto bello, dai capelli corti e tirati verso l'alto e parecchio sicuro di sè. Indossava una giacca nera di pelle e sotto una maglietta bianca. I jeans stretti alle caviglia e scarpe bianche.

Non volevo e non potevo crederci. L'unica persona che non avrei mai voluto rivedere nella mia vita, stava proprio venendo nella mia direzione. Un gigantesco vuoto si formò nel mio stomaco e anche respirare sembrava essere diventata l'azione più difficile da compiere. Il mio peggior incubo stava diventando realtà. Ethan era sempre stato nei miei pensieri, ma doveva rimarci tale. Solo nella mi testa. Ogni tanto mi piaceva immaginare come sarebbe stato incontrarlo di nuovo dopo tanto tempo, chiaramente non mi era mai nemmeno saltato per la testa di accoglierlo con un sorriso stampato il volto. La reazione variava sempre tra il gridargli in faccia e tra stare zitta e limitarmi ad uno schiaffo, quello che non si era preso perché mi sembrava poco carino all'età di tredici anni.

In quel momento, invece, nessuna delle due sembrava razionale e intelligente, perciò tentai di tenermi dentro il dolore e la rabbia. L'avevo fatto per anni, era quasi impossibile che esplodessi proprio in quel momento. Serrai i pugni e distolsi immediatamente lo sguardo per evitare che le lacrime rischiassero di rigarmi il volto... Ethan era proprio lì. Qualche metro, e si sarebbe trovato davanti a me, dopo tanto tempo. Il mio sguardo si poggiò su un muro bianco, e mentre aspettavo che il fatidico momento dell'incontro arrivasse, la mia mente viaggiò indietro nel tempo e ricordò alcuni dei momenti, in quella casetta sull'albero, che avevo passato insieme a Ethan.

Passare le serate insieme era diventato ormai una necessità per entrambi. Quel ragazzo aveva una grandissima passione per l'astronomia sin da quando era molto piccolo. Non mi aveva mai raccontato come fosse nata quella sua passione, solo che si sentiva libero quando spesso studiava qualcosa di nuovo riguardo all'Universo. Nel suo zaino, non mancava mai un libro di astronomia, proprio perché durante le lezioni che reputava noiose e durante la ricreazione passava a leggerlo e a documentarsi sulle nuove scoperte.

Ethan mi affascinava anche per il suo modo di raccontare e di spiegare i fenomeni che più l'affascinavano. Ero sicura che chiunque si sarebbe innamorato dell'astronomia grazie ad Ethan. I momenti nella casetta sull'albero erano i migliori, perché potevo stare ad ascoltarlo per ore ed ore. Non mi importava capire, ma solo vederlo esporre le sue piccole scoperte perché sapevo che gli faceva bene raccontarle a qualcuno che fosse disposto ad ascoltarlo. Una sera mia confidò di aver avuto una cotta per una ragazza, solo che lei sembrava non prestargli molte attenzioni...

Non mi aveva mai detto il suo nome, forse perché io non mi ero mai interessata a chiederglielo. Ricordavo solo che ogni volta che ne parlava, la soprannominava 'Stella di classe OV' perché proprio come quel genere di stelle, quella ragazza per lui era rarissima. Non ne aveva mai vista una così sicura di sé, determinata, e con un carattere forte.

<<Daisy? Cosa stai facendo?>> sussurrò Noemi al mio orecchio, e quando tornai con la testa in quella stanza, mi resi conto di essermi assentata completamente. Mi ero persa tra i miei pensieri.

<<Nulla>> risposi seria.

Proprio nel momento esatto in cui puntai il mio sguardo su di lui, Ethan fece scorrere lo sguardo sui miei amici, e poi si fermò su di me. La sua espressione sul volto restò la stessa, indifferente. Eppure, quel suo gesto mi aveva fatto capire che anche lui si era accorto di me. Distolsi lo sguardo e capii quel sarebbe stata la mia reazione: l'avrei ignorato. Non avrei mai potuto rivolgere parola al ragazzo che mi aveva, in certo senso, rovinato la vita. Quello che mi aveva tradita e che aveva fatto divorziare i miei genitori.

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