Capitolo 8.

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Canzoni per il capitolo:

Youth - Daughter

"La stella pulsar gira continuamente e a velocità elevate su sé stessa"

<< Che cosa ci fai tu qui? >> domandai alzando la voce dal nervoso.

Si guardò attorno con sguardo incuriosito e qualcosa sembrò luccicare nei suoi occhi, come se avesse appena trovato un posto meraviglioso in cui poter passare in solitudine i suoi pomeriggi... Peccato che quel posto fosse già stato prenotato dalla sottoscritta, che ci aveva messo decisamente più tempo a trovarlo e sceglierlo.

Proseguì nella mia direzione senza nemmeno calcolarmi. Mi ignorò e sì, la cosa mi diede particolarmente fastidio. Non solo si era appena infiltrato in posto che ormai consideravo io mio, ma mi stava anche completamente ignorando, continuando ad esplorarlo.

Lo osservai per qualche minuto mentre andava avanti e indietro, poi decisi di riproporgli la mia domanda:<< Allora? Hai intenzione di rispondermi? >>

<< Non è per niente male questo posto! >> sussurrò.
<< Sì. Lo so. Non sarei qui, se fosse il contrario>> dissi.

<< Guarda quanto silenzio che c'è! >>

<< Lo so, Ethan. Ora te ne vai? Non so se te ne sei accorto, ma l'avevo occupato prima io. >>

<< Ecco, adesso non è così silenzioso come prima. Daisy, mi sa che il problema sei tu! Che ne dici di allontanarti per un po'? Giusto il tempo di rilassarmi un po' e di guardarmi in torno >> propose facendomi l'occhiolino. Era talmente arrogante che, se solo avessi potuto, l'avrei spinto nel fiume e gli avrei anche riso in faccia per la rabbia che provavo nei suoi confronti.

<< Cosa? Spero tu stia scherzando>>

<< Ti sembro uno che sta scherzando? Daisy, certe volte sai essere così tanto pesante che non so... Mi fai venire il mal di testa >> confessò sospirando.

<< Come sei arrivato fino a qui? >> domandai, ignorando la sua affermazione precedente.

Si tolse la giacca nera in pelle e l'appoggiò sull'erba, per poi sedersi sopra e stendersi con le braccia sotto la testa. Osservò il cielo e in quel momento, quegli occhi sognanti, pieni di speranza e serenità, mi fecero tornare in mente tutte le volte che al secondo anno delle medie mi veniva voglia di fissarlo. Mi piaceva fare pensieri su che cosa potesse esserci dentro quella testolina coperta dai capelli neri lisci. Tutto mi sarei aspettata, tranne di trovarlo dopo così tanto tempo nella mia stessa città!

Smisi di pensare a quel bambino che per tanto tempo avevo imparato ad odiare e mi concentrai sul ragazzo davanti a me, che aveva anche chiuso gli occhi, probabilmente per dormire o per non vedermi e basta:<< Ethan, sei fastidioso quando mi ignori. Sai, è buona educazione rispondere alle persone quando ti fanno una domanda >>

<< Sai cos'è buona edizione per me? Non disturbarmi mentre sto cercando di dormire. >> obiettò. << Facciamo una cosa>> propose, aprendo gli occhi guardandomi. << Se riesci a stare zitta per ben cinque minuti, domani mattina di offro la colazione>>

Se fosse stata una persona qualsiasi a propormelo, avrei accettato volentieri. In fondo non c'era nulla di male a farsi offrire la colazione per stare solo zitta per cinque minuti. Ce l'avrei fatta! Ma la mia testa mi portò a fare un calcolo molto rapido : stare zitta, significava guadagnarmi una colazione offerta da Ethan. E la colazione offerta da Ethan era uguale a passare più tempo con lui, cosa che assolutamente non avevo intenzione di fare.

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