Capitolo 20.

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Tra le note inconfondibili di 'Arabella' degli Arctic Monkeys, riuscii anche a concentrarmi su qualche appunto delle mie citazioni preferite di alcuni filosofi.

Nella mia stanza si creò un contrasto strano... Il mondo della musica e quello della filosofia avevano occupato buona parte del mio pomeriggio, e mi faceva quasi sorridere il fatto di dover leggere ad alta voce parole filosofia, in contrapposizione con il testo e la melodia forte della band.

<<L'amore è la palingenetica obliterazione dell'io senziente, cosciente e subcosciente che s'impresenta e s'infutura nel prototipo, nell'antropico, nell'ideale dell'antropomorfismo cosmologico. >> lessi ad alta voce la citazione di Aristotele, che hai tempi del liceo aveva creato una tale confusione nella mia testa che solo il professore di filosofia, dopo due lunghe ore, riuscì a togliermi.

Aristotele era sempre stato una fonte d'ispirazione per me. Mi piaceva studiarlo perché, per quanto complesso potesse essere, una singola frase che diceva era talmente profonda che spiegarla ci sarebbero volute ore e ore di lungo studio.

Quel giorno il significato, chiaramente banalizzato, di quella frase era : le anime di due persone di fondono tra di loro, realizzando in piccolo l'unione di tutte le anime nell'amore cosmico. L'universo stesso che e' composto di cose separate e individuali ritroverà la sua unita' alla fine dei tempi spinto dalla forza dell'amore.

Mi affascinava pensare a come il mondo astronomico e quello filosofico si unissero, secondo la logica di Aristotele, per dare una definizione così profonda dell'amore che si genera tra due persone. Secondo molti, ogni persona prima o poi, nella sua vita, riusciva a trovare la propria anima gemella... La domanda che più mi tormentava era : quando sarebbe successo anche a me? La mia testa cominciò a immaginare e a viaggiare con la fantasia.

Era come fare un improvviso viaggio verso l'ignoto, solo che nella mia testa era tutto sottoforma di pensieri che erano collegati tra di loro tramite sottili fili rossi. Seguii ciascuno di loro, fino a quando non notai che erano collegati ad una sola persona : Ethan. La filosofia e il mondo astronomico, eravamo di conseguenza io ed Ethan... Possibile? No, ma che pensieri mi venivano?

Qualcuno bussò alla mia porta, e fu già un miracolo essere riuscita a sentire... Con la musica ad alto volume del mio vicino, sarebbe stato impossibile sentire anche un bomba nucleare, o qualcosa del genere.

Quando aprii la porta, davanti a me si presentò un ragazzo con una busta in mano. Lo guardai incuriosita... Che cosa voleva il corriere?

<< Credo che questo sia per te>> mi disse, e quando controllai il mittente della lettera, c'erano scritti sopra il mio nome e il cognome.

<< G- grazie... >> non sapevo cos'altro dire.

<< Chi è?>> domandò Gracia, alzandosi dal divano.

<< Il corriere, mi ha consegnato una cosa...>>
spiegai, continuando a fissare quella busta.
Rientrai nel mio appartamento con l'emozione e l'ansia a mille. Sapevo già chi me l'aveva inviata, ossia il ragazzo misterioso... Ero sicurissima che si trattasse di lui. Infatti, quando l'aprii, su un foglietto cosparso di stelle c'era scritto :

"La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce.
Jean Jacques Rousseau. "

Sapeva che la mia pazienza stava arrivando al limite e che presto avrei preteso di sapere la sua identità.
Era una singola citazione, che però riuscì a farmi andare per la quarta volta fuori di testa.

Trovavo ingiusto non sapere anche solo il nome di quella persona, anche perché era davvero insopportabile non avere la possibilità di immaginarsi almeno il suo volto!

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