Capitolo 2️⃣3️⃣

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Ho visto che il capitolo precedente vi è piaciuto😂 voglio leggere i peggiori insulti contro me e Sascha (non scherzo), dai sfogatevi un po' , che io ridohh😌❤️

Morire.

Ma volevo aspettare. Volevo almeno provare a reagire o, come mi aveva detto Salvatore, a farlo per me stesso.

Entro nella doccia, sarò stato un'ora lì dentro.

Finalmente la mia pelle si bagnava , finalmente rigenero la mia mente.
Non reggo più niente.

Salvatore's pov

Sto andando a casa di Stefano per assicurarmi che tutto vada bene.

Spero si sia ripreso, o perlomeno, che abbia mangiato qualcosa...

'Amore, vado e torno.'
'Va bene Sal, a dopo. Salutami Stefano!' Il suo sorriso mi illuminò.
'Ciao!' Lo salutai con la mano.

Suonai a nome "Lepri/Banfi", non ha neanche la forza di cambiare il cognome.

Abbasso la testa, come dispiaciuto per lui e mi dirigo verso il suo appartamento.

'Ciao Sal!' Raramente,in questi mesi, l'ho visto così in tiro.
'Dove vai così?'
'Vado da lui.' La sua felicità venne coperta da una nuvola di tristezza e,subito, iniziò a piovere sul suo viso. (Metafora)
'Voglio incontrarlo per l'ultima volta, per ricordarmi la sua faccia, felice o triste, quel che sia. Voglio che lui veda i chili che ho perso e l'energia che mi ha risucchiato da dentro.'
'Stefano, io ti accompagno.'

Mi saltò letteralmente addosso.

Dopodiché parlammo di come e quando andare da Sascha e in che modo poter scoprire dove viveva.

Stefano's pov

Sono mesi che il telefono lo uso per la musica, non registro più video, i miei iscritti si sono dimezzati e ho chiuso il canale.

Io non le guardo più le sue foto, non guardo più i suoi video e non riguardo più i nostri vecchi messaggi.

Il suo numero, mai cancellato. MAI. Sarebbe come togliere dal cielo le stelle. Nessuno vorrebbe un cielo senza stelle, come io non vorrei mai una vita senza pensare minimamente al suo volto, ai suoi capelli lucidi, alle sue fossette profonde e al suo sorriso, uno dei pochi contagiosi, con una risata vera, di quelle che ti illuminano gli occhi.

Anche i miei occhi brillano ora, ma per le lacrime.

Sto preparando la valigia per Amsterdam, dove lui si è trasferito con Sabrina.

Scendo le scale velocemente, inciampo, impreco ma non sento dolore, siccome il mio cuore si è spezzato mesi fa.

Impreco perchè devo sfogarmi, urlare, piangere fino ad esaurire le lacrime.

Mi alzo con le poche forze che ho in corpo e salgo nell'auto di Sal.

Oggi partiamo. Andiamo all'aeroporto. Voliamo verso Amsterdam, Paesi Bassi.

Mi sento di nuovo quel vuoto al centro del petto, dopo, un dolore lancinante allo stomaco e i conati di vomito.

'Stefano tutto bene?'
'Si, la solita sensazione di nostalgia.'
'Capisco... Dai, che ora si sistema tutto'
Mi mise una mano sulla spalla e io misi la mia sopra ,stringendola in segno di ringraziamento.

Arrivati all'aeroporto, Giuseppe ci salutò, a me con un abbraccio fraterno e a Salvatore con un bacio appassionato.
Di quelli fogati e lunghi, incasinati, umidi.

Quelli miei e di Sascha.

Vedo il suo volto che mi sorride e i suoi occhi dolci che mi fissano.

•Stefano! Amore, me lo dai questo bacio?' Ride. La sua risata.

Poi tutto bianco. Il niente.

Mi risveglio con un fazzoletto bagnato sulla fronte e con la testa appoggiata alle cosce di Giuseppe, le gambe su una sedia e Salvatore che continua a saltellare attorno alle sedie agitato.

'Amore, calmati!'
'Si è svegliato, e ora?! Il volo parte tra un quarto d'ora! Ce la faremo?'
Mi tiro sù seduto togliendo la testa dalle gambe del mio amico e appoggiandomi una mano sulla fronte per tenermi il fazzoletto.

'Tranquillo Sal, sono quasi a posto.'
'Menomale.... Ma che ti è preso?'
'Niente... Probabilmente un calo di zuccheri' mi vergognavo di essere svenuto per lui.

Salutammo Giuseppe e ci dirigemmo verso il nostro gate, con volo diretto ad Amsterdam.

Misi piede giù dall'aereo ancora con la testa che pulsava e i muscoli che non reggevano.

Sostammo in un bar, birreria, pub in centro alla città, immersa dalle bici.

'Allora, sai dove abita?'
'Ugh. Sì!' Si fermò un secondo per controllare sul telefono.
'Abita in una via laterale alla piazza, dovrebbe essere quella lì, ultimo palazzo sulla sinistra.' Disse indicando un punto della piazza opposto a dove ci trovavamo noi.

'Allora, pronto?'
'Sì, almeno credo.' In realtà non ero pronto un cazzo. Non sapevo cosa gli avrei detto, o cosa avrei fatto...

Ma meglio provare che rinunciare in partenza, no?

Wow, Stefanino! Questo spirito da boy-scout dove l'hai preso? Muovi il culo coglione! Che tutto viene da sè!

'Dai Ste! Andiamo.'
'Okay.'
'Per di là' indicò una vietta nascosta e molto stretta.

Percorriamo tutta la via fino ad arrivare all'ultima casa alla nostra sinistra: una villetta a due piani, beige, alta e stretta, attaccata ad un'altra villa identica, solo dipinta di azzurro, ormai sporco.

Devo farmi coraggio.

Prima di suonare, mi ripeto un'altra volta il motivo per cui sono qua:

Per non morire dentro. Per avere una risposta. Per sfogarmi. Per piangere, urlare, sfogarsi, tirare pugni.
Per alla fine essere felice, libero, finalmente pronto, per una nuova vita.

Per non morire.

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Viva la normalità😌
Violah

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