i don't know sherlock holmes

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Recensione di Do you know Sherlock Holmes? -  _marysstories_, allerta spoiler. Prossima recensione a 15 voti, andate a leggere le regole nel primo capitolo.

Avviso all'autrice: livello di critica molto alto, prendi le mie parole con le pinze, sono tante le persone che ti seguono e io non sono Dio sceso in terra. Continuerò a seguire molto volentieri la tua storia perché mi interessa e spero che migliorerai ciò che ti ho fatto notare.

hi babes

Benvenuti nella prima recensione che vi propongo. Il titolo è 'i don't know sherlock holmes' perché sono arrivata al sesto nonché attualmente ultimo capitolo della storia 'Do you know Sherlock Holmes?' e ancora non ho capito niente.

La storia è molto scorrevole, sostanzialmente perché non c'è molto da leggere. Nel senso: i capitoli hanno una lunghezza media, non sono particolarmente corti, ma presentano parecchi dialoghi confusi e sono rarissime le descrizioni.

Ma andiamo con ordine.

La scelta della protagonista, Kaya Scodelario nei panni di Tavia, è azzeccatissima, ci sta molto bene e in più il nome è molto originale e questo è un punto a suo favore. Tavia viene descritta come una ragazza molto fredda, sarcastica e soprattutto di un carattere forte. Questo però non viene particolarmente messo in risalto, se non da alcuni dettagli come 'il mio sorriso tirato sembrava un ghigno', ma finisce lì; nei capitoli dopo infatti avvampa come una dodicenne in fase ormonale e si ritrova sull'orlo delle lacrime per una chiamata durata realmente tre secondi.

Nel primo capitolo abbiamo una Tavia che cammina velocemente in quel di Londra, tornata dopo due anni dalla morte di quello che dovrebbe essere stato il suo ragazzo. Ha quindi il primo incontro dopo anni con la sua amica per la pelle Serena, un incontro che ho trovato inutile dal momento che si scambiano poche battute senza capo nè coda e dopo di che la povera Tavia viene sbattuta fuori di casa perchè l'amica ha un incontro che non può essere assolutamente rimandato. Qui sono rimasta sbalordita: non vedi la tua migliore amica dopo due anni e non le chiedi dove è stata e che cosa ha fatto? Per tutto il resto della storia infatti non si parla del suo soggiorno dei due anni precedenti, sembra che sia stata congelata.

Avrei approfondito molto di più l'incontro con l'amica, soprattutto dato che è il primo capitolo e le prime dieci righe sono incentrate sulla protagonista che si prepara psicologicamente a rivedere la ragazza. Non c'è introspezione del personaggio, non ci sono descrizioni fisiche e la punteggiatura è terribile (lo spazio dopo la virgola è molto più bello esteticamente e più corretto grammaticalmente). Inoltre, tutto accade troppo in fretta a parer mio. Propongo di soffermarsi di più sui pensieri della protagonista. In una scena di discussione tra la protagonista e la sorella vi sono due uomini in nero: non viene detto chi sono e non se ne ha traccia per tutto il resto della storia.

Molti passaggi sono inutili. Nel capitolo secondo, Tavia vuole incontrare il suo nuovo inquilino, questo perché sarà colui con cui dovrà vivere per circa due o tre mesi, tempo di risolvere un caso. Come luogo di incontro sceglie la biblioteca: io mi aspettavo un dialogo interessante, che i due facessero conoscenza, mentre invece si rivela come un passaggio del tutto inutile dove succede esattamente questo:
Lui dice "Stai da me per due o tre mesi."
Lei risponde "Esatto."
Lui, "Mi sembri la coinquilina perfetta."
Lei, "Perchè?"
Lui, "Perchè non parli molto."
E dopo questo scambio di battute se ne vanno e lei va a trovare un altro suo amico, anche in questo caso non succede nulla e il tutto pare superfluo.

A tal proposito, non so se io sono una persona particolarmente stupida o se i dialoghi sono davvero confusionari, perchè spesso e volentieri faticavo a capire chi stesse parlando. E se facevo fatica con due personaggi, figuriamoci in quelle due o tre volte ove i personaggi erano tre! Un casino, letteralmente. Dopo che un personaggio dice una frase, sarebbe opportuno descrivere il tono di voce, come la dice, come si comporta, o almeno chi è a dirla; insomma, il minimo indispensabile per dare un suono a quelle parole nere su bianco. Invece le basi per facilitare il lavoro del lettore vengono quasi ignorate e io mi sono ritrovata con una confusione in testa allucinante.

Mi collego per l'appunto ad una scena in particolare, dove, dopo aver ricevuto una chiamata apparentemente anonima, ma sembra importante per lo svolgimento della storia, Tavia corre da qualche parte - non si capisce dove - chiedendo aiuto a Benson, il suo caro amico, e Damon, suo fratello sbucato per la prima volta nel terzo capitolo. Proprio per il fatto che i dialoghi siano così confusi, non ho memoria di questo momento e non riesco a collegarlo con il resto della storia.

Poi vabbè, alcuni momenti di lapsus dove da prima persona si narra in terza.

Quarto capitolo; ripeto, mancanza di descrizioni. Per questo capitolo mi sono presa un appunto: Tavia viene chiamata per risolvere un crimine, è molto felice e fin qui tutto okay. Arriva il momento di pazzia del personaggio quando comincia a tirare conclusioni sulla vita della vittima - un uomo con il cranio fracassato trovato in un appartamento abbandonato. A quanto pare costui era sposato, ma la fede era trattata molto male, quindi tradiva la moglie. Esatto, avete capito bene. Non aveva figli perchè non aveva foto nel portafogli. Era gay per non mi ricordo quali assurdi motivi. Stava con la moglie solo per soldi perchè vestiva Armani. E questi sono solo alcune delle conclusioni assurde. In questa scena mi sono spisciata dalle risate: anche se probabilmente non era l'obiettivo dell'autrice, è stata una scena quasi sulla soglia del ridicolo che mi ha comunque suscitato un certo divertimento.

Nel capitolo successivo sono presenti degli screen durante il breve scambio di battute dei personaggi Tavia e Sherlock, il che mi è piaciuto molto. La trovo un'idea particolare che dona un po' di colore alla storia.

Ovviamente è inutile dire che tra i due nasce del tenero, entrambi si piacciono ma non lo ammettono né a loro stessi, né ai loro amici, eccetera.

Il mio capitolo preferito è stato in assoluto il capitolo sesto, al limite del trash! Finalmente succede qualcosa e tre personaggi, tra cui Tavia e Sherlock, devono partire verso Glasgow. Partono in treno, arrivano a destinazione e non si sa come i due salgono sulla macchina di Tavia - ma non erano in treno? La macchina si blocca improvvisamente perché è senza benzina e evidentemente le macchine inglesi non avvertono di essere in riserva. L'auto si blocca vicino ad un fiume dove entrambi cascano dentro. Fa molto freddo e trovano riparo per la notte dentro a una baracca vuota lì vicino. Si addormentano nudi accoccolati l'uno all'altro nonostante un grande imbarazzo. Il sipario si riapre su una scena particolare: la TV si accende da sola e dice una certa frase a Sherlock, questo esce dalla camera dell'albergo e mentre è assente Tavia viene aggredita da una donna con una siringa. Come ho detto, super trash! Mai aprire la porta di casa agli sconosciuti.

Allora, per il momento la storia si è fermata qui, io continuerò senz'altro a leggerla e se volete sapere il mio parere sui prossimi capitoli fatemelo sapere con un commento.

Grazie per essere arrivati fino a qui; se volete che recensisca una storia lasciate un commento nel primo capitolo, la prossima storia verrà recensita a 15 voti.

Se avete voglia, andate a dare un'occhiata a questa fanfiction che ho appena recensito, ognuno merita supporto e spero vivamente che l'autrice faccia buon uso delle mie critiche per migliorare questa storia che penso abbia una buona base per essere continuata con costanza.

Aloha e alla prossima recensione, babes!

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