Chapter 5 - City Light

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La luce fioca della lampadina illumina un angolo della stanza e del mio volto. La sensazione di vuoto permane indisturbata mentre i miei occhi mi fanno vedere i ricordi del mio passato come fossero un film di cui il finale è già segnato. Sento la porta principale aprirsi seguita dal rumore delle valige che sbattono un po’ sui muri e un po’ sui mobili. Matt entra nella mia stanza e poggia le valigie a terra, sento il suo sguardo su di me mentre un sospiro pesante esce dalla sua bocca. Lo sento allontanarsi, probabilmente sta andando in cucina a farsi un caffè o a prendere qualche cosa nella credenza, non gli do peso e continuo a fissare il “vuoto” davanti a me.

<<Ehi amico hai lo specchio del bagno in mille pezzi.>>
<<Lo so, l’ho rotto io.>>
<<Come lo hai rotto tu? Perché?>>
<<Non lo so. Volevo farlo.>> Sto cercando di essere il più freddo possibile ma mi è quasi  impossibile in queste condizioni.
<<Ehi che cazzo ti prende si può sapere? Mi tiri un pugno senza un motivo, mi rispondi come fossi stato io a ridurti così o comunque come uno straccio per i tuoi piedi e adesso ti metti a spaccare specchi e a vestirti solamente di nero? Cazzo Oliver, parla!>>
Mi alzo di scatto, nonostante il dolore, girandomi verso Matt che si trova sull’uscio della camera.
<<VUOI SAPERE COSA CAZZO HO MATT? VUOI DAVVERO SAPERE COSA CAZZO HO? MI STA ANDANO TUTTO A PUTTANE, IL LAVORO, LA RELAZIONE CON HANNAH, LA MIA CAZZO DI VITA. MI HANNO SFONDATO IL CULO E MALMENATO IL GIORNO DEL MIO CAZZO DI COMPLEANNO CHE NON POSSO NEANCHE PASSARE CON LA MIA FUTURA MOGLIE. SECONDO TE VA BENE COME SPIEGAZIONE PER TUTTA QUESTA CAZZO DI SITUAZIONE.>>
<<PORCA PUTTANA OLIVER, COSA CAZZO URLI? A COSA TI SERVE URLARE? Non cambierà niente se urli, sbraiti o cominci a fare così.>>

Dopo quella sua risposta rimango a guardarlo per qualche secondo per poi ritornare alla posizione che avevo prima che entrasse. Perché sto urlando? Perché ho bisogno di sfogarmi e non so in che altro modo farlo. Un silenzio pesante si è formato tra noi due e la tensione è palpabile.

<<Senti Matt, scusami per quello che ti ho detto, non volevo farti sentire male…>>
<<Tranquillo, me lo merito.>>
<<…>>
<<Oli, mentre eravamo al Mac mi sono accorto di aver lasciato il portafogli nel bus. Al cancello del parcheggio tre ragazzi vestiti di nero stavano correndo via e per poco mi stavano per buttare a terra, mi sono preoccupato così sono corso a cercarti e ti avevo trovato a terra senza boxer e pantaloni, con un bavaglio e i polsi legati circondato da macchie di sangue. Ho chiamato subito i ragazzi e dopo aver riattaccato sono corso a cercare i tuoi pantaloni per poterteli mettere. Ti ho tolto il bavaglio ed il laccio ai polsi. Mi sono sentito impotente davanti a te che non ti muovevi. Pensavo di avessero ucciso, cazzo.>> fa un sospiro, ha la voce rotta dai dei piccoli singhiozzi.
<<Poco prima che arrivassero avevi cominciato a sanguinare dalla bocca e dal collo così sono entrato nel panico. Io… Mi dispiace, scusami.>>

Mi sento uno schifo come mi fosse caduto addosso un enorme macigno. Mi aveva trovato lui ed in condizione peggiori di quando avevo ripreso coscienza, non voglio neanche guardarlo in faccia per l’imbarazzo che sto provando. Sento il suo sguardo addosso, cosa starà pensando di me? Forse penserà che sto impazzendo? Immagino quanta pena gli faccio in questo momento o forse prova disgusto vedendomi così. La parte peggiore è che non so cosa risponder glie come comportarmi con lui in questa situazione schifosa. Prendo un po’ di coraggio e lo guardo cercando mantenere un po’ di autocontrollo.

<<Matt, ti ringrazio, penso che a quest’ora non sarei qui se non fossi arrivato tu e credo che tu abbia fatto tutto il possibile per aiutarmi quindi non devi scusarti è solo che… è solo che non riesco a reggere tutta la merda di quest’ultimo periodo.>>
Lo vedo chinare la testa verso il basso e con una mano stropicciarsi gli occhi, sicuramente sta piangendo.
<<Lo so amico, lo so. Vorrei poter fare qualcosa di più, si vede da miglia che hai qualcosa che non va.>>
<<Tranquillo, sai che ne ho superate tante. Posso cavarmela anche questa volta soprattutto perché non sono solo.>>

Witch Haunt || Oliver Sykes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora