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Ella

Spostai lo sguardo sull'orologio appeso alla parete di fronte a me: segnava le 16:43, Craig sarebbe tornato a casa tra meno di un'ora.

"Scusa, ma devo andare" mi affrettai a dire, quando avrei voluto restare per sempre. Il viso di Matty era confuso quando gli diedi il ritratto. "Mi farebbe piacere se lo tenessi tu" e mi diressi verso la porta per andare alla fermata dell'autobus.
Matty si sporgeva dal gradino reggendosi alla porta, quando mi girai facendo un cenno con la mano per salutarlo.

Decisi di camminare per almeno due fermate, avevo bisogno di un po' di aria fresca, quando il mio telefono squillò.
"Dove cazzo sei? Ti avevo detto di stare a casa!" le urla di Craig mi facevano tremare, così attaccai. Sapevo già che, appena messo piede in casa, lo avrei trovato ubriaco non consapevole delle sue azioni. E lui diceva di amarmi o almeno è quello che mi disse un anno fa.
Esausta mi sedetti sulla prima panchina che vidi. Presi dalla tasca un filtro, una cartina e una busta contente dell'erba. Non era un sollievo perenne e forse neanche quanto mi bastasse, ma almeno per un po' sarei riuscita a non pensare a quel bastardo.

Dopo un po' che stavo seduta su quella panchina, vedo Matty avvicinarsi.
"Le hai dimenticate sulla poltrona" disse tenendo tra le dita il mio mazzo di chiavi.
"Oh.. grazie" e le ripresi. Se non ci fossero state anche le chiavi della Vespa e di casa di mia madre, sarebbero già sul fondo del Tamigi.
Matty si sedette sulla panchina di fianco a me e si accese una sigaretta. Restammo lì seduti senza dire niente a finire di fumare.
Il suo fumo mi finiva negli occhi e con dei gesti della mano cercavo di spostarlo quando Matty interruppe quel silenzio quasi facendomi sobbalzare.
"Sembri così viva quando il fumo ti va negli occhi."



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Grazie per aver letto.

Portraits ||Matty HealyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora