VII

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Erano passate due settimane ed Ella non era più tornata a casa.
Era finalmente riuscita a comprarsi la macchina che aveva sempre bramato e nella quale aveva passato la settimana appena trascorsa; passava dalla sua amica Janis giusto per lavarsi. Non era voluta tornare nè dalla madre, alla quale diceva che le cose si stavano mettendo a posto poco a poco, nè da Craig, anche se era suo quell'appartamento, nè tanto meno da Matty. Era riuscita a prendere tutti i suoi vestiti mentre Craig era a lavoro e aveva cambiato numero, così da essere totalmente irraggiungibile. Stava cercando un lavoro, non le importava cosa, voleva finalmente trovare i soldi per andarsene da quella Londra che le stava troppo stretta; voleva quell'indipendenza mai provata veramente.

Quella mattina era stata chiamata per un colloquio in un ristorante italiano dalle parti di Trafalgar Square. Era una delle sue zone preferite a causa del British museum dove, da piccola, aveva passato ore ad esplorarlo con sua sorella Rose.
Quando salí a casa di Janis, lei era già andata via. Si fece una doccia calda, si asciugò i capelli velocemente, perfezionando il suo caschetto con l'asciugacapelli. Usó l'eyeliner di Janis e il duo mascara, per sembrare leggermente più presentabile. Indossò una camicetta verde chiaro con dei fiorellini bianchi e lo scollo in pizzo, dei jeans a vita alta e degli anfibi neri. Continuava a guardarsi allo specchio, non convinta di ciò che avesse addosso, ripetendosi che tanto passerà di certo inosservata, detestando le occhiate della gente.
Si decise, dunque, a optare per un cappotto nero lungo fino alle ginocchia. Fece un lungo respiro pensando 'è la tua chance, non sprecarla', prima di aprire il portone e uscire.


Il colloquio era andato splendidamente. Lunedì avrebbe cominciato come cameriera e avrebbe potuto tenersi le mance dei tavoli i quali serviva. Era così felice che camminava il sorriso disegnato sulle labbra e non si accorse del ragazzo seduto sulle scale dell'ingresso del palazzo di Janis, fin quando quasi non gli cadde addosso, inciampando.
Lo avrebbe riconosciuto dovunque. Ella non era più tornata, né l'aveva più sentito, dopo quell' "incidente".

"Che ci fai qua?" Si mise una ciocca dietro l'orecchio, imbarazzata, ripensando a ciò che era successo qualche settimana prima. "Mi stai seguendo, per caso?"
"Tu vivi qui?" Il suo stupore era sincero, purtroppo o per fortuna.
"In un certo senso... ma non hai risposto alle mie domande." Voleva sembrare autoritaria, fallendo.
"Oh, beh, in realtà stavo aspettando un mio amico, però, date le circostanze, penso che dovremmo parlare, non credi?" Ella aveva dimenticato quanto dolce potesse essere, irresistibile.

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Portraits ||Matty HealyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora