4. Seconde occasioni

375 44 23
                                    

Quando Harry si svegliò, si sentì stranamente riposato per aver dormito solo un paio d'ore. Guardò di sfuggita la sveglia, che segnava le dieci.

Ho ancora un'ora per prepararmi, pensò contento. Era infatti entusiasta e allo stesso tempo agitato per la festa organizzata da Louis Tomlinson, che si sarebbe tenuta di lì a poco.

Si stiracchiò, ancora coricato sul letto e poi finalmente aprì gli occhi. Una luce strana e potente glieli fece chiudere subito dopo, confondendo Harry.

Sembrava quasi la luce del sole ma, data la tarda l'ora, era impossibile. Giusto?

"La principessa si è svegliata, finalmente! Buongiorno eh" la voce inconfondibile di James, il suo compagno di stanza, lo stuzzicò.

Buongiorno?, si chiese il giovane atleta, cominciando pian piano a realizzare quello che era successo.

Si alzò una volta per tutte dal suo comodo letto bisbigliando dei "No!" e "Ti prego, no" e si precipitò a guardare fuori dalla finestra, in preda alla disperazione. Era come aveva sospettato: il sole splendeva alto nel limpido cielo brasiliano.

"Fanculo!" urlò sbattendo un pugno sul muro, facendosi anche male.

Evidentemente, la sera prima era talmente stanco che si era addormentato così profondamente da tirare fino alle dieci del mattino. Non poteva e non voleva crederci: aveva perso la festa dell'anno, aveva perso la sua occasione di interagire nuovamente con Louis. E, adesso, chissà quando - e se - avrebbe potuto avere un'altra occasione simile.

"Per una volta che avevo deciso di uscire" piagnucolò ancora appoggiato alla finestra e con lo sguardo perso nel vuoto.

"Styles, ma si può sapere che ti prende?" chiese alla fine James, che aveva osservato confuso tutta la scena.

Harry si voltò e si accasciò vicino al suo amico. "Ieri volevo andare alla festa, ma mi sono addormentato e me la sono persa..."

"Eh già, dormivi alla grande. Quando sono rientrato dall'allenamento ieri sera, ti ho pure scattato un foto perché eri troppo tenero" scherzò James che subito dopo si sentì schiaffeggiare il braccio.

"E perché non mi hai svegliato?!?" lo sgridò Harry, seriamente infastidito.

James rise, non aveva mai visto il suo amico così isterico. "Non sapevo volessi andarci, a quella festa. Conoscendoti, avevo dato per scontato che saresti rimasto a casa come al solito" si giustificò per poi aggiungere "Guarda come eri carino" mostrandogli la foto di lui che dormiva talmente profondamente che aveva persino la bava alla bocca.

Non riusciva a smettere di ridere, ma Harry non era dell'umore giusto per scherzare insieme a James su quella foto orribile che gli aveva scattato e così lo insultò in ogni modo possibile e uscì di fretta, con ancora i vestiti del giorno precedente addosso.

Doveva sfogarsi. Cominciò a correre, come era solito fare quando era di cattivo umore.

Dopo qualche metro passò vicino a quelle che sapeva essere le stanze destinate ai nuotatori e vide i segni inequivocabili della festa: centinaia di bottiglie, lattine di birra e mozziconi di sigarette per terra, ovunque. Alcuni atleti erano addirittura ancora lì fuori a festeggiare grazie agli ultimi residui di alcool nel corpo.

Si allontanò velocemente, continuando a correre di buon passo. Amava la corsa. Se non si fosse specializzato nel salto in alto, infatti, sarebbe di certo diventato un maratoneta.

Una mano lo afferrò improvvisamente per il polso, costringendolo a fermarsi e a interrompere i suoi pensieri.

"Dio, ma quanto sei veloce? È da cinque minuti che ti corro dietro" sentì dire da una voce ansimante particolarmente familiare.

Si voltò e vide un Louis tutto spettinato, con gli occhi gonfi per le poche ore di sonno e le gote arrossate per lo sforzo appena fatto, ancora con la mano salda sul suo polso.

Era vestito sportivo, con uno zaino sulle spalle. Molto probabilmente stava andando ad allenarsi in vista della finale di tuffi sincronizzati, che si sarebbe tenuta quella stessa sera.

"Scusa, non ti avevo sentito" bofonchiò Harry, in preda al panico. Che cosa voleva ancora Tomlinson da lui? Perché si sentiva sempre così impedito e a disagio in sua presenza?

"Colpa mia, sono poco allenato da questo punto vista" disse Louis squadrando da capo a piedi il giovane atleta e ammirandone la perfetta forma fisica.

"Sai, non ti ho visto ieri sera alla festa, mi dispiace che tu non sia voluto venire. Certo, avrei voluto invitarti di persona, ma non ti ho più visto in giro..." confessò alla fine, puntando i suoi occhi glaciali in quelli verdi dell'altro ragazzo, che lo stava fissando quasi con fare colpevole.

Harry tentò di inventarsi una scusa che fosse più credibile di "Mi sono addormentato alle sette e mi sono svegliato solo tredici ore dopo" ma fu interrotto da Tom, il compagno di tuffi di Louis, che stava richiamando quest'ultimo a causa del ritardo che stavano facendo.

Louis annuì e prima di andarsene disse, frettolosamente: "Vorrei che tu venissi ad assistere alla finale, stasera. Sì, insomma... mi farebbe piacere, ecco. E poi l'altra volta mi hai portato bene".

Guardò speranzoso Harry per qualche secondo e, senza aspettare la risposta di quest'ultimo, raggiunse di corsa Tom, abbracciandolo e marciando con passo sicuro verso la piscina destinata agli allenamenti. Si voltò un'ultima volta e ammiccò con fare complice al giovane ragazzo che lo stava ancora fissando.

Harry infatti era immobile, ma felice ed incredulo. Aveva avuto una seconda opportunità e no, questa volta non se la sarebbe lasciata sfuggire, per niente al mondo.







*Spazio autrice*
So che vi aspettavate scintille tra i due alla festa, ma... sarebbe stato troppo banale e, come chi mi segue da un po' sa, a me non piace scrivere cose troppo scontate. Sorry ahah. 

STORIA SOSPESA per mancanza di lettori. 
Chiedo scusa a chi invece la stava seguendo con interesse.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Rio 2k16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora