"Ciao Bea mi raccomando mangia" le disse la nonna, una signora in carne, tutta d'un pezzo,con quelle rughe che davano quell'espressività agli occhi che spesso ti perforava l'anima.
"Certo nonna" le rivolse un sorriso caloroso pensando già a come perdere i chili messi e le baciò le guance piene .
"Fai la brava" le disse il nonno strizzandole uno zigomo, un uomo magrolino ma che nonostante ciò ricordava un albero secolare per la sua grandezza interiore.
"Sempre nonno" diede due baci sulle guance anche a lui, poi si divisero a malincuore.
Un passo dopo l'altro, nelle sue sneakers bianche ormai marroni,si avvicinò alla sua macchina, un pò malandata ma faceva il suo dovere, del resto non è che avesse speso una fortuna per comprarla. Salì ,inforcò il volante e rivolse un ultimo sguardo triste ai nonni prima di partire verso la città. Quel posto già le mancava. Lei non era una ragazza da vestiti firmati, shopping, feste e traffico. No, lei era la tipa che per uscire non abbinava i panni, che il sabato restava a leggere sul suo divano e che amava correre nella pace più totale, sì questa era lei.
Arrivata in città parcheggiò la macchina dietro il palazzo e poi salì nel suo monolocale. Era piccolo ma l'aveva arredato alla meglio. In camera da letto c'erano uno vicino l'altro il letto bianco, l'armadio in legno ed un comodino con una lampada Tiffany comprata in un mercatino delle pulci. Il bagno era piccolino ma predominavano i sanitari bianchi ,le mattonelline di ceramica vietrese con disegni blu e lo specchio sul lavandino in una cornice dorata imponente. La cucina era piccolina ma arredata con mobili in legno chiaro ed un tavolo in massello con con 4 sedie abbinate. Il salone open space con la cucina consisteva in un mobiletto basso con sopra una tv a schermo piatto non troppo pretenziosa ed una poltrona di pelle panna dall'aria comoda. Di fronte la cucina c'era un'enorme finestra che prendeva quasi tutta la parete che faceva sembrare tutto più grande, di fianco, in una nicchia nel muro era stata ricavata una piccola libreria con mensole piene di libri malandati.
Nonostante tutto le piaceva come lo aveva arredato, la rispecchiava in un certo senso. Sistemò nell'armadio i pochi panni che aveva portato con sé nel borsone nero che poi sistemò sotto al letto. Andò in cucina e mise l'acqua sul fuoco per farsi il tea, poi si sedette ed iniziò a fare zapping in tv quando sentì squillare il cellulare.
Frugò nella borsa di pelle consumata tra le varie cianfrusaglie e dopo alcuni squilli riuscì a rispondere.
"Pronto" disse tranquilla
"Ciao Bea dimmi che sei tornata in città" disse lui tutto ansioso
"Ciao Marco,oggi calmo eh?! Sì sono tornata poco fa perché?" Marco era un amico d'infanzia di Beatrice ed ora collega di lavoro, non era un tipo molto muscoloso ma il giusto, era molto alto e ciò veniva messo in evidenza soprattutto quando stava vicino Bea la quale era bassina ma non troppo. Aveva dei capelli color caramello mossi fin sotto il mento e due occhi di un marrone scuro quasi nero.
"Domani c'è la nuova mostra di Federico De Rossi e si da il caso io abbia due biglietti dell'ultimo minuto"
Federico De Rossi era un famoso pittore contemporaneo che si ispirava ai 'grandi' creando opere d'ispirazione classica.
"Dimmi solo dove e quando" rispose estasiata, erano appassionati d'arte, lavoravano in quel mondo in un certo senso, era una cosa che condividevano ed ormai andavano a tutte le mostre e le feste del genere assieme.
"Ti vengo a prendere domani alle 20:00, si terrà nel palazzo storico dei Giordano quindi vestiti elegante mi raccomando" disse risolutivo.
"Okey a domani" disse euforica.
"Ciao" e riattaccò.
Bea in preda all'agitazione, come ogni volta del resto, iniziò a pensare cosa mettere per la sera successiva.
Pensò alla cosa più semplice del mondo, tubino nero e tacchi, solo che doveva ricordarsi dove aveva messo quelle armi letati (le scarpe alte)...i suoi ricordi si fermavano al momento in cui le aveva lanciate in una fessura scura tra i panni stipati nell'armadio e poi vuoto totale. Mentre era intenta nella sua ricerca matta e disperata si ricordò di aver lasciato l'acqua per il tea sul fuoco così corse a spegnerla, conoscendo i suoi precedenti aveva messo la fiamma bassa quindi non aveva bruciato il pentolino. Mise due bustine di tea a menta e zucchero di canna. Mentre aspettava che le bustine stessero in infusione ed il marrone scuro si mescolava all'acqua trasparente si affacciò alla grande finestra, quell'anno non aveva nevicato "sai che novità" pensò. Per le strade passava solo qualche macchina solitaria ed i marciapiedi davano l'idea di essere trascurati anni. Diciamo che non viveva in una città enorme che si svuotava soprattutto in quel periodo dell'anno in cui non c'era il caldo dell'estate o il bello dell'inverno ma solo il freddo scomodo. Tornò dal suo tea e se ne versò una tazza, dopo averne bevute altre due, poteva fare gare di bevitori di tea per quanto ne beveva ogni volta, andò a letto. Quel giorno aveva un piumone a rombi bianchi e rossi molto natalizio, 'orrendamente natalizio' osò pensare. Lei, che aveva finito per ignorare il natale se non odiarlo, aveva cercato per una volta di entrare nello spirito di festa con quel piumone fallendo clamorosamente. Finalmente sotto le coperte, nel suo nido caldo si sentì protetta. Accarezzò il copriletto come se fosse un delicato neonato e si lasciò cullare dal cuscino annusando il profumo delicato alle rose,andando indietro con i ricordi a quando ci aveva fatto cadere per sbaglio il barattolino di essenza alle rose ancora aperto e dopo svariati lavaggi preservava ancora l'aroma ormai affievolito ma persistente.
Spense la lampada sul comodino e si portò le coperte fin sopra la testa come faceva da quando era piccola, la paura dell'uomo nero le sarebbe rimasta come una custode della sua infanzia ed un promemoria che le ricordava notte dopo notte che non era poi così grande o scresciuta rispetto alla bambina che era e ciò le strappava sempre un sorriso. Poi volse lo sguardo verso l'alto immaginando le infinite stelle che la sovrastavano, lei era nessuno se messa a confronto, era bello non avere tutta quella responsabilità "sai che lavoraccio essere così cruciale ed importante per l'universo" rendeva tutto più facile andare avanti sentirsi libera da tutte quelle responsabilità. Ma poi arrivò Morfeo, la prese tra le sue possenti braccia cullandola, immaginava sempre che Morfeo fosse un tipo muscoloso chissà perché, ed infine la fece cadere in un sonno profondo.Nota dell'autrice
Beh ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Un passetto alla volta stiamo scoprendo(io insieme a voi nel vero senso della parola)la storia di Bea (Beatrice). Come vi sembra? Se ci sono errori/orrori grammaticali fatemelo presente che mi adopererò per correggere repentinamente. Se avete richieste o domande fatele e vi sarà subito risposto. Commentate e votate, è importante per capire se questa storia viene apprezzata. Grazie mille per l'attenzione 😘
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Blue skirt
ChickLit18/08/2016 storia nuova Bea, ragazza dai capelli d'oro, la pelle di neve e gli occhi di smeraldo. Ragazza amante della corsa, dell'arte e del tea. Con un passato oscuro alle spalle ed un cuore da guerriera. Non aveva più intenzione di innamorarsi, o...