Quando il sole iniziò ad entrare nella stanza iniziò a socchiudere gli occhi, abbassò le coperte fino ai fianchi e si stiracchiò. Si mise seduta sul bordo del letto stringendosi nel suo pigiamone caldo, il sole la accecava così si sfregò con le mani gli occhi e tentò di aprirli meglio per ammirare l'alba. Stette a contemplarla per un pò in uno stato di dormiveglia fin quando non decise che fosse ora di alzarsi. Distese le braccia verso l'alto avvertendo improvvisi brividi di freddo ed andò in bagno. Si sciacquò la faccia e finalmente si riscosse dal sonno. Andò in cucina ed iniziò a spiluccare qualche biscotto al cioccolato inzuppandoli di volta in volta nella tazza piena di latte freddo. Una volta bevuta anche l'ultima goccia di latte andò a recuperare il cellulare dal comodino di fianco al letto e controllò i messaggi ma niente come al solito (non aveva una vita sociale molto attiva se si toglievano le uscite artistiche con Marco). Andò a lavarsi e si mise velocemente shorts ginnici, reggiseno sportivo, top morbido azzurro e scarpe da corsa. Prese ,cuffiette, cellulare e scese in strada, passati dieci minuti abbondanti per scegliere la canzone - dopo aver cliccato un'infinità di volte il tasto riproduzione casuale - infilò il cellulare nel reggiseno sportivo che sminuiva ancora di più il suo piccolo décolleté e partì correndo, il suo modo di sfogarsi e soprattutto il miglior modo per perdere i chili messi dai nonni. Dopo quasi un'ora tornò nel suo monolocale, dove si spogliò in fretta e furia per farsi una doccia di un'ora (sì...diciamo che non era una che andava di fretta quando si trattava di cose rilassanti) lasciandosi cullare dal gocciolio dell'acqua calda. Fissò quelle gocce dolci scivolarle su quella pancia mai abbastanza piatta, oltrepassarle quei fianchi sempre troppo larghi, scenderle per quelle cosce sempre troppo grosse per finirle sui piedi e cadere nello scarico...quel buco nero in cui immaginava si nascondessero tutte le risposte. Eppure singolarmente le gocce d'acqua sono leggere, sinuose,ti ingannano che la perfezione esista ma poi vedi fiumi,laghi,torrenti che sfociano nel mare ed a quel punto l'acqua ha un peso enorme -che poi si dovrebbe parlare di massa- ed è il contrario della perfezione, ha una forma irregolare e nasconde abissi oscuri, incute timore e reverenza. Scosse la testa per tornare in sé, doveva smetterla di perdersi nei suoi pensieri che tanto complicava solo il suo perenne stato confusionale. Spense l'acqua e strizzò quelle lunghe pagliuzze dorate che ormai le arrivavano fin quasi al sedere. Si fasciò in un grande asciugamano bianco di spugna e con i capelli che le gocciolavano andò verso l'armadio e cercò di vestirsi nonostante la vista fosse offuscata dalle goccioline che le colavano dall'attaccatura dei capelli.
Con leggins blu notte , maglia larga del pigiama bianca con un enorme cuore ridicolo in rilievo sulla parte frontale e pantofole degne della migliore delle nonne corse a prendere l'asciugacapelli e dopo una leggera passata fece un codino grossolano con i capelli ancora umidi (la pazienza non era il suo punto forte) . Accese la tv e mise un canale musicale, canzoni pop non proprio il suo genere ma si adattò. Si mise ai fornelli a cuocere il petto di pollo trovato miracolosamente in frigo ed iniziò a 'ballare' per la sala da pranzo, immaginando di non essere vista o giudicata da nessuno, perché a dirla tutta c'era qualcuno...era lei il suo giudice più spietato, colui che la dristruggeva con uno sguardo ma decise che quel giorno doveva concedersi ai piaceri più stupidi ,futili o banali. Poi si sedette a tavolo mangiando il tanto amato petto di pollo un pò bruciacchiato, ma meno delle volte precedenti, "dai sto migliorando" si disse compiaciuta e poi finì la sua insalata mista, aveva deciso di rimettersi in riga col cibo...come si era promessa decine e decine di volte prima di quella ma come si dice la speranza è l'ultima a morire. Appena finì di mangiare spense la tv, recuperò le cuffiette ridotte ad un groviglio infinito, andò a leggere seduta vicino la grande finestra uno dei romanzi che aveva comprato prima di andare dai nonni e fece partire le note del magnifico Einaudi. Era ormai pomeriggio inoltrato quando si ricordò della mostra pittorica, alzò lo sguardo e quando incontrò l'oscurità della notte che stava arrivando si precipitò a guardare l'orologio strappandosi le cuffiette dalle orecchie ed infilando in malo modo il libro che stava leggendo tra quei reperti storici. Appena vide l'ora lo sguardo le si incupì lo sguardo, erano le 19:20, aveva i capelli con la forma del codino, il pigiama ed ancora non aveva iniziato la ricerca per i tacchi dispersi nell'isola che non c'è . Così corse verso l'armadio, per fortuna trovò subito l'abito, infilò il tubino nero che la fasciava fino a metà coscia e le faceva una taglia in più di seno...i miracoli delle coppe. Delle arme mortali ancora nessuna traccia così tra lo sconforto optò per un paio di ballerine rosa pallido in simil pelle che mise a malincuore, erano orrende e non piacevano perfino a lei che non dava mai peso a ciò che indossava. Decise di raccogliere i capelli in una coda di cavallo, ormai era troppo tardi per la piastra, si mise il mascara, una spolverata di blush per dare un pò di vitalità a quella pelle diafana ed in fine un rossetto di un rosso scuro e potente (l'unico azzardo femminile che adorava mettere) che la faceva sentire un pò più forte e bella dietro quella corazza color del sangue. Un minuto dopo, alle 20:00 spaccate, come un orologio svizzero Marco la chiamò.
"Scendi sono sotto casa" disse tranquillo.
"Va bene arrivo" disse ed attaccò.
Si spruzzò un pò di profumo, un odore delicato che ricordava un pò di lavanda e rose...nulla di esagerato. Raccolse la piccola pochette in pelle squadrata, ci mise cellulare, chiavi e fazzoletti per ogni eventualità e corse giù in strada. Appena entrò in macchina vide Marco, aveva i folti capelli buttati dietro col gell, un completo nero con una camicia aderente bianca con gli ultimi bottoni lasciati aperti, giusto un accenno di barba ed un sorriso divertito.
"Perché ridi" chiese lei già preoccupata manco potesse avere qualche enorme macchia rossa inconsapevolmente.
"Quelle" rise ancora più forte indicando le ballerine.
"Non me ne parlare sono inguardabili, piccoli problemi tecnici" spiegò lei cercando di distogliere lo sguardo da quelle cose.
"Vedo" continuò ridendo lui.
"Non rendere le cose più difficili e parti se non vuoi che facciamo tardi" disse con tono fermo.
Così disolse lo sguardo e mise in moto la macchina che venne repentinamente inghiottita dalla freneticità della strada.Nota dell'autrice
È solo un capitolo di passaggio come potete ben notare. Come già detto precedentemente se trovate degli errori/orrori grammaticali ditemelo che correrò a correggerli. Qualunque commento o parere è ben accetto, votate così capirò se la storia piace. Chissà cosa succederà alla nostra Bea in ballerine...beh io ho in mente qualcosa😇😏. Un bacio a tutti e grazie per l'attenzione.
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Blue skirt
ChickLit18/08/2016 storia nuova Bea, ragazza dai capelli d'oro, la pelle di neve e gli occhi di smeraldo. Ragazza amante della corsa, dell'arte e del tea. Con un passato oscuro alle spalle ed un cuore da guerriera. Non aveva più intenzione di innamorarsi, o...