5.

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la pioggia sporca, bagnava ogni cosa, rendendo Baltimora più cupa e grigia del solito.
erano le cinque e trenta di un qualunque lunedì.
quella notte non avevo dormito, ero rimasta in piedi, minuti forse ore.
il tempo scorreva ed io non facevo altro che ripensare a ciò che aveva rovinato la mia infanzia, mia madre.
La scena di mia madre, sulla soglia della porta, in lacrime che promette di tornare presto, mentre si allontana pian piano, da me. per sempre.
Non facevo altro che rimuginare sul grande vuoto che aveva lasciato dentro me e tutte le sue conseguenze.
Forse andava bene così o forse andava bene solo per il vuoto che avevo dentro.

Forse sarebbe stato meglio prendere un pó d'aria pensai.
Indossai i miei immancabili anfibi neri, e mi diressi verso il vecchio parco.
sapevo che avrei trovato l'unica persona con cui avrei voluto parlare, lui era già lì, fissava un punto non preciso, immobile.

"Michael" lo richiamai, evidentemente distogliendolo dai sui pensieri.
"Hey Jane" sorrise.

ultimamente ci eravamo incontrati spesso, per caso ma non per davvero.

gli raccontai di mia madre, gli parlai di me, e di come mi sentivo.
lui mi ascoltava attentamente, senza mai interrompermi.

Michael aprì il suo zaino, alla ricerca delle sue sigarette.

"mi piace parlare con te." ammisi, abbassando lo sguardo.
"a me piaci tu"
disse sfilando una sigaretta dal pacchetto.











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sono tornata, vorrei ringraziare chi ha continuato a sostenere la storia, perché se è qui è solo grazie a voi.
Mag.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2016 ⏰

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