Respira....Ho detto respira,idiota!!Se proprio non vuoi fermarti,almeno non svenire così!
"Oh ....giusto....Come si faceva?"
Ad Alice sembrava di essersi dimenticata di come respirare.
Non le importava.
Sentiva l'aria che le spettinava i capelli.
I rametti le si impigliavano nei capelli e l'adrenalina le scorreva come fuoco nelle vene.
Non avrebbe saputo dire cosa stava provando in quel momento:"Felicità?Paura?Carenza di ossigeno,forse."
Era consapevole del fatto che la lettera era l'inizio di qualcosa di importante.
Quindi stava cercando di non morire asfissiata prima di iniziare la sua grande avventura.
Dopo aver letto i primi libri sperava sempre che un giorno sarebbe successo qualcosa.
Purtroppo ad otto anni non era riuscita ad arrivare a Narnia.
E a undici non aveva ricevuto la lettera per Hogwarts.
"Gandalf"si diceva a volte"conto su di te per i miei cinquant'anni!".
Poi,a tredici anni,aveva aperto gli occhi capendo quanto gli umani potessero essere cattivi.
Non che non fosse a conoscenza di alcune cose orribili ma non ne aveva mai compreso appieno la cattiveria.
Tutti gli insulti a Cal,le guerre,le cose strazianti che gli umani erano in grado di fare,quelle che le facevano amare la frase "All monsters are human"più di qualunque altra citazione,erano improvvisamente diventate reali.
Cosí si era rassegnata con sogni irraggingibili come Hogwarts,Narnia,il Campo Mezzosangue o Panem.
Bhe forse un pò felice di non andare a Panem lo era,eh.
E la cosa che l'aveva spinta a continuare a vivere in quel mondo malato e sofferenze era stata un'unica e impossibile speranza.
Perché quando una cosa era impossibile,le piaceva ancora di più far capire che invece era possibile cambiare le cose.
La sua unica speranza era quella di migliorare il mondo.
Non voleva cambiarlo,renderlo perfetto:non sarebbe più stato la Terra.
Voleva migliorarlo.
Ma sapeva che era un sogno irraggiungibile, anche per lei.
Quindi quando aveva ricevuto la lettera aveva pensato "e se questa fosse la volta buona?Magari potrò davvero cambiare le cose!".
Così si era messa a correre come se volesse arrivare fino all'Accademia attraversano noncurante cielo e mare.
Ma ahimè,le cose non andarono cosí.
Aveva appena superato il punto in cui poco meno di un'ora prima Jasper era disteso inerme a faccia in giù.
Non si curò nemmeno di fermarsi a ringraziare di nuovo Sekki.
"Prendere nota:tornare a farlo,prima o poi"
Si ritrovò al ristorante ancora prima di accorgersene.
Il che fu un male.
Letteralmente.
<<AHI!>>urlò una voce.
Alice si era scontrata contro qualcosa...qualcuno di morbido.
Si ritrovò a gambe all'aria,per la felicità della ragazza fine che era in lei.
<<Alice!>>urlò la voce preoccupata di suo padre.
<<Ah ma allora sei tu!Dove ti eri cacciata,strega!>>la accusò la zia con la sua voce stridula.
Wo wo wo wo!La prugna secc...ehm coff cofff...volevo dire Violet.Violet che intende con "strega"?!
Essendo una ragazza intelligente Alice si rispose da sola.
"E io che Helheim ne so?!"
Troppe voci che urlavano.
Troppe notizie vorticavano nella testa della ragazza.
Troppo veloce la centrifuga della lavatrice che aveva in testa.
Perché in quel momento era messa cosí la testa della bionda:era come avere centinaia di fogli senza un significato rimestati dall'acqua e dalla velocità della centrifuga.
Alice sentì delle mani che la facevano alzare e che la tiravano per le spalle.
Una presa dolce e resistente.
<<Sta tranquilla,Alice...>>le sussurrò sua madre all'orecchio con un tono tutt'altro che rassicurante.
"Perché sono tutti agitati?!"si chiese alzandosi a fatica.
Non ebbe neppure il tempo di riordinare i pensieri che Vernon,che si stava ancora rimettendo in piedi,...
"Ahhhh era la sua pancia quella cosa morbida!"
...le puntò un dito contro e sputacchiando le disse.
<<Tu ...tu sei solo un'assassina!>>
Il vuoto.
Per qualche frazione di secondo Alice tentennò tornando a quando aveva,ancora per pochi mesi,undici anni.
Era a casa di sua nonna,poco prima dell'equinozio di primavera.
La neve si doveva ancora sciogliere e la stufa a casa di Elinor era scoppiettante.
Elinor era una donna che dimostrava tutti i suoi anni,ma che aveva uno scintillio negli occhi,il quale solo Jhonatan aveva ereditato,che la faceva sembrare più giovane di quanto non fosse realmente.
I capelli erano d'un bel bianco candido,senza sfumature grigie o giallastre che spesso avevano gli anziani.
Gli occhi erano del colore di quelli di Alice,cosa che quest'ultima aveva sempre apprezzato, e le rughe che solo chi aveva sempre sorriso alla vita possedeva scavavano leggeri solchi nella pelle che stranamente non presentava chiazze d'età.
Quel volto che dopo pochi attimi si sarebbe contorto prima di spegnersi.
Una crisi più forte di qualunque altra la donna avesse mai avuto,aveva richiamato Alice,che in quel momento era a casa della donna.
La piccola l'aveva scossa,le aveva portato acqua e inalatore.
Aveva collegato la bombola d'ossigeno alla mascherina.
L'ambulanza non arrivava e il silenzio di allungava come un ombra sulla donna che rantolava e sulla bambina inerme che piangeva disperata tenendole la mano.
Ricordava che la nonna le diceva,poche ore prima"voglio che ci sia tu,Alice.Non i miei figli,non i miei nipoti.Solo tu un giorno potrai capire e solo tu,vedendo il mio errore,potrai salvarti".
Ovviamente Alice non aveva mai capito il significato di quelle parole.
Era come se Elinor sapesse di essere alla fine.
I paramedici le avevano detto che grazie a lei la donna non aveva provato a brutta sensazione prima di soffocare,perché l'alta presenza di ossigeno nella bombola le aveva attenuato il dolore.
"Sarebbe morta comunque"aveva sentito dire da un paramedico al padre,che singhiozzava.
Jhonatan non aveva mai più pianto da allora.
Vernon,con la sua famiglia,non li aveva degnati della loro presenza,e ad Alice,sinceramente,non dispiaceva.
Mentre l'ambulanza portava via Elinor,già dentro a un sacco,Jane abbracciava la figlia.
Piangeva e sussurrava cose dolci.
Dolci e vere.
Non cose banali come "mi dispiace" o "ci mancherà",ma cose innegabilmente veritiere quali "Ti voleva bene".
Solo questo aveva attenuato i sensi di colpa di quella bambina che si ripeteva "Forse mi perdonerà perché mi voleva bene?".
Come se avesse potuto fare più di quanto già avesse fatto.
Ritornò alla realtà quando Jasper fece il suo ingresso trionfale dicendo <<Voleva uccidermi!I suoi occhi hanno cambiato colore,le sono spuntati dei porri sul naso e ha richiamato un albero fatto di ossa dal sottosuolo che mi ha tirato una botta in testa!>>.
Due opzioni:
1.Il colpo l'aveva fatto ammattire.
Ma magari!
2.Voleva mettere in cattiva luce la cugina e contemporaneamente risultare l'eroe della situazione.
Scommetto 250 dracme che è la seconda.
<<Sei solo un assassina!Hai quasi ucciso io mio amorino!>>
Ma magari!....Di nuovo!
"ma guardalo!!!Se lo avessi quasi ucciso non sarebbe lí in piedi,con quel ghingno e con entrambe le....!
<<Non è così!>>urlò Jane rivolta a Violet prima che Alice finisse quel pensiero<<Se fosse "quasi morto" non sarebbe qui!>>
"Grazie mamma!"
<<E ora noi ce ne andiamo>>disse con una calma rabbiosa Jhonatan.
Senza neppure salutare i tre girarono sui tacchi e si diressero verso la vecchia Fiat 500.
Un miscuglio di rabbia,paura,disgusto,indignazione e impotenza, con parecchi residui di eccitazione e felicità,vorticavano nello stomaco della bionda quattordicenne.
Non era mai stata così....così come?
Non sapeva neppure descrivere ciò che provava.
Era come se il tempo stesse assecondando le emozioni di Alice.
Il cielo,fino a poco prima soleggiato e privo di nuvole,si stava scurendo fino a diventare plumbeo.
L'aria fresca era diventata umida e pesante,quasi difficile da respirare,e la terra ....la terra stava tremando.
Era piú come una leggera vibrazione che solo chi passa molto tempo all'aperto avrebbe potuto captare.
Alle spalle degli zii,notò Alice girandosi,delle radici si stavano muovendo,incrinando le fessure tra i bellissimi pannelli di ardesia.
Controlla le tue emozioni.
Le piante ricaddero inermi come marionette a cui erano stati tagliati i fili.
La terra si era assopita di nuovo.
"Cosa sta succedendo?"si chiese disperata Alice.
Quando,pochi secondi dopo,la macchina partì lasciandosi alle spalle il lussuoso ristorante Alice non se ne rese neppure conto.
Le parole delle canzoni,la melodia,tutto ciò che aveva in torno sembrava....slavato.
Il tempo sembrava non avere più un senso.
Sembrava che si fosse fermato ma che contemporaneamente andasse più veloce di prima.
La macchina si fermò sotto la pioggia,in un posto che non era il vialetto di casa.
<<Oh mio Dio!>>sbottò Jhonatan schiaffandosi una mano sulla faccia<<Ci mancava solo l'auto in panne>>
L'uomo scese dalla macchina che era rimasta in una stazione di servizio.
Almeno c'era un autogrill in cui rifugiarsi a soli cento metri.
Avvicinandosi al cofano,il biondo aprì il coperchio e rimase un attimo assorto,poi si allontanò.
<<È un danno irreparabile....Dobbiamo chiamare il carro attrezzi....>>
"No.. No,la Fiat no."pensò Alice.
Le si era affezionata,troppo forse.
<<Johnny ti stai bagnando tutto.Entriamo un attimo e prendiamoci qualcosa,tanto il carro attrezzi ci metterà almeno mezz'ora per arrivare>>lo avvisò Jane con un tono dolce e sconsolato.
Il morale generale era alto quanto può esserlo quello di un bambino a cui è morto io criceto.
I tre si avviarono bagnandosi all'edificio fatiscente che si ergeva dietro a un grande parcheggio.
Entrarono e Alice immaginò la scena.
Avrebbero potuto sembrare un pò dei barboni,se non fosse stato per i vestito eleganti.
Erano bagnati,mogi e assenti.
Si sedettero tutti a un tavolo e l'unica cosa che tirò su di morale Alice fu la tazza di the caldo e fumante che arrivò a riscarlarla.
Mentre Jane beveva del caffè,era una specie di droga per lei,e Jhonatan borbottava al telefono con il responsabile del carro attrezi,probabilmente,Alice pensava.
Da quando aveva "svegliato" la sequoia erano accadute troppe cose insieme.
"Okay" si disse "ricapitoliamo.
Ho quasi ucciso Jasper risvegliando una sequoia"
Grazie tante,questo me lo ricordo. È l'unica cosa bella accaduta oggi
"Ho ricevuto una borsa di studio per una strana scuola fandom a Malta"
Sí,è facile da ricordare.Una lettera in stile Hogwarts che cammina fuori a un libro non passa inosservata.
"Jasper mi ha accusato di stregoneria..."
Grrr.
"Hai finito?Anzi no....no,figurati,non mi dai fastidio.Perché una voce odiosa che commenta ogni cosa che penso dovrebbe darmi sui nervi?"si lamentò ironicamente Alice.
Fu richiamata alla realtà dal padre che annunciava che avrebbero dovuto tornare a casa in autobus perché il primo carro attrezzi disponibile sarebbe arrivato di lí tre ore.
I tre pagarono e uscirono dall'autogrill per recuperare gli effetti personali dalla macchina.
Fu solo quando Alice "salutò" la macchina che la tensione divenne palpabile.
Appoggiò la mano sul cofano appena richiuso e tutto bagnato e disse,abbastanza ad alta voce dato che i genitori la sentirono
<<Vorrei che questa macchina tirasse avanti per qualche altro anno.Ormai ci ero affezionata>>
In quel momento ad Alice sembrò che ci fosse una fata Turchina con un pessimo tempismo che diceva:"vuoi che la macchina ti ascolti di fronte ai tuoi genitori?BOOM!esaudito!"
Infatti la ragazza non finì neppure la frase che il motore iniziò a rombare di una nuova energia.
"Non dovevo farlo.Non dovevo proprio farlo!"
Hagrid approved.
La bionda si girò lentamente incrociando gli sguardi sconcertati di Jane e Jhonatan.
<<Ehm....posso spiegare.>>iniziò lei.
<<Ci spiegherai tutto in macchina>>disse fredda Jane.
Salirono tutti in macchina e Jhonatan mosse in moto.
Giustamente stare lì al freddo non aveva senso.
Iniziarono a percorrere la lunga strada che li separava da casa.
O almeno,mancavano solo dieci minuti,ma ad Alice sembrarono eterni.
<<Ehm...ecco,io...Io non ve l'ho mai detto ma...>>
"Pensa Alice,pensa!Qualcosa di sensato!"
<<...I-io in realtà ho studiato meccanica e prima che papà chiudesse il cofano,ho visto che c'era un anomalia nel motore e...e...>>spiegò la bionda.
Oh sí,molto plausibile.Una ragazza che studia meccanica come passatempo e che è più veloce di Flash nel fare riparazioni impossibili!
"Ehi!O dicevo questo o confessavo tutto!"
<<Alice,dicci la verità...>>le disse Jhonatan continuando a scrutare la strada.
"Scherzavo.Posso fare entrambe le cose e passare per idiota contemporaneamente"
<<Uhm...okay,tanto non ho alternative...>>ammise la ragazza raccontando tutto ciò che le era capitato quel giorno,a partire dalla sveglia rossa.
Per qualche minuto dopo la fine del racconto,entrambi i genitori non fiataromo chiudendosi in uno spesso strato di un silenzio cupo.
Poi Jane sussurrò, flebile ma risoluta<<Non ci andrai>>
Eh?!
"Eh?!?"
<<EH?!>>
Oh oh oh
"Piantala!"
<<Ha detto che non andrai in quella scuola>>le rispose deciso il padre.
<<State scerzando?!Non posso non andarci!È l'occasione della vita!Finalmente potrò...!>>si intestardí la quattordicenne.
<<Non ci andrai e basta!Quella scuola ti segnerà a vita!Tu.Non.Ci.Andrai!>>
Scandì rossa in viso Jane.
All'improvviso i pezzi del puzzle presero il loro posto nell'immagine finale.
Ecco perché i genitori non l'appoggiavano sull'essere una fangirl.
Ecco perché le vietavano di leggere.
<<Voi frequentavate la Fandom Accademy....>>non era una domanda;era un'affermazione,perché Alice era certa di ciò che aveva appena detto.
Un lungo silenzio,uno dei tanti quel giorno.
Sia la madre che il padre avevano detto di essersi conosciuti in una scuola all'estero,ed entrambi avevano a laurea in Lettere a testimoniare la loro predilizialone per quel mondo.
Alla fine il padre sospirò,lanciò un occhiata a Jane e ammise che entrambi avevano frequentato l'Accademia.
Ah-a!Lo sapevo!
Nel frattempo erano arrivati a casa,mentre Alice faceva congetture.
cosa aveva spaventato i genitori a tal punto da vietare alla propria figlia di leggere?
Si sistemarono in silenzio,mangiarono in silenzio,si coricaromo in silenzio.
Nella sua silen...
La vuoi piantare?!
...
Nella sua rumorosa camera,
(Così va meglio)
Alice prese in mano il proprio telefono ed iniziò a scrivere a Cal cos'era accaduto.
La ragazza aveva deciso di partire lo stesso la mattina dopo e si era messa d'accordo con Calcifer per la prenotazione di un volo Low Cost fino a La Valletta.
STAI LEGGENDO
FANGIRL CONTROL
FantasyNon a tutti i fanboy e le fangirl accade di essere emarginati ma se ci fosse un posto nel quale sentirsi DAVVERO a proprio agio? Mettete caso che esista una scuola,chessò,su un'isoletta sperduta di Malta,per esempio,fatta solo ed esclusivamente per...