Capitolo 9

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Leida venne portata nelle prigioni urlando e dimenandosi.

Fu legata fra due pilastri e frustata per tutto il giorno.

Oramai stordita dal dolore, svenne.

Trascorsero due giorni, nei quali Thanatos fu sempre più irascibile.

Anche quando le due concubine cercavano di distrarlo, lui scagliava la sua ira su di loro, percuotendole.

Al tramonto del secondo giorno non poté far a meno di recarsi giù, nella stanza delle torture.

Le grida strazianti di dolore di Leida lo conducevano in quella sala d'agonia.

Appena la porta s'aprì, vide cinque delle sue guardie percuoter e umiliar il corpo della sua schiava, la quale invocava il suo nome in aiuto.

" ADESSO BASTA! Lasciatela pure a me! Ordinate di far preparar il patibolo al calar della notte... "

Thanatos attese che le guardie fossero tutte fuori e si avvicinò a lei, la quale sparava in una salvezza:

" E BENE, MI VOLEVI? Ora sono qui, ma temo che fra un po' rimpiangerai d'avermi invocato... "

Avvolto nel suo mantello nero, prese una frusta e alzò il braccio destro scoprendo il torace nudo, con indosso solo gli stretti pantaloni di pelle nera.

Leida non ebbe la forza di rispondergli ma i suoi occhi parlavano per lei, il suo sguardo misericordioso gli chiedeva pietà e di metter fine a quell'agonia, uno sguardo al quale il sovrano cercava di sfuggire, mentre sferrava il primo colpo sul ventre scoperto della prigioniera, seguito da altri cinque colpi potenti.

Poi le colpì la schiena con altri dieci colpi, che si convogliarono sulle precedenti ferite.

" Non sperar che il tuo uomo ti salvi! Da qui non uscirai viva "

" Vi giuro che non l' ho preso io quell'anello "
" STA ZITTA!! "

Thanatos la colpi con la frusta sul seno e su una gote.

" Cosa vuoi che me ne importi dell'anello. TU SEI MIA E DI NESSUN ALTRO "

Cominciò a toccarla ferocemente su tutto il corpo.

" NO, lasciatemi! "

" PERCHE', A CHI HAI PROMESSO IL TUO CORPO? "

" A nessuno, tanto meno che a voi "

" Ma io non ho bisogno né di permessi, né di concessioni. SEI LA MIA SCHIAVA, E POSSO AVERTI QUANDO VOGLIO "

Il tiranno non era adirato per l'anello, ma per le voci che aveva sentito sull'uomo a cui Leida aveva promesso il suo cuore.

Allentò le catene:

" Inginocchiati "

Inginocchiatasi, Leida lo vide slacciarsi i pantaloni.

" Avanti troietta, fa quel che meglio sai fare "

" No "

Leida voltò il viso.

Thanatos le prese il volto e lo mantenne dritto:

" Avanti, fa quello che fai al tuo uomo "

" NON C'E' NESSUN UOMO SE NON TE, MA PERCHE NON LO CAPISCI?!! "

Thanatos sgranò gli occhi:

«Starà cercando di ingannarmi ancora una volta?»

" Allora dimostramelo, dimostra che sono io il tuo uomo, che è solo me che desideri "

La intimò di far ciò che gli aveva ordinato.

Leida stava per schiudere le labbra scarlatte, quando la pelle del tiranno venne bagnata da tristi perle che discendevano dai suoi occhi.

Thanatos né restò meravigliato e lesse nel suo cuore tutto l'amore e la vergogna che provava per lui.

Le accarezzò i capelli e le scostò il capo, si riallacciò i pantaloni e presala tra le forti braccia, la portò per uno stretto corridoio che conduceva alle scale che portavano verso il basso.

Arrivati alla cripta, il tiranno l'adagiò sul letto a baldacchino.

Il corpo nudo, straziato di Leida, sentì la liscia e morbida seta accarezzarlo.

Thanatos si allontanò e si recò dalle due concubine...

Ti amero' per sempre Cherida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora