Capitolo 1: Vacanze a Cervia

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Fabio si ostinava a fumare in macchina nonostante i rimproveri di Carlo.
Anche a me dopo la terze sigaretta iniziava ad infastidire la puzza di fumo e l'assenza di condizionatore rendava l'auto un vero forno su ruote.
Carlo aveva comprato quest'auto con i risparmi accumulati con i lavoretti che aveva fatto durante tutto l'anno e con i soldi che gli erano stati regalati dai genitori per aver passato il test di ingegneria del Politecnico, cosa notevole visto le sue difficoltà in matematica.
Fabio invece era euforico per aver passato la maturità e stava diventando quasi uno spaccone per il nuovo senso d libertà acquistato dall'assenza dei vecchi "doveri scolastici".
Su questo aveva pienamente ragione ad essere contento, la maturità era passata e potevamo finalmente divertirci prima di iniziare un nuovo percorso.
Avevamo organizzato la vacanza nei minimi dettagli: saremmo partiti la seconda settimana di agosto, io, Fabio, Carlo e Stefano che ci avrebbe raggiunti direttamente a Cervia.
Quel ragazzo era proprio strano, lo era sempre stato, era partito per Firenze prima di noi con la sua nuova fiamma, Giulia, o forse Sara non ricordo, e ci aveva assicurato che ci avrebbe raggiunto il giorno stesso del nostro arrivo.
La cosa curiosa è che aveva insistito per prenotare un hotel a 3 stelle chiamato Castello che aveva visto su TripAdvisor dopo una delle sue serate alcoliche tra il "Black Bear" e la "Taverna 888".
Ne fu quasi ossessionato per una settimana al punto che fummo costretti ad accontentarlo.
Non che fosse un brutto posto a vedersi, anzi aveva proprio un bell'aspetto, semplice ma gradevole, anche se stranamente non aveva nessuna recensione, nessuna descrizione ne indicazioni, niente di niente.
L'indirizzo lo trovò sempre Stefano su internet, sul sito dell'hotel anch'esso molto scarno ma almeno un'indirizzo e-mail e il nome della via dove risiedeva era presente.
Si occupò di tutto lui, non l'avevamo mai visto cosi preso ma non ci facemmo molto caso.
L'importante era partire ed andare a divertirsi.
Fabio finalmente aveva buttato la sigaretta, almeno l'ultima ora di viaggio avremmo respirato senza puzza di Camel.

Arrivammo intorno alle 13, Stefano ci aspettava davanti all'hotel, devo ammettere che era molto più grande di quanto mi aspettassi.
Si appoggiò al finestrino aperto di Carlo e ci comunicò che la nostra stanza sarebbe stata pronta solo in serata dopo cena, una vera scocciatura e Fabio non aspettò un secondo per lamentarsi.
Ormai però eravamo arrivati e dopo aver mangiato un panino al volo lasciammo la macchina nel parcheggio dell'hotel per avviarci verso la spiaggia.
Il parcheggio dell'hotel era semi vuoto, erano presenti solo la nostra auto e un'altra C1 rossa ma con le indicazioni così scarne e poco reperibili su internet non ci sorprendeva così tanto.
La spiaggia era fantastica, attrezzata oltre ogni dire con idromassaggi, campi da beach volley e da racchettoni, ping pong e calcetto.
Come se tutto questo già non fosse suffiente a rendere il soggiorno piacevole sulla riviera romagnola c'era una concentrazione di belle ragazze in costume che avrebbe permesso a tutti di passare almeno una serata in dolce compagnia.
Questo pensiero eccitava particolarmente Carlo a cui mancava da forse troppo tempo la compagnia di una ragazza.
Il nostro pomeriggio in spiaggia iniziò con una partita a calcio sulla riva, io e Carlo contro Stefano e Fabio, una match relativamente equilibrato per quanto possa essere equilibrato un match tra ragazzi che non si fanno scrupoli a prendersi a spintoni o a calci per prendere la palla.
Dopo due ore di gioco, sfiniti dal caldo, optammo per un tuffo in mare e una doccia calda prima di prendere qualche birra prima di cena.
Arrivati ai tavolini del bar iniziammo una partita a carte che fu però improvvisamente interrotta dalla corsa di due ragazze che puntavano verso di noi.

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