Il primo giorno

39 2 1
                                    

Il mio nome venne annunciato ed io mi diressi verso la mia classe.
Ero agiata, mi sentivo così piccola e indifesa. Facevo prima media oramai, le cose erano cambiate. Non mi sentivo più una bambina, ma una ragazza.
Varcai la porta di quell'aula e mi diressi verso i banchi. Mi sedetti vicino ad un ragazzo moro che sembrava piuttosto socievole.
Io al contrario ero molto timida e non facevo amicizia facilmente.
Passarono i minuti e mi accorsi che l'aula era oramai piena. Tutti occupavano un posto a sedere, c'era solo un banco vuoto. "Chissà chi sarà l'ultimo ad arrivare..?" mi domandai tra me e me.
Scrutai con occhi pieni di interesse tutti i miei nuovi compagni.
C'era chi già il primo giorno pensava a fare i compiti, chi giocava con il telefono, chi si preoccupava dei vestiti stropicciati e chi come me ebbe un colpo di fulmine.
Si fece subito notare. Lui.
Un ragazzo alto, biondo, con due occhi azzurri..che erano bellissimi.
Sembrava piuttosto sicuro di sé, e come niente fosse entrò nell'aula e andò a sedersi. "Ecco di chi è quel banco..è di quell'angelo." pensai.
Quasi non me ne accorsi, ma mi ritrovai a fissarlo per dei minuti interi, fino a quando la voce del mio compagno di banco mi richiamò alla realtà.
"Eiiii" mi sentii urlare nell'orecchio sinistro.
Mi voltai di scatto e lo guardai con aria perplessa e confusa.
"Ti manca solo più la bava alla bocca cara mia, ti do un consiglio spassionato..è inutile che gli vai dietro. Collin è un tipo piuttosto stronzo e che gioca con le ragazze, lascialo perdere"
Lo ascoltai e subito divenni rossissima. Non volevo passare per quella che già il primo giorno sbava dietro ai ragazzi nuovi.
"No emm, in realtà io..cioè non stavo..ero solo.." dissi con aria impacciata, stavo solo cercando un modo per liberarmi di quella situazione imbarazzante.
"Ei, è inutile che provi a dire che non lo stavi fissando..ti ho notata sai, comunque piacere Marco Dileo"
Mi porse la mano in segno di cortesia. Io la afferrai e la strinsi.
"Piacere, Valentina Abbate"
Mentre gli strinsi la mano, lo guardai meglio e mi accorsi che aveva due occhi azzurrissimi che facevano contrasto con i capelli mori, era veramente un bel ragazzo.
"Bene, ora che sono concluse le presentazioni magari mi lasci il tuo numero e dopo scuola possiamo vederci e studiare assieme, che ne dici? Magari invitiamo anche qualcun altro.." mi disse sicuro di se, come se fosse una cosa da tutti i giorni.
Per me,invece, era una cosa del tutto nuova.
Ovviamente, vista la mia grande capacità a fare figure di merda inzia a sudare freddo..non che mi piacesse, sia chiaro, però mi ritrovai a disagio.
"Be..si, si potremm..potremo studiare assieme, ti scrivo il mio numero"  estrassi dal mio fedele zaino nero della Vans l'astuccio e il diario, presi un fogliettino e scrissi il mio numero.
Glielo porsi e lui con un sorriso smagliante mi ringraziò.
Pochi istanti dopo tutti gli alunni, compresa me, si zittirono al solo suono di due tacchi a spillo che battevano sul pavimento verde.
Era lei. Capelli biondi lisci con qualche boccolo che si faceva notare sulle punte, pantalone grigio diritto, blusa bianca, giacca nera e occhialoni.
Appena questa figura così autoritaria varcò l'ingresso, tutti noi ci alzammo in piedi e pronunciammo un solenne "buongiorno professoressa".
Eravamo come dei piccoli soldati che aspettavano l'ordine del proprio superiore.
"Salve a tutti ragazzi, io sono la professoressa Villani e sarò la vostra coordinatrice nonchè la vostra insegnante di Antologia, Epica, Grammatica, Storia e Geografia" disse con tono serioso.
Ci fece gesto di sederci e tutti ubbidimmo.
"Ora farò l'appello e chi verrà chiamato dovrà alzarsi e presentarsi alla classe"
Cosa? Nonononononono ti prego no.
Già ero timida di mio, avrei ancora dovuto dire qualcosa di me alla classe? Ma per favore..
Come se la sfiga non finisse, dopo la mia figura riguardo quel meraviglioso angelo, il mio nome venne pronunciato per primo, in quanto ero l'unica della classe il cui cognome iniziava per "A". Grande.
"Abbate Valentina"
Mi alzai, anche se fu faticoso, avevo le gambe che mi tremavano.
"Pr..Presente. Ciao a tutti, mi chiamo Valentina Abbate, ho 11 anni,sono nata qua a Firenze il 20 novembre."
La professoressa mi interruppe e mi chiese " Valentina, dicci un po'..i tuoi genitori che lavoro fanno? Tu pratichi sport? Quali sono i tuoi hobby?"
Troppe troppe domande per me.
Ero in panico, presi un respiro profondo, finchè mi sentii la mano stringere, abbassai lo sguardo e vidi la mano di marco attorcigliata alla mia.
Mi stava dando sicurezza.
"I miei genitori lavorano come ambulanti al mercato settimanale di Firenze, inoltre mio padre e propietario si un autolavaggio. Mia madre invece si occupa anche di assistenza sociale.
Pratico danza da 6 anni e i miei hobby sono suonare il pianoforte, leggere e ascoltare musica."
Ripresi fiato. Ero stata capace di dire tutte quelle cose senza svenire, un appaluso a me!
Mi sedetti e la professoressa continuò con l'appello.
Arrivò il suo turno.
"Ciao a tutti, il mio nome è Collin Prince, sono nato a Brayton in Inghilterra, però i miei genitori si sono trasferiti qua a Firenze quando io ero piccoli per motivi di lavoro.
I miei genitori sono entrabi medici, mio padre è un chururgo e mia madre e un'ostetrica.
Pratico calcio dall'età di 4 anni e i miei hobby sono giocare alla playstation, uscire e ascoltare musica."
Rimasi imbambolata.
Solo il suono della campanella mi risvegliò.
Mi voltai verso Marco che stava rovistano dentro il suo zaino e gli dissi
"Grazie per avermi tenuto la mano..sei stato gentile, veramente"
"Figurati, l'ho fatto con piacere, ho visto che eri nervosa e volevo tranquillizzarti."
Mi sorrise, si alzò e si diresse fuori dall'aula.
Mi alzai anche io e andai in corridoio dove tutti si erano radunati per l'intervallo.
Stavo andando alle macchinette quando una ragazza poco più bassa di me, castana chiara e con occhi verdi mi si avvicinò.
" Eii, piacere io sono Elena Esposito, senti..ho visto che fissavi Collin..ma non è che ti piace? Ma vi conoscete?"
Ecco la solita peppia, appena nota qualcosa deve subito indagare..che palle.
"Piacere Valentina e no, non mi piace, non lo stavo fissando e non ci conosciamo..e poi dai l'hai visto? Non noterebbe mai una come me."
"Certo, come no..comunque conta su di me per tutto, tienimi aggiornata haha" mi disse e se ne andò.
Bah..in questa scuola la gente è strana forte.
Il tempo di mangiare una merendina e leggere poche pagine del mio libro preferito e la campanella suonò.
Il resto delle lezioni proseguì normalmente, tutte le professoresse si presentarono e cosi scorrendo.
Quando suonò l'ultima campanella preparai lo zaino, tirai fuori le cuffiette e il cellulare e mi diressi fuori dall'aula.
Appena arrivata in corridoio vidi un ammasso di studenti che ti spingevano l'uno con l'altro per uscire fuori dall'edificio.
Finalmente fuori incontrai Marco, con il quale mi misi d'accordo per fare i compiti il pomeriggio stesso.
E già..ovviamente il primo giorno la professoressa di Italiano aveva deciso di assegnarci un tema sulla nostre vacanze. Che originalità.
Ci eravamo dati appuntamento nella biblioteca di fronte alla scuola.
Fatto ciò, mi incamminai verso la stazione dell'autobus per tornare a casa.

10 minuti dopo..

L'autobus accostò, alla fermata più vicina a casa mia, scesi e mi incamminai.
Arrivata nel condominio, entrai dap cortile, salii le scale, andai verso il mio alloggio, inserii la chiave nella serratura e girai.
La porta si aprii e trovai i miei genitori a tavola che mi aspettavano.
Quanto li amavo. Erano i genitori migliori di tutto il mondo.
Entrai, chiusi la porta, posai lo zaino, mi tolsi le scarpe, andai in bagno e subito dopo andai a pranzare.
A tavola i miei genitori non facevano altro che farmi domande sulla mia prima giornata di scuola ed io non ne potevo già più.
Passarono le ore ed io mi preparai per il mio incontro con Marco alla biblioteca.
Era oramai pomeriggio, presi la giacca di jeans, dato che fuori c'era un venticello fresco, lo zaino, mi misi pe mie adorate superstar bianche e nere, presi le chiavi, il telefono, le cuffiette e il libro e uscii.
Presi l'autobus e in 10 minuti circa mi ritrovai davanti alla biblioteca ad aspettare Marco.
Passavano i minuti e lui non arrivava.."avrà avuto un contrattempo" pensai tra me e me.

1 ora dopo...

Era passata un'ora e di Marco non c'era traccia.
Mi aveva presa per il culo, mi aveva dato buca.
Se non poteva venire poteva chiamarmi e dirmelo, ma no.
Ecco, inziamo bene.
I sorrisi, la presa per mano..tutti giochetti.
Che merda.
Tornai a casa e mi misi a fare i compiti, i miei genitori non erano in casa, per cui non dovetti giustificarmi con nessuno.
Finii di scrivere il tema alle 19:00, mi feci un doccia, mi misi il pigiama, preparai la cartella e attesi l'arrivo dei miei genitori.
Dopo una mezz'ora mia madre mi chiamò e mi disse che lei e papà avrebbero fatto tardi.
Come la maggior parte delle sere mi preparai la cena, misi a posto la cucina, guardai un po' di Tv e mi misi a letto.
Erano le 22:30..ed io mi ritrovai a fissare il soffitto con mille pensieri in testa.
È vero, i miei genitori non sempre erano presenti, ma riuscivo a giustificarli, avevano molto lavoro da sbrigare ed io me la sarei cavata comunque..spero.
In poco tempo chiusi gli occhi ed entrai nel mondo dei sogni, a breve mi avrebbe aspettata un'altra giornata.

---------------------------------------------------------
Spazio autrice

Ciao a tutte bellissime, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Sono molto contenta che il prologo abbia raggiunto le 40 visualizzazioni, che ne dite ce la facciamo a raggiungere le 60 visual?
Chissà cosa succederà con Marco e chissà se Collin noterà Valentina..
alla prossima, grazie mille per seguirmi.

DRUGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora