Capitolo 5

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Erano passati ormai 3 giorni da quell'imbarazzante episodio a casa di Mauro,eppure non riesco a togliermelo dalla testa,ma a distrarmi dai miei pensieri è la vibrazione del mio cellulare; lo prendo e leggo un messaggio da mia madre,il quale dice " Oggi devi fermarti a pranzo da tua zia, ricordalo!".
Rispondi con un "okay" e spegni il telefono.
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Quando la campanella suona io e Lola ci precipitiamo fuori dall'aula e subito ci affianca il nostro amico Michele, così frettolosamente usciamo da scuola per prendere il bus.
Mentre camminiamo lungo il viale la mia attenzione viene catturata da una figura maschile che conoscono fin troppo bene; è poggiato al cofano di una macchina bianca, con una sigaretta in bocca e i suoi occhiali da vista neri, i quali mi piacciono da morire.
Strattono  leggermente Lola e la costringo a fermarsi, lei inizialmente confusa mi guarda in cagnesco, poi posiziona lo sguardo nella mia direzione e anche lei lo vede. Sorride ampiamente e dice:"C'è il tuo fottutissimo cugino,cazzo!" In quel preciso istante lui si gira verso di noi e sorride per poi salutare con la mano. Si avvicina e sento le gambe cedermi, stringo la mano della mia amica e ci guardiamo con sguardo complice. Lui con la sua solita gentilezza mi chiede:" Andiamo?" Ma non so di cosa stia parlando, così con sguardo sognante domando:" Dove?" Lui ride e leccandosi il labbro dice "Ma come,zia non ti ha detto nulla del pranzo di oggi? Eppure mi ha chiesto lei se potevo prenderti io da scuola." Sussulto per il ricordo ed esclamo:" Giusto!"
Saluto Lola, la quale sta letteralmente mangiando con gli occhi mio cugino, e Michele.
Dopodiché mi avvio insieme a Mauro verso la nuova macchina; quando salgo noto che dentro è molto più accessoriata dell'altra. Una volta salito anche lui,partiamo. 
Con la coda degli occhi sbircio ogni suo movimento e mentre sta eseguendo un sorpasso noto la sua mascella contrarsi, così nella mia mente si fa spazio un pensiero poco casto. Cerco tuttavia di sembrare il più normale possibile e guardare la strada con indifferenza.
Lui inizia a scherzare quando dalla sua bocca esce una di quelle domande che non usa dire; in stato confusionale chiedo se può ripetere la domanda e lui dice:" Ma quello era il tuo ragazzo?" Arrossisco immediatamente e comincio a dire una serie di "no" infiniti, provocando una sua risata.
Il viaggio verso casa trascorre così tra scherzi e battute da parte di entrambi.

SCUSATE PER L'ATTESA xx

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