Onice Nera

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| ONICE NERA |


- Maledizione! -
- Oioi...che succede Ace ? - purtroppo per il moro, anche se quello uscito dalle sue labbra era solo un impercettibile sussurro imprecato, la Fenice era lì di fianco a lui. Non solo riusciva a rigenerarsi ma aveva anche un'udito piuttosto affine.
Bastardo lui, si ritrovò a pensare il corvino.
In realtà Ace, la notte dell'arrivo di quella strana ragazza, aveva intenzione di intrufolarsi nell'infermeria, dove la ragazza che era riuscito miracolosamente a salvare, giaceva sul lettino con molteplici fili collegati al corpo. La curiosità era veramente impossibile da trattenere. Aveva già pianificato tutto ed era quasi certo che non lo avrebbero scoperto.

Appena si appoggiò sul suo letto per aspettare che il silenzio prendesse il pieno possesso della nave, nel momento peggiore, la narcolessia prese invece il controllo della sua mente trasportandolo violentemente nel sonno che lentamente si fece più piacevole.
Quando la mattina sucessiva si accorse di quello che era successo si diede dell'idiota e maledì quella sua dannata ipersonnia trasmessagli dal padre. Pure per questo, non lo sopportava.

I suoi occhi non si voltarono verso il compagno, ma rimasero a guardare quella distesa infinita e limpida che venne chiamata mare, con il viso appoggiato sul palmo della mano con fare pensieroso. Eccome se lo era. Per di più quella mattina si era svegliato decisamente presto tant'è che arrivò prima dell'inizio della colazione.
Marco, che fino a quel momento era rimasto a guardare il fratello in assoluto silenzio assieme alla curiosità, non gli bastarono le domande per capire l'argomento dei pensieri opprimenti che frullavano nella testa del fratello ma non poteva di certo dirgli qualcosa perchè gli stessi identici pensieri avevano attanagliato anche la solita annoiata mente della Fenice.

Al contrario di come era arrivato, Marco si diresse verso la mensa dove tutta la ciurma si era ormai riunita sulla parte maestra della nave, lasciando così  Ace nuovamente nei pensieri che si mischiavano al rumore delle schiumose onde cristalline. Il vento lieve trasportò il sospiro del corvino che si liberò da quella morsa che ormai le domande gli avevano attanagliato la mente.
Si sedette al solito posto, vicino al babbo e iniziò a strafogarsi come suo solito, lasciando che la fame gli occupasse la ragione, comandando così i suoi muscoli per portare chili di carne succosa verso quel pozzo infinito che lui chiamava bocca.

Le risate dei fratelli risuonavano a gran voce nella nave, diramando tranquillità e felicità, soprattutto nel cuore del Capitano che guardava i suoi figli con quel bagliore negli occhi che mai accennava a dissolversi. Portandosi la botte di sakè alla bocca chiuse gli occhi e si immerse nel passato ricordando le sue imprese e ogni giorno, nel quale ha aiutato delle persone, dei ragazzi, che poi sarebbero diventati suoi comandandi e figli. Il suo sogno si era pienamente realizzato.
Brusii provenivano dall'infermeria dei quali solo una decina dei presenti se ne accorse, uno di questi ultimi era Ace che con ancora le guance piene si accorse degli sguardi di Marco e del capitano che puntavano sulla porta in legno. Si sentivano voci, diverse e ovattate. Nessuno ne comprendeva le parole o il possessore.
Il cuore pulsava ininterrottamente nel petto scolpito del ragazzo e gli occhi onice persistevano su quella superficie di legno chiaro, rimase lì. Quasi a contemplarla fino a quando quelle voci e strani suoni non cessarono.

Il corvino volse lo sguardo verso il fratello biondo che con il solito sguardo  scrutava anche lui quella lastra che separava loro dalla verità. Separava loro da ciò che avevano aspettato per settimane. Settimane nelle quali Ace dormì ben poco perchè tutti quiei dettagli gli si erano arpionati e non intendevano staccarsi, continuavano a mostrargli una sfumatura, una piccolissima possibilità.
Rassegnato, tornò a mangiare il suo cosciotto di manzo tenendo gli occhi fissi su ciò che teneva tra le mani e che sarebbe sparito subito dopo, lasciando solo un osso bianco e pulito. Finché un rumore sordo rieccheggiò in tutta la parte maestra azzerando così il chiasso che occupava tutta la nave spogliandola da esso per lasciar spazio a un silenzio quasi spettrale.

Le Cronache Dei Quattro Pilastri: | L' Ultima Discendente | [One Piece]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora