YOU ARE NOT A MONSTER -Teen Wolf

3. I'm not a normal guest

Secret relationship, Isaac e Malia.

Malia stava picchiettando con insistenza la matita sul libro di matematica, quando le arrivò un messaggio.
Sorrise non appena vide il nome del mittente.

Sono qui fuori.

La ragazza si avvicinò alla finestra e, con delicatezza, spostò di poco la tenda azzurrina.
Isaac era appoggiato al muro dell'edificio difronte, avvolto nel suo solito giubbotto di pelle.
I capelli biondi, leggermente mossi, e le iridi azzurre lo facevano somigliare a un dio greco.
Lo ammirò per diversi minuti, rapita, come ipnotizzata dalla sua bellezza.

           Tu sei completamente pazzo.

Sentì il suono di notifica del telefono di Isaac. Lui sbloccò lo schermo, per poi leggere il messaggio, da lei stessa inviato, ad alta voce.
Prima di rispondere, però, il licantropo alzò la testa, guardandosi intorno.
Malia si nascose dietro alla tenda, per paura di essere vista.

Sì, di te.

Le guance della coyote si colorarono di un rosso vivo. Non era abituata a ricevere complimenti, non glieli aveva mai fatti nessuno, nemmeno Stiles, il suo ragazzo.

Sei inquietante quando
                          fai il sentimentale.

Non era vero. Adorava la dolcezza di Isaac, era così rara che la faceva sentire speciale.
Forse si era davvero innamorata di lui, forse davvero ci teneva.
Ma era tutto così tremendamente sbagliato.
Lei stava con Stiles, e non poteva permettersi di tradirlo.
Quel ragazzo l'aveva aiutata, amata, protetta come nessuno aveva mai fatto. E lei lo aveva disprezzato, spezzandogli il cuore.
Tecnicamente non lo aveva ancora lasciato, aspettava il momento giusto, il quale sembrava non arrivare mai. In più gli incontri clandestini con Isaac si facevano sempre più frequenti, cosa che non la aiutava per niente.

Mi ami troppo per considerarmi inquietante!

Malia scosse la testa, sospirando.
Niente da fare, era innamorata persa. Voleva convincersi che fosse solo una stupida attrazione fisica, ma quando lui aveva rischiato di morire per salvarle la vita non aveva avuto più dubbi.
Una voce familiare la riportò alla realtà, facendola sobbalzare per la sorpresa.
«Tesoro, io sto andando al lavoro. Non aspettarmi sveglia, farò tardi.
Ti voglio bene!» urlò suo padre dal fondo delle scale.
Era iperprotettivo e avrebbe fatto di tutto per sua figlia, nonostante non lo fosse di sangue.
Lei era una Hale, anche se non voleva riconoscere le proprie origini.
Era troppo legata all'uomo che l'aveva cresciuta, non l'avrebbe mai abbandonato, non di nuovo.
Per otto anni erano stati lontani, e questo non doveva ripetersi.
«Okay, allora ci vediamo domani.
Ti voglio bene anch'io, papà.» gridò la coyote di rimando, sottolineando l'ultima parola.
Era sempre stato l'unico uomo della sua vita, l'unico in grado di amarla incondizionatamente.
Poco dopo sentì sbattere la porta di casa, segno che suo padre era uscito.
Si voltò, pronta a tornare a studiare, quando vide una figura seduta sul letto. Non si spaventò, ormai era abituata a veder comparire Isaac dal nulla.
«Perché non entri dalla porta di casa come tutte le persone normali?!» domandò la ragazza irritata, mettendo le mani sui fianchi.
Il lupo si alzò dal materasso e avanzò a grandi passi verso di lei.
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza, i loro nasi quasi si toccavano.
«Sai che amo entrare dalla finestra, rende il tutto molto più interessante.
E poi, per te, io non sono un ospite normale» mormorò con voce suadente, mettendole una ciocca di capelli color cioccolato dietro all'orecchio.
La coyote arrossì leggermente, ma si ricompose all'istante. Odiava mostrare le sue emozioni, la faceva sentire debole.
«Non pensi che qualcuno potrebbe averti visto? Certo che no, tu ti diverti a far finta di essere Spider-Man..» asserì lei sarcastica, ignorando completamente l'ultima frase del ragazzo.
Invece di tenere segreta la loro relazione, sembrava che Isaac tentasse di tutto pur di farlo sapere al mondo intero.
«Devi ammettere però, che io sono molto meglio di lui. Sono più forte e, soprattutto, non ho bisogno di una maschera per essere bello..»
Si avvicinò ancora di più, cingendole la vita con le braccia.
La ragazza rovesciò indietro la testa, sospirando.
«Tu e la tua mania di protagonismo..» borbottò silenziosamente.
«So essere molto modesto, a volte» affermò, fingendo di essere offeso.
Adorava farle perdere la pazienza, o per lo meno stuzzicarla.
«Immagino» rispose la coyote sarcastica.
Il licantropo le sorrise, azzerando, in seguito, la distanza che li separava.
Da un timido bacio a fior di labbra si trasformò in qualcosa di molto più passionale. Tentò di spingersi oltre, ma la giovane coyote appoggiò le mani sul suo petto, facendo leva con le braccia. Per tutta risposta lui aumentò la presa sui suoi fianchi, in modo che la ragazza non si allontanasse.
Nonostante ciò, Malia riuscì a staccarsi dalle sue labbra, suo malgrado.
Isaac fece una smorfia di dissenso.
«Ti odio, Lahey.» affermò lei, cercando di far sembrare il suo tono di voce abbastanza credibile.
Lui inarcò un sopracciglio, per poi soffocare un risolino.
«Sei una pessima attrice, sai?» commentò ridendo sguaiatamente.
«Credi che ti stia mentendo? Perché se è così ti sbagli di grosso, Lahey» Piegò il collo all'indietro, scuotendo la testa e socchiudendo gli occhi.
«Posso fiutare le tue emozioni e, in questo momento, sono tutt'altro che negative, tesoro.» ammiccò, sorridendole malizioso.
I loro nasi si sfiorarono.
«Okay, hai vinto.» affermò lei, alzando le mani in segno di resa.
«Io vinco sempre» annunciò il ragazzo, baciandola nuovamente.
Questa volta durò molto meno, a differenza di quella precedente.
Malia, infatti, presa da una strana sensazione, si staccò per abbracciarlo.
Appoggiò la testa nell'incavo del collo di lui, inspirando a fondo il suo profumo. La aiutava a mantenere il controllo.
«Perché mi dovevo innamorare proprio di te, Lahey?» mormorò tra se e se, pensando di non essere sentita.
Isaac sorrise alle sue parole e la strinse ancora più forte.
«Ti amo anch'io Lia.» sussurrò, affondando il viso nei suoi capelli.