14-06-2016
Mi sveglio, guardo la sveglia e sono già le undici. Ricordo che ieri sera, dopo essere tornata a casa, mi sono messa subito a letto e ho spento il telefono. Ho pianto per quasi tutta la notte e mi sarò addormentata tardissimo. Accendo il telefono e mi ritrovo sedici messaggi: quattro da parte di Martina e tutti gli altri di Ivan. Dopo tutto ciò che ha fatto ha anche il coraggio di cercarmi? Che sfacciato. Ma in fin dei conti me lo sarei dovuta aspettare. Una cosa sola non riesco a spiegarmi: perché mi ha detto che il bacio voleva darmelo da tanto tempo? Ripensandoci forse veramente mi voleva, ma credeva che per me fosse una semplice amicizia e quindi non si è fatto avanti. Ho mille cose in testa e inoltre tra due giorni escono i quadri a scuola con i voti e di sicuro mi avranno lasciato la matematica. Mi alzo dal letto e non faccio in tempo ad aprire la porta che subito entrano Sabrina e Martina. Non sapevo che fossero in casa. Sono dei veri e propri ladri!
"Come è andata la serata?" mi chiede Martina.
"Vi siete messi assieme?" dice Sabrina.
"Ragazze, non ho intenzione di parlare di ieri sera, né tantomeno di nominare quel ragazzo!" rispondo io.
"Cosa è successo?" chiede subito mia cugina.
"Ha un'altra!" dico.
"Un'altra?" dicono entrambe in coro.
"Si, un'altra." rispondo.
"Ma è uno stronzo!" dice subito Martina "Se si presentasse in questo momento qui lo ucciderei!"
"Smettila, Martina. Doveva andare così." dico io per cercare di calmarla.
"E il bacio ieri perché te l'ha dato?" mi chiede.
"Mi ha detto che era da tanto che voleva baciarmi, ma non ha mai avuto l'occasione giusta" rispondo.
"Ma quindi tra di voi è finita?" dice.
"Non lo so e in questo momento non voglio saperlo" dico io.
"Ci dispiace tantissimo!" dicono entrambe venendo ad abbracciarmi.
"Ragazze ho preso una decisione: andrò all'accademia militare. Mi costruirò da sola il mio futuro e almeno non vedrò più Ivan." dico.
"Cosa?" dicono entrambe "Ma sei pazza?"
"No, semplicemente ho bisogno di allontanarmi dalla mia vita di adesso e questo è l'unico modo!" rispondo decisa.
"Se è questo che vuoi fare..." dice Martina.
"Si, sono decisa a farlo" dico.
Noto nei loro occhi la loro tristezza. In fin dei conti conosco entrambe da quando ero piccola e siamo molto legate.
"Adesso noi andiamo, così ti lasciamo sola. Pensaci bene!" dice mia cugina.
"Sono già convinta!" dico io accompagnandole alla porta.
Vado in cucina e trovo sul tavolo un bigliettino da parte di mia madre con scritto: "Tornerò a casa verso le ventuno. Preparati qualcosa da mangiare".
Guardo l'orologio e sono già le tredici. Sarebbe l'ora di mangiare, ma proprio oggi non ho fame. Così ritorno in camera, mi butto sul letto, metto le cuffiette e ascolto un po' di musica al telefono. In quel momento noto che ai sedici messaggi se ne sono aggiunti altri sette, tutti da parte di Ivan. Inizio a leggerli.
"Scusa per ieri", "Sono uno stronzo!", "Io ci tengo tantissimo a te" e altri messaggi del genere. In effetti anche a me manca un po', ma dopo ciò che è successo non ho intenzione di risentirlo. Metto la musica al massimo e senza accorgermene mi addormento. Mi risveglio alle cinque circa e trovo un altro suo messaggio: "Ti va di uscire e chiarire?"
Non so cosa rispondere così chiedo consiglio a Martina, anche se ho intenzione di parlargli perché mi manca seriamente tanto. Lei mi dice di accettare, quindi rispondo ad Ivan con un "si".
Passano solo due secondi e trovo la sua risposta: "Ci vediamo alle nove nel mio garage, così nessuno potrà disturbarci".
Vado a farmi una doccia e dopo mi cambio subito mettendo un pantaloncino nero e una maglietta bianca.
Prendo le chiavi del motore ed esco di casa. Dopo circa otto minuti sono sotto casa di Ivan. Sono ansiosa. Non so come comportarmi. Lui è già in garage che mi aspetta.
"Ciao." mi dice.
"Ciao" rispondo.
"Scusa, sono stato un grandissimo coglione a comportarmi in quel modo ieri" dice.
"Ho pianto tutta la serata" dico io.
"Mi dispiace." risponde.
"Ci tenevo a te, molto. Dopo due anni passati a pensarti sempre non come un semplice amico, ci sono stata malissimo." dico io.
"Credevi davvero che io ti vedessi solo come un'amica? Ero convinto che i miei atteggiamenti e i miei modi di fare nei tuoi confronti ti avessero fatto capire che mi piacevi" dice lui.
"Veramente ti piacevo?" chiedo io.
"Si, fin dal primo giorno in cui ti ho conosciuta" risponde.
Mi manca il fiato. Ivan era innamorato di me e io di lui, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dirlo all'altro.
"Non voglio che il nostro rapporto cambi!" dice prendendomi le mani.
"Non puoi nemmeno pretendere che rimanga lo stesso" dico stringendogli le mani.
Ci guardiamo negli occhi. Starei anni a guardarli.
"Da quanto tempo va avanti questa storia?" chiedo.
"Tre mesi!" risponde alzando gli occhi al cielo.
"E in tre mesi non ha mai avuto il modo di dirmelo?" dico infastidita.
"Non trovavo le parole giuste" risponde.
"Ah, capisco" dico io lasciando le sue mani e girandomi in modo da non fargli vedere che sto piangendo.
"Scusami, Silvia" dice. Mi giro verso di lui e mi asciuga le lacrime.
"Ti voglio bene" dico io stringendolo a me.
"Anche io" risponde lui.
"Adesso vado che se mia madre non mi trova a casa chiama polizia, carabinieri ed FBI" dico io accennando un sorriso.
"Ci sentiamo" dice.
Lo saluto ed esco dal garage. Ritorno a casa ma mia mamma ancora non c'è. Sono felice per ciò che è successo oggi con Ivan. In fin dei conti ci tengo a lui. L'unico mio rimpianto è quello di non avergli detto subito che mi piaceva. In questo momento forse saremmo stati assieme felicemente da anni.
Salgo in camera. Metto il pigiama e prendo il telefono. Scrivo a mia cugina di aver chiarito con Ivan, ma lei visualizza e non risponde. Le sarà successo qualcosa o forse le sarà finito internet. Nel frattempo mi arriva un messaggio da parte di Ivan: "Buonanotte, piccola".
Mi spunta un sorriso. Rispondo: "Anche a te, Ivan".
Spengo il cellulare e mi addormento.