Ape

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L'allenatore le lancia un asciugamano, che lei afferra prontamente e con il quale si asciuga la fronte imperlata di sudore.
L'avevo osservata fin da quando ero entrato in questa palestra.
Avevo accompagnato il mio migliore amico, Hayes. Diciamo che lui vuole essere sempre in forma, alcune volte penso che sia un fanatico dello sport.
Quella ragazza aveva preso a pugni, per tutto il tempo che l'avevo guardata, quel sacco.
Il mio migliore amico si avvicina a me sorridendo.
"Sei ancora lì?" mi domanda "Siamo arrivati da un'ora, pensavo che ti fossi cambiato"
"Ehm, veramente io ti avevo accompagnato e basta, insomma n-" dico ma lui mi interrompe.
"So che stai fissando la tipa, si vede tantissimo, ma ora cambiati, se vuoi farle vedere di che pasta sei fatto" mi canzona ridendo.
"Si nota davvero tanto?" chiedo
"Beh" si gratta la nuca divertito "sì, mi spiace amico. Sta attento che Lacey potrebbe essere anche qui"
Lacey è la mia ragazza da un anno.
È bella, gentile, insomma la ragazza che ogni uomo sognerebbe di avere accanto, ma per me è troppo perfetta.
E la troppa perfezione dà alla testa.
È da due mesi circa, che appena entro in casa e mi siedo sul divano, devo alzarmi subito e andare ad aprire la porta perché lei è davanti a casa mia.
Inquietante. Hayes sostiene che ha un amante e che per questo passa molto tempo con me, come per rimediare ai suoi tradimenti. Che poi, lei è ancora vergine. Quindi, Hayes, vai convinto.
Tira fuori dal suo borsone una canottiera, un paio di pantaloni corti e un paio di scarpe da ginnastica.
"Gli spogliatoi sono da quella parte" mi indica una porta in legno.

Rientro nella sala degli attrezzi e vedo Hayes che sta parlando con un uomo.
Mi avvicino a loro e subito Hayes mi agguanta e mi mette davanti al tipo.
"Lui è l'amico di cui ti parlavo, vorrebbe fare boxe" dice facendomi l'occhiolino.
Lo guardo stranito.
"Bene, seguimi" dice l'uomo.
"Ma perché?" sussurro al mio amico, per non farmi sentire dal tipo.
"Mi ringrazierai, Dan"
Sono ancora più confuso, ma seguo lo stesso l'uomo.
"Io sono Tom, tu sei Daniel, giusto?" mi fa l'uomo ed io annuisco "mentre lei è la mia e unica allieva, Megan" indica la stessa ragazza di prima.
"Meg, fai una pausa" la richiama Tom.
La ragazza dà ancora due pugni al sacco, si asciuga la fronte e il collo e viene verso di noi. Nel farlo si toglie i guantoni e li butta a terra.
Non è altissima, ma neanche bassa.
I capelli sono color ebano e gli occhi sono scurissimi, quasi neri.
Mi scruta attentamente con quei suoi occhi giganteschi, che farebbero invidia a chiunque, e poi guarda Tom.
Lui le posa una mano sulla spalla, amichevolmente, e poi sorride.
"Megan, lui è Daniel, fa anche lui boxe" mi presenta e sorrido.
"Bene, sai come si fa, no?" Tom si rivolge a me.
So come si fa? No.
"Ehm, più o meno sì" rispondo vagamente, evitando di guardarlo negli occhi.
Lui annuisce e se ne va.
"Dov'è andato?" chiedo indicandolo, terrorizzato dal fatto di essere rimasto solo. Con lei.
"Ha una palestra da gestire" mi risponde "comunque sai fare boxe, più, meno o sì?"
È abbastanza divertita.
Non so sentirmi orgoglioso, del fatto che le ho strappato un mezzo sorriso oppure, patetico, data la grande figura di merda appena fatta.
"Vuoi sapere la verità?" dico, sospirando sconfitto "ha fatto tutto il mio amico"
Lei ridacchia.
"Ti insegno io" dice e per una volta sento di aver fatto la cosa giusta.

"Perfetto, sei stato grande!" esclama Megan.
Tolgo i guantoni e prendo una borraccia d'acqua che era lì per terra.
Decido di fare la mossa che fa Hayes quando va a correre.
L'acqua sugli addominali fa cadere ai piedi le ragazze.
Sarebbe perfetto se si vedessero i miei addominali.
La avvicino alla bocca, facendo finta di bere e poi, mentre Megan non guarda me la rovescio addosso e la butto per terra.
Mi passo una mano tra i capelli e sorrido.
Poi guardo in basso e vedo la maglietta e il cavallo dei pantaloni bagnati d'acqua.
Mi siedo a gambe incrociate, per evitare che si vedano i pantaloncini.
Sembra che mi sia pisciato addosso.
Dio, che imbarazzo.
Megan quando mi vede mi guarda stranita.
"Che ci fai lì a terra?" poi sposta lo sguardo sulla borraccia viola, sul pavimento e riporta lo sguardo su di me, incrociando le braccia sotto al seno.
Sorrido nervosamente e distolgo lo sguardo.
"Ti sei scolato la mia borraccia d'acqua, non è così?" domanda.
Annuisco, incerto.
Scoppia in una fragorosa risata.
Ah, che bello, quando la ragazza su cui hai messo gli occhi ti ride in faccia!
Sono patetico.
"Sul serio, Dan?!" dice tra le risate ed io annuisco nuovamente "Quella borraccia non è mia, ma di quel tipo laggiù" mi indica un tipo pelato, tutto muscoli, con dei tatuaggi sull'avambraccio sinistro.
Deglutisco alla sola vista di quella nuca pelata, madida di sudore.
"Oddio, devi vedere la tua faccia, Dan!" esclama Megan.
Solo io non ci trovo niente da ridere?
No, sul serio, che stracazzo c'è da ridere?
"Scherzavo, Dan" dice, finendo di ridere.
Hai finito, per caso? No, perché, davvero, io non ci trovo nulla di divertente! Anzi, ho appena firmato la mia condanna a morte!
"Ape" dico
Ape? Ma cosa c'entra?
"Cosa?" fa Megan, confusa.
"Ehm, niente, ho detto, Apollo, il dio delle risate" balbetto.
"Ma Apollo non è il dio delle risate" dice "Comunque, la borraccia è mia, stavo scherzando"
Annuisco.
Perché sto annuendo?
*Non lo so Daniel, tu lo sai?*
Ciao ape!
*...*
Che bella sensazione zittire la propria coscienza!
"Hai finito di parlare con le api?" mi chiede Megan.
Scatto in piedi. "Ehm, sì devo andare, ciao Megan"
Mi fa un cenno con la testa, ridendo.
È andata.
*È andata?*
Sì, nel senso che ce l'ho fatta.
*Uno. Non ce l'hai fatta, per niente. Due. Sì, lei è già andata, ma proprio letteralmente*
Uh, okay.
"Daniel, stai bene?"
"Va tutto alla grande, Hayes"

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