Ma io mi sento donna

34 4 0
                                    

"Oddio c'è Lacey! Io non ci sono in casa!" grido, in panico.
Joseph continua a guardare la TV, senza degnarmi di uno sguardo.
"Vai ad aprire e dille che non ci sono, ti prego, Joseph!" lo supplico.
"Sgancia i big money" dice senza staccare gli occhi dal televisore.
"Quanto vuoi?" afferro il portafoglio di Becca e tiro fuori due banconote da 10 $, false.
"Sono false, Daniel"
"Caspio" borbotto "ti bastano 20$?"
Gli porgo le banconote e lui le guarda in controluce, per verificare se sono false oppure no.
Intanto Lacey continua a bussare alla porta.
"Sbrigati, fratello!" lo incito, gesticolando.
"Calma, Daniel" si alza lentamente dal divano, mentre io mi nascondo dietro il divano.
Apre la porta. "Daniel non è in casa" poi la richiude in faccia alla ragazza.
"Aspetta, ma Lacey non ha i capelli castani" mette l'indice sotto il mento e assume un'aria pensierosa.
"Sono qui per tua sorella!" urla la ragazza.
Joseph apre di nuovo la porta.
"Tu sei?"
"Megan"
Mi alzo di scatto e inciampo su un giocattolo di Becca.
"Joseph, aspetta!" esclamo "Ridammi i 20$"
Lui mi fissa.
"No" dice, con un tono di voce neutrale.
Alcune volte penso che sia come in Insurgent. Mamma, quando è nato gli ha messo quel trasmettitore da qualche parte, secondo me.
"Si, faccio Hector di secondo nome, non l'hai ancora capito?" dice Joseph, scettico.
"Ti ho insegnato bene, fratello" mi congratulo con me stesso "ora vai a suicidarti. Sappi che non mi consegnerò mai a Jeanine"
"Ehi Meg" la saluto sventolando la mano.
"Ciao Dan, ieri tua sorella ha dimenticato il suo zainetto" mi porge lo zaino rosa di Becca.
"Ehm, grazie, se vuoi entrare" mi scosto per farla passare, ma lei scuote la testa.
"Devo andare, ci vediamo in palestra, giusto?" dice sorridendo
"Giusto" sorrido di rimando
Fa per andarsene, ma la blocco, prendendole il polso e facendola girare.
"Come sai che abito qui?" chiedo
"Ho le mie fonti" dice, sorridendo sghemba.
Mi avvicino e le lascio un bacio sulla guancia.
"Ci vediamo ape" dice ridendo
"Ciao Meg"
Sorrido e la guardo mentre se ne va.
"Anche secondo Megan, Becca è solo tua sorella" mi sussurra qualcuno all'orecchio.
Incomincio ad urlare come un dolente (sempre che i dolenti urlino), correndo per il giardino.
"Stammi lontano" dico, tenendo gli occhi chiusi.
"Cristo, sei peggio delle Scream Queens. Quelle urlano come delle dannate" dice Robert.
"Tu! Tu mi vuoi morto!" esclamo puntandogli un dito contro.
"Nah, mi servi per molte cose"
"Olà chicas!" urla Joseph.
Mi corre incontro, buttandomi a terra.
Escono in giardino anche JJ e Becca e si lanciano su di me.
Mi metto a tossire, mentre Robert se la ride.
Quando riesco a liberarmi, guardo mio fratello maggiore, cercando di alzarmi in piedi.
"Del tipo?" chiedo riferendomi a quel 'mi servi per molte cose'.
"Del tipo, farti un filmato e sfotterti su YouTube" dice bloccando il telefono e mettendoselo in tasca "Hai già un sacco di visualizzazioni. Sei forte, fratello, fatti buttare a terra più spesso"
"Mio padre lo verrà a sapere!" esclamo
"Perché, sono stata adottata?" chiede Joseph.
"Adottato, Joseph, adottato. Non adottata" lo correggo "sei un maschio"
"Ma io mi sento donna" dice, con un tono di voce lamentoso.
"Oh, Gesù" sussurro "Questo ha crisi di sessualità"

"Ehi Dan" mi saluta Hayes.
"Ehi, amico"
"Aspetta, ma perché sei coricato per terra, in giardino?" mi chiede, confuso, indicandomi con l'indice.
Salta fuori Joseph da un cespuglio e gli dà uno schiaffetto sul dito.
"Mamma dice di non indicare la gente" lo rimprovera.
"Okay, scusa, non lo farò più" dice terrorizzato Hayes.
"Non devi chiedere a me scusa, ma a Daniel" continua Joseph
Lui mi guarda, supplicante.
"Sì, Hayes, perché non ti scusi con me?" dico guardandolo con aria di sfida.
"Scusa Daniel" mormora
"Non ho sentito, puoi ripetere?" chiedo divertito
"SCUSA DANIEL" urla
"Scuse accettate, amico"
Si stende accanto a me, ma poi si rialza subito.
"Sembravamo una coppietta, bleah" mi spiega.
"Oddio, sul serio?" dico disgustato.
"Sì, che schifo"
"Questa va oltre tutti i principi di fratellanza che ci uniscono" dico saggio.
Mi alzo e mi spazzolo i jeans, per togliere tutti i fili d'erba, attaccati.
"Ma tu quando sei entrato?" chiedo
"Sono qui da mezz'ora circa" risponde guardando il suo orologio.
"E cos'hai fatto tutto questo tempo, scusa?"
"Uno. Non ti scuso. Due. Ho giocato con le bambole con Becca. Tre. Vuoi stalkerarmi, per caso? Quattro. Sono il tuo migliore amico e sai troppe cose su di me. Cinque. Penso sia giunta la tua ora"
Scrollo le spalle ed entriamo in casa.
Andiamo in camera mia e lui si lancia sul letto.
"Resto a cena, stasera" dice
"Adesso ti autoinviti?"
"Mi sembra ovvio, no?"
"In teoria dovrei chiedertelo io se vuoi restare a cena" gli faccio notare.
"In teoria, sì. In pratica no" ribatte.
"Okay, hai vinto tu"
"Tanto tua madre mi adora"
"Uh, giusto"

Three empty words Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora