Di coccole e ricordi

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"Io e Paul siamo usciti. Torneremo dopo pranzo, ma c'è del polpettone in frigo. Fai il bravo. Ti voglio bene.
Mamma"

Percy era seduto su una sedia della cucina davanti alla colazione che sua madre aveva preparato. Una tazza di latte e cioccolato lo stava aspettando insieme a un'enorme torta azzurra, che sembrava dire: "Mangiami" e Percy non aveva nessunissima intenzione di disobbedire a quell'ordine. Tagliò una bella fetta sorridendo compiaciuto. Forse avrebbe dovuto aspettare il ragazzo che dormiva nel suo letto, ma si disse che Nico di solito si svegliava tardissimo e non voleva assolutamente andare incontro a una morte prematura perché l'aveva svegliato. Era stupido, ma non a questi livelli.
Affondò i denti nell'impasto della torta mentre ripensava a quello che era successo qualche settimana prima.

Percy non era mai stato tanto agitato come in quel momento. Continuava a passarsi una mano tra i capelli nervoso.
«Percy»
La voce di Nico lo riscosse un po' e si girò a guardare il minore, che lo stava scrutando con fare indagatore.
«Va tutto bene?» gli chiese.
Il maggiore annuì.
«Si, tranquillo» mormorò sorridendogli e contagiandolo.
Poi tornò a fissare la porta davanti a sé torturandosi il labbro inferiore.
«A me no»
Percy lo guardò confuso.
«Non va tutto bene, Percy. Sono nervoso» ammise Nico e il maggiore gli sorrise.
«Ehi... Non c'é nulla di cui preoccuparsi. Adesso noi entriamo, diciamo a mia madre e a Paul che stiamo insieme e lei ci abbraccerà contenta»
«Ne sei sicuro?»
Solo allora Percy comprese quanto agitato fosse il minore e si impose di calmarsi per lui, solo per lui.
«Piccolo» mormorò prendendogli la mano «andrà tutto bene» lo rassicurò prima di dargli un bacio a fior di labbra che sembrò calmare il più piccolo.

Alla fine era andato tutto bene, Sally e Paul si erano mostrati contenti per i due ragazzi e non li avevano cacciati. Così Nico aveva preso a passare sempre più tempo a casa Jackson-Stockfiss, e a nessuno dava fastidio. Anzi.

«Percy!» riuscì a strillare Nico tra una risata e l'altra.
Ultimamente il minore era sempre un po' giù di morale e Percy proprio non riusciva a stare senza sentire la sua risata. Era uno dei suoni più belli che avesse mai sentito. Se avesse avuto un cellulare, l'avrebbe sicuramente registrata e messa come suoneria. E si, era consapevole di quanto fosse sdolcinato e tendente al cliché questo pensiero. Comunque, Percy amava la risata di Nico, in modo quasi morboso. E il fatto che non ridesse spesso come Leo gliela faceva amare ancora di più; perché, alla fine, se vedi o senti una cosa molto spesso, alla fine te ne abitui e finisci per darla per scontato, facendole perdere la sua unicità. E Percy ancora non si era abituato a quella risata, oh no, che ogni volta lo destabilizzava. A dirla tutta, era anche un po' geloso della risata di Nico, per questo evitava di farlo ridere troppo quando erano in compagnia dei loro amici.
Però in quel momento aveva davvero bisogno di sentire la sua risata e per questo motivo si trovava a cavalcioni del suo ragazzo, muovendo agilmente la dita sopra e sotto la maglietta nera di Nico, mentre questo si contorceva dalle risate sotto di lui.
«Smettila!» lo implorò il minore ormai con le lacrime agli occhi dal troppo ridere.
«Ad una condizione» disse serio il maggiore «fammi un sorriso»
Il minore aveva lasciato che le sue labbra si increspassero all'insù, facendo contento il suo ragazzo.
«Sono contento che tu sia qui» mormorò quest'ultimo sorridendogli a sua volta.

Percy prese un sorso del latte al cioccolato sorridendo. Oramai Nico viveva da loro, visto tutto il tempo che passava in quella casa, e questo al maggiore andava più che bene. Finalmente poteva passare del tempo col suo ragazzo senza che qualcuno venisse a rompergli le scatole - non facciamo nomi, Valdez.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2016 ⏰

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