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Il bambino dai capelli neri si svegliò in un letto di foglie, con il corpo ricoperto di bende e unguenti fatti con erbe medicinali direttamente dal bosco.

Si guardò intorno stordito dalla forte luce che filtrava dai rami degli alberi: della ragazzina nessuna traccia.

Fece per alzarsi, ma un lancinante dolore alla gamba lo fermò.

Si ridistese studiando il luogo.

Era una casa in tutto e per tutto, il solo problema era che mancavano le pareti.

Il letto, se così lo si poteva chiamare, sul quale riposava lui, era un tronco gigante e vuoto ripieno di foglie e coperte.

Subito fuori vi era un tronco che fungeva da...tavolino?

E due rocce giganti che facevano da sedie.

Il bambino si guardò intorno annoiato.

<<Ti sei svegliato!>>

Gridò la biondina comparendogli davanti agli occhi a testa in giù, con i lunghi capelli che ricadevano vicino ai suoi piedi.

<<Hai fame? Vuoi mangiare? Ti senti meglio? Hai freddo? Hai caldo?>>

Un fiume di parole uscì dalle labbra della ragazza mentre Zeref cercava di seguirne il filo logico.

<<Tieni!>> gli disse correndo a prendere dei frutti e lanciandoglieli addosso.

Lui non reagì osservando circospetto le mele che la biondina gli aveva dato.

Mavis fece per avvicinarsi, entrò dentro il tronco e il ragazzo iniziò a tremare.

Rimase sull'apertura fissando Zeref che intanto era preso dal panico; la vicinanza con le altre persone non gli era cosa gradita.

Da quando gli abitanti del villaggio lo avvicinavano solo per sputargli e picchiarlo, lui aveva preso la brutta abitudine di fuggire da ogni contatto.

Che fossero un gatto, un topo o una bambina, lui scappava sempre iniziando a tremare come una foglia.

Mavis lo fissò con le sue grandi pozze verde smeraldo.

Vide il terrore nei suoi occhi e la sofferenza sulla sua pelle.

Capì di non doversi avvicinare, o almeno questo gli diceva il suo cervello; ogni membro del suo corpo, invece, la spingeva verso di lui, verso quel ragazzo così triste e diverso da lei.

Si alzò in piedi, sfiorando con la pianta le coperte e le foglie, e il ragazzino tremò ancora di più rintanandosi in un angolo.

Mavis fece un passo e lui chiuse gli occhi istintivamente coprendosi il capo.

Si piegò prendendo una mela e porgendogliela: <<Devi mangiare>>

Lui non rispose e non si mosse, quindi Mavis decise di sedersi e prendere un'altra mela.

<<Vedi? Si fa così...gnam! Che buone le mele!>> fece mordendola e assaporandola.

Zeref continuava a proteggersi con le braccine magre e coperte di bende.

Mavis non si mosse, continuò imperterrita a mangiare la sua mela estasiata dal sapore dolce di quest'ultima.

Zeref la sentì gioire e aprì un occhio.

La bionda lo vide e sorrise a trentadue denti porgendogliela repentinamente.

Zeref osservò lei e il frutto ad alternanza.

Avvicinò la mano tremante e afferrò la mela avvicinandosela al viso.

Era disgustato dal suo odore, dalla sua forma, dal suo colore.

Il suo stomaco la rifiutava, rifiutava di mangiare non più abituato a farlo da molto tempo.

La posò sulle coperte e Mavis fece una faccia contrariata che lo intimorì.

La bionda riprese la mela e gliela porse di nuovo.

Lo stomaco gorgogliava, aveva fame, voleva mangiare, ma non si ricordava più come fare.

Mavis lo fissò, poi guardò la mela dal bel colore rosso.

Una lampadina si accese sopra la sua testa e lei uscì dal tronco tornando con un coltellino.

Iniziò a sbucciare la mela tagliandola a spicchi e lasciando solo un pezzettino di buccia per fare le orecchie del coniglietto.

Il risultato non fu dei migliori ma Zeref ne rimase incantato.

Cinque coniglietti dalle orecchie rosse erano lì davanti a lui.

Gli stessi coniglietti che gli faceva sempre la madre, seppure con un aspetto peggiore.

Ne afferrò uno e lo mandò giù senza quasi masticarlo.

Il sapore gli piacque e il suo stomaco gioì di quel pezzo di frutta.

Ne prese un altro, poi il terzo, poi il quarto, fino a finire la mela.

Mavis sorrise soddisfatta facendo lo stesso lavoro con un'altra mela.

Zeref mangiò di gusto.

<<Ze...perché piangi?>>

Neanche se ne era accorto, troppo occupato ad ingozzarsi e a ricordare la madre con tutte le sue premure.

Il bambino dai capelli neri scosse la testa tornando a mangiare senza che le lacrime smettessero si scendere.

Riempito lo stomaco, decise di dedicare tutte le sue attenzioni alla ragazza che gli aveva ricordato tanto sua madre.

<<Tu...chi avevi detto di essere?>> chiese pensando di aver sentito male la risposta della notte prima.

<<Io sono una fata!>>

Ok, forse aveva capito bene invece.

**Spazio pazzoidi in libertà (vigilata)**
Allora, spiego un secondo la struttura della storia:
Questo è il prologo delle cronache e servirà per presentarvi Mavis e Zeref, poi ci saranno anche gli altri personaggi in modo da avere una sorta di quadro generale della situazione.
Capirete più avanti XD

Cheshire~

Fairy Tail ||Cronache del regno di Fiore|| Prologo~ La fata e il demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora