Chapter 1.

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Come ogni mattina, da nove mesi a questa parte, la sveglia iniziò a squillare incessantemente sul bianco comodino situato proprio accanto al mio letto.
Con un gesto disconnesso, allungai il braccio per spengerla; facendola finire accidentalmente sul parquet della mia camera da letto.

Impiegai qualche minuto per comprendere che fosse il mio ultimo giorno alle scuole superiori, così con un movimento lento, poggiai i piedi sul pavimento cercando le ciabatte, che come ogni sera, mia madre riponeva dolcemente e con immensa ossessione sul tappetino nero non molto distante dal letto.

Scesi al piano di sotto dove trovai, come d'abitudine il bancone della cucina, che fungeva da tavolo, imbandito di cibo.
Mi risuonarono in mente le parole che la mia dolce nonna, ripeteva ogni mattina mentre eravamo in vacanza da lei.
"Marisol, Mattias, ricordatevi che la colazione è il pasto più importante della giornata. Quindi, sedetevi qui e fatela molto abbondante."
Ed è proprio da lei, che mia madre ha ripreso questa voglia irrefrenabile di cucinare tutta la dispensa alle sette del mattino.
Così mi sedetti su uno degli sgabelli, versando un po' di latte nella ciotola, con un numero non quantificabile, data la mia fame perenne, di cereali.

Dato che di prima mattina la mia connessione celebrale era quasi pari a quella di una tartaruga in letargo, non riuscì a capire quanto tempo passò da quando mia madre entrò in cucina, dandomi un dolce bacio sulla fronte, a quando mi accorsi che mi stava parlando.

<<Marisol, mi stai ascoltando?>> La sua voce squillante riecheggiava nella piccola stanza, e non poté far altro che riportarmi con i piedi saldi a terra, svegliandomi così totalmente dalle braccia di Morfeo.

<<Si, mamma. Ti ho sentito, ma adesso devo andare a prepararmi sennò faccio tardi.>> Cercando di sviare il discorso, salì velocemente al piano di sopra.
Dopo aver fatto una veloce doccia calda e aver legato i capelli in un disordinato chignon, aprì l'armadio e presi, senza porgere molta attenzione, un paio di jeans neri con una canotta del medesimo colore; ed essendo molto freddolosa, benché fossimo già a metà giugno, decisi di prendere un giacchettino di filo bordeaux ed indossarlo.
Con altrettanta velocità, presi la borsa mettendoci dentro solo qualche foglio sparso e qualche penna in caso di necessità e corsi al piano di sotto uscendo di casa.

<<Ogni mattina la stessa storia! Le chiavi!>> E infatti come ogni mattina sentì mia madre urlare, ricordandomi di non aver preso le chiavi della macchina.

Tornai indietro con un sorriso beffardo, lasciandole un veloce bacio sulla guancia.
Salì a bordo della mia nuova e immacolata 500, che sostituì una vecchia Corolla; alzai distrattamente un braccio in segno di saluto e mi diressi verso la scuola.

Ma torniamo un momento indietro, sono Marisol Evans e questo è il mio ultimo giorno di superiori. Come avrete potuto intendere, il mio nome non è un nome puramente tipico americano. Mia mamma è spagnola, e conobbe mio padre a Barcellona, mentre lui era in vacanza con i suoi amici.
Magdalena e Christopher, diciotto anni fa, avevano messo al mondo prima me e poi tre anni più tardi, Mattias, mio fratello.
Una delle mie caratteristiche principali che forse dovreste sapere è che non mi piace parlare di me, ma forse potrò fare una piccola eccezione.
Non sono molto alta, il che ritengo che sia uno svantaggio ma in alcuni e particolari casi può tornare utile. La cosa che amo meno di me stessa, sono i miei lunghi biondi capelli ricci, che fanno impazzire la maggior parte delle mie conoscenze, ma mai la sottoscritta. Gli occhi verdi, di cui sono abbastanza soddisfatta e qualche piccole lentiggini che spunta non appena arriva il sole invece sono le cose che apprezzo di più.
Nonostante la mia statura non sia elevata, ho un fisico slanciato e snello, grazie agli innumerevoli anni di danza, che ancora non sono terminati.
Forse, per i miei gusti ho già detto troppo; il mio carattere è come una cassaforte a dodici cifre, devi prima trovare la combinazione per aprirlo e capire cosa c'è dentro.

Dopo aver guidato per circa 10 minuti, parcheggiai la macchina nel grande giardino che circondava la West High School.

*Marisol nella copertina.*

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